Madame Violet

DSC_0139

MICHELE GHIBAUDO.

Ragionamenti oziosi di botanica delle emozioni

Appunto Numero 1 Della NOSTALGIA
Hybrid Tea Rose (Rosa) “Madame Violet”

Mi capita, lo sai già, nell’angolo… quell’angolo, di pensare a quelle rose. Non preoccuparti, in fondo mi fa bene entrare in questa gonna a balze… lo so che lo sai. Nel piano cartaceo pensare, giallognolo, erbario antico poggiato di spalle a quella viola signora dai fianchi larghi, con gonna a balze.

Arbusto cespuglioso, simile al rancore ispido che insinua le sue foglie lanceolate nel plesso solare, alto fino a 120 metri, eretti nella parte dell’ansia e curvati e ricadenti nella posizione superiore, tra la cervice e quel senso arido di dolore che porta corti rametti a conficcarsi negli orecchi. Sul tronco e sui rami insinua spine arcuate, che concorrono a difenderla. Le foglie, picciolate, imparipennate, composte di foglioline, ovali o lanceolate, sono dentate, con sette canini. Osano spesso ritorcersi all’interno dell’arbusto per creare un vuoto al fiato, donando a quest’ultimo un andamento filiforme come il più nobile Agape. Inoltre presentano apice acuminato e margine seghettato.

L’istante d’attesa per cercare il silenzio sembra il tempo delle sequoie ma poi appassisce quando osi sfiorare il piacere del morbido poggiare l’orecchio alle foglie morbide staccate da un filo di soffio.

La pagina superiore è verde lucido come gli occhi degli irlandesi, mentre quella inferiore è pallida e glabra come la pelle degli irlandesi.

Lo sai che non parlo a caso degli irlandesi, sei stato anche là. Seduto sui muretti, appoggiato ai profumi di luppoli, con la mano in dry hopping, seduto sul mio diaframma vagamente sgonfio, sacco delle cornamuse, seduto proprio qui… sulla mia cornamusa quasi sgonfia.

I fiori sono larghi 5 cm, solitari o riuniti a 2-3 in infiorescenze a corimbo. Il calice è formato da 5 sepali laciniati, la corolla da inesauribili petali con numerosi stami, stecche di balena e catafalco di veste dei secoli delle donne bon, bon, fascinosissime, con la pelle lontanissima.

Lo sai che non parlo a caso delle donne, sei stato anche lì, seduto semplicemente piacendo, perché non sei rimasto laggiù e sei andato via dal tuo seduto piacendo, Fitzwilliam Darcy? Perché anche tu non senti più la morbidezza del petalo sugli occhi?

I frutti sono piccoli achenii pelosi, bruni-gialli, simili a pruriginosi, impertinenti riccettucoli racchiusi nel falso frutto ovale color rosso vivo, lucido, carnoso, simile ad una luna rossa che insinua l’immagine fin dentro il dotto lacrimale.

… Ma io ho te, nostalgia violetta negli occhi, iride decorata arts and crafts che rifletti ogni tentativo d’intrusione negli occhi. Il giardino, a distanza, senza sfiorare… per qualche momento è di nuovo gemma rara, protetti … dietro a questo vetro floreale.

… E guardarla catturare una folata di te, tra gli spifferi del mio essere, ormai pare soltanto mia nostalgia in viola malva.

DSC_0138
Le interpretazioni pittoriche della rosa qui riportate sono dell’artista Eleonora Visconti, che al tema della Rosa ha dedicato una ampia e interessante ricerca.