Christian Tito: la poesia se provi a definirla scappa via da te

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Brevi cenni biografici.

Sono nato a Taranto nel 1975, mi sono laureato a Bologna nel 2001 in chimica e tecnologia farmaceutiche, dal 2002 lavoro a Milano come farmacista. Spero di non essermi dilungato troppo.

Quando e come si è avvicinato/a alla poesia?

Attorno ai 18 anni. Mi lasciò la mia prima fidanzata e soffrivo come un cane. Nessuno, rispetto ai poeti, era in grado di descrivere con maggiore precisione la mia sofferenza da cani. Però parlo solo dei poeti quelli bravi.

Eventuali attività poetiche, collaborazioni (riviste, collettivi, ecc.) e pubblicazioni.

Attività poetiche:
Mi piace salire sui tetti soprattutto se spioventi e tegolati e, circondato da gatti, guardare le stelle.
Da bambino con la cerbottana sparavo freccette dal balcone sul sedere delle fanciulle e nascosto,  mi piaceva guardarle  guardarsi intorno.
A volte, con mio padre, pescavo pesciolini, li mangiavo golosamente e poi venivo assalito dai rimorsi pensando al fatto che magari avevo ucciso un padre pesciolino rendendo orfani altri pesciolini che non avevano più un padre per fare attività probabilmente meno crudeli di quella che avevo fatto io con mio padre.
Collaborazioni:
Da quando il germe artistico si è insinuato, credo sia stato attorno agli 8-10 anni , ho vissuto nel più totale isolamento culturale. Nei primi tempi , dopo il contagio, ho solo interloquito più o meno felicemente con qualche amico immaginario. A furia di immaginare qualcuno si è materializzato in carne ed ossa. Gente matta per lo più.
Da qualche mese collaboro allo spazio di lettura condivisa nel blog Compitu re vivi di Sebastiano Tommaso Aglieco (che non smetterò mai di ringraziare), ho scoperto che i poeti esistono veramente e molti sono perfino simpatici, umili, rigorosi, affettuosi e non tutti soffrono delle allucinazioni da cui io sono perseguitato.
Pubblicazioni:
Ho pubblicato nel 2002 un primo libro di cui mi vergogno ad eccezione del titolo: Il segreto del fuoco, non nomino l’editore perché credo si vergogni più di me (no, forse lui  non si vergogna) ; un secondo libro di cui mi vergogno solo nei giorni pari Dell’essere umani, uscito per Manni nel 2005 e un terzo di cui alcuni dicono che dovrei vergognarmi soprattutto per il titolo di cui io non mi vergogno per niente: Tutti questi ossicini nel piatto, uscito per Zona nel 2010. Ho collaborato come uomo di scienza (non ridete)  al libro di Leonardo Montoli La ricerca parapsicologica oggi, edito da Mursia nel 2007. Ho scritto per i quaderni di Servitium sul numero dedicato  all’emozione religiosa.

Cos’è la poesia per lei?

Qualcosa che se provi a definirla scappa via da te.

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SPAZIO ZAZIE

Scriveva Checov:
“sono stato felice, una volta, sotto un ombrellino”
e qualcuno ha scritto ciò che Checov scrisse
sul fondo dello spazio Zazie.
Di spazi e teatri ne ho visti diversi
in cerca di un guizzo
di un qualche attore in forma d’uomo
di un po’ d’amore
ma ho perso trame
soldi
tempo
e più solo e smarrito sono tornato nel mondo
il cui consueto grigio
mi è apparso almeno più vero di quei falsi colori
poi
fingendosi caso
incontrai un pavimento blu
con delle piccole macchie bianche
(lacrime di qualche angelo pensai)
e spruzzi di verde e giallo su pareti arancio
(furore di qualche diavolo pensai)
allora muto
accovacciato su quel pavimento
cominciai a guardare e a respirare
insieme ad angeli e demoni
e con loro spesso
ho applaudito scene ripulite da fronzoli
e riempite di uomini
o apprendisti tali
e pur non essendo Checov
sono stato felice
qualche volta
allo spazio Zazie.

***

IO VORREI

Costretto a cercare la bellezza
nei più oscuri anfratti
ringraziare di essere vivo
uomo in vita a caccia di tutti i segreti nascosti
il più bello dei giochi è scovarli tutti
e perderli un passo dopo
io vorrei farvi ascoltare la voce del gatto
farvi vedere le cose di questo mondo
mettervi in casa un ospite inatteso
vorrei dirvi della mia amica Angela
angelo volato via
del mio fratello gay
che quando mi ha detto di esserlo
era più rosso del fuoco
“tranquillo amico mio:
tu sei gay
e io sono poeta
certe cose in certi ambienti è meglio tacerle
e di certo
tra le due
la più scandalosa è la poesia”.

***

PRECIPITO

In scrittura rapida
ripida
spietata
a precipizio rotolare
nell’umida gioia
di gioie ai più sconosciute
un pollo arrosto mangiato in tua compagnia
mi ricorda che non dio
né Dio
né nessun santissimo nome
si nasconde tra tutti questi ossicini nel piatto
e neanche in quelli fuori dai piatti
ma una Cosa informe che dà forma a tutte le cose
e nel plasmare perenne
di certo tiene in poco conto tutta la cattiveria nostra
e anche la presunta a Lei attribuita

***

ISTANTANEA

Tra la tangenziale e l’inferno
in un cubo grigio a molte stelle
l’opportuna sede del meeting sul mercato
ed ecco il mercato in forma di torta
e attorno alla torta molti coltelli
e le figure coi coltelli pronte a scannarsi
un uomo scorre febbrile le diapositive
e febbrilmente cita uno scrittore che scrisse:
“non importa se tu non ti interessi della guerra
perché è la guerra che si interessa di te”
un poeta travestito da loro dipendente scrive:
“non importa se voi non leggete le poesie
perché sarà la poesia a leggervi tutti”.

***

RELATIVITÀ DEL PESO

Resta
solo carta
la pietra
se indietro
non è stata pietra
per il poeta