LORENZO BARBERIS
Open, o nuove prospettive sulla città.
La collisione di Mondovisioni, a Mondovì, c’è stata e sembra poter avere effetti durevoli sulla città. Ma ci sono anche altri eventi che possono contribuire a un cambiamento di prospettiva.
In questo ambito, particolarmente interessante appare il progetto Open, di cui abbiamo recensito tempo fa la prima mostra dedicata all’arte di Raidi, qui.
L’idea è semplice ma potenzialmente rivoluzionaria: Open prende degli spazi altrimenti vuoti, nel caso particolare spazi recuperati che sono stati reimmessi sul mercato immobiliare, e nell’attesa di trovargli una nuova destinazione li mette gratuitamente a disposizione della città per attività di vario tipo: mostre d’arte, come nel primo caso, ma abbiamo avuto anche eventi legati al fumetto, al vintage degli swap party, e così via.
Per citare il loro manifesto:
OPEN è un evento immobiliare in un immobile in vendita.
OPEN è un’alternativa a CLOSED.
OPEN è per condividere.
OPEN è per promuovere, informare e informarsi su servizi, prodotti, professionalità dei Partner.
OPEN è itinerante, non sarà mai nello stesso posto allo stesso orario… OPEN è da cercare.
Per partecipare ad OPEN come Partner, devi avere qualcosa di interessante e utile da raccontare ai nostri invitati. Allora OPEN è per te.
OPEN si svolge in un immobile in vendita, che la mia agenzia LUB Consulenze Immobiliari ha l’incarico di promuovere quindi OPEN sarà in appartamento, in villa con parco… o in cascina… dipende da ciò che devo vendere.
Durante le giornate di OPEN tu, invitato o semplice curioso che verrai a visitarci, avrai la possibilità di conoscere qualcosa di nuovo visitando anche un immobile in vendita, in un modo innovativo e non convenzionale.
Sei il benvenuto, siamo OPEN!
L’idea nasce quindi grazie alla LUB immobiliare, che gestisce questi spazi, e spesso – come nel caso di questo attuale evento musicale ed espositivo – diviene l’occasione per riscoprire spazi inaspettati della città. L’alloggio in questione si trova al primo piano di un palazzo signorile di Breo, a cui si accede tramite scale interne degne di un dettaglio di Escher.
L’appartamento, restaurato dopo vicissitudini abitative difficili, ha rivelato la presenza di decori di altissimo pregio: qui, sopra il sito originario del camino (in seguito spostato: ora è stato nuovamente evidenziato in profilo) è stato ritrovato uno stemma d’arma gentilizia di sorprendente bellezza.
Una presenza curiosa in una via, come Via Beccaria a Breo, maggiormente segnata da edifici borghesi legati alle attività produttive che si svolgevano nella città bassa, mentre i nobili solitamente avevano i loro palazzi nell’acropoli di Piazza.
Le sovrapporte sono poi riccamente istoriate con altri stemmi che ricalcano più preziose decorazioni in stucco adattandole a un decoro bidimensionale su fondo oro. Notiamo la ricchezza di volute e la presenza dei classici “bafometti”, i piccoli volti di gargoyle che adornano questi decori anche sui portali dei palazzi nobiliari monregalesi, sopra e sotto. Da notare che altri quattro volti di profilo sono celati nelle volute del decoro, impreziosendo il tutto: una soluzione meno usuale, ma ancora più prestigiosa.
In una di queste sovrapporte oltretutto si è recuperato anche l’immagine centrale, con cartiglio che recita “Seicentum” e che probabilmente chiarisce la datazione del decoro. Il tema effigiato rappresenta alcuni volatili che potrebbero essere anche oche (il decoro è ricco, ma la mano si nota non molto sicura e ferma). In questo, si collegherebbe al tema della Vigilantia, riconoscibile sulla facciata di Casa Jacod a Piazza, dove questa virtù personificata si accompagna alle Oche del Campidoglio. Una virtù che ovviamente garantisce la sicurezza della casa stessa, ed è quindi effigiata come beneaugurale.
In seguito le porte furono spostate (da cui la non-coincidenza dei decori con gli attuali passaggi) e si ritrovano queste sovrapporte di datazione settecentesca, stando ai curatori del restauro, dove troviamo temi di un pittoresco che, anche al netto dell’incupirsi del colore nel tempo, hanno una oscurità quasi pre-romantica, specie il primo sopra proposto.
Lo spazio permette poi la visita all’ambiente e ai prodotti esposti dai partner, tra cui Agritrutta, Acquadolce, CasaLab, Effe, MatericaMente, lo studio di architettura Golinelli, ViaBizzuno e le assicurazioni Generali.
(Il notevole gioco d’archi del portico)
(qui si coglie bene il profilo del vecchio camino)
(foto di Eleonora Porcaro)
L’evento centrale è stato comunque il concerto di Francesco Prato, qui immortalato all’interno degli spazi di questo Open dalla brava Eleonora Porcaro, offerto sabato 13 giugno alla cittadinanza in una cornice decisamente inusuale: un rettangolo di verde creato con pochissima spesa in uno spazio riservato comunemente al parcheggio. Una evidente sfida concettuale, quella di OPEN: una macchina in meno nel centro storico, un evento in più, un piccolo tassello di verde in più (mettendo in pratica, in micro-scala, un progetto che era anche circolato, idealmente, nel web monregalese, per una Breo immersa nel verde).
(La magistrale interpretazione di OPEN dI Lorenzo Avico,
vecchio amico di Margutte)
Insomma, OPEN è stato di nuovo un successo perché ha saputo, per un attimo, ridare vita a un angolo di città, offrirci cose interessanti da ammirare, buona musica da ascoltare, uno spazio incredibile da ammirare. E, soprattutto, perché ci potrebbe insegnare – assieme ad altri – a rivoluzionare Mondovì, con semplicità. Imparando a guardare da nuove prospettive.
Le fotografie (autorizzate) sono opera di Margutte