Brevi cenni biografici.
Sono nato nel 1966 e vivo a Gorizia, dove insegno Biologia e Chimica nelle Scuole superiori. Dalla metà degli anni Novanta ho partecipato a letture ed incontri nazionali ed internazionali, così come a trasmissioni radiofoniche e televisive in Italia e all’estero. I miei testi sono apparsi su riviste, antologie, plaquettes e siti web in Italia, Slovenia, Canada, Francia, Slovacchia, Lituania, Austria, Messico, Spagna, Svizzera, Belgio. La mia prima raccolta, L’infanzia vista da qui (Sottomondo), è stata edita nel dicembre 2005 e ristampata nel marzo 2006. Nel 2007 ha vinto Premio Nazionale “Beppe Manfredi” per la migliore opera prima. La seconda raccolta, A ogni cosa il suo nome (Le Voci della Luna), è stata pubblicata nel dicembre 2008 ed ha ricevuto riconoscimenti in diversi concorsi. Recentemente ho curato un’antologia sulla produzione letteraria della Provincia di Gorizia dal 1861 ad oggi.
Quando e come si è avvicinato alla poesia?
Mi sono avvicinato davvero alla poesia dopo la laurea in ambito scientifico: forse una crisi di rigetto. Ricordo che, il giorno stesso della laurea, mi fermai a comprare Vita di un uomo di Ungaretti. Da lì è partito tutto, come per moltissimi dapprima in forma privata, e poi, dopo diversi anni, anche pubblica.
Eventuali attività poetiche, collaborazioni (riviste, collettivi, ecc.) e pubblicazioni.
Delle pubblicazioni in volume ho già detto prima; mi preme ringraziare tutti quelli che hanno ospitato nel corso degli anni i miei testi. Ho collaborato con diversi siti attraverso articoli e recensioni; oggi, per motivi di tempo, la mia attività è molto limitata. Quando riesco preparo qualcosa per La dimora del tempo sospeso di Francesco Marotta, persona a cui va tutta la mia gratitudine. Da diversi anni collaboro nell’organizzazione di eventi e incontri a livello locale, attualmente in modo diretto e continuativo nel festival itinerante di poesia “Acque di Acqua” e nella rassegna estiva “Percorsi di_versi”.
Cos’è la poesia per lei ?
Domanda da un milione di dollari, e io non credo che sarò mai ricco. Per me è la forma più preziosa di espressione che conosco.
Vigilia di Natale
Oggi hai comperato un grosso filone di pane
ridendo lo hai appoggiato in mezzo al tavolo
pesa un chilo e l’ho pagato solo novanta centesimi
sono stata fortunata
io invece ho appena sfogliato i titoli del Corriere
in una città siriana di cui non ricordo il nome
cento persone sono morte sotto un bombardamento
anche loro erano in coda per il pane
ne prendo un pezzo e lo mastico
lo gusto come di rado mi capita di fare
ti guardo
hai ragione a dire che sei stata fortunata
ma non sai quanto
***
Mezzo vuoto mezzo pieno
Io ti osservo e penso sempre a tante cose
che vorrei avere più tempo
e più attenzione da te
che invece per i figli sei presente e ti consumi
come io non sarei mai capace
ma anche quando resto ai margini di te
comunque c’è bellezza nel vederti
in fondo
nemmeno i fiori fioriscono per noi
***
La piena del 5 novembre
Acqua che frusta i piloni dei ponti
e sbatte sugli argini come per dire
da oggi tutto questo torna mio
e intanto si prende tronchi e macerie
e il corpo di un capriolo annegato
sulle carte geografiche l’Isonzo
è una linea azzurra quasi delicata
siamo capaci di disegnare il percorso di un fiume
ma non la sua ira
***
No Man’s Land
Qui
in mezzo ai cartelli stradali “Italia” e “Slovenija”
qui
sulla scarpata della ferrovia
crescono i cespugli
sono stati giovani sono stati semi
hanno avuto la pazienza e le radici per
abbracciare questa terra
che una volta chiamavamo di nessuno
adesso è terra loro