Traduzionetradizione alla Triennale di Milano
SILVIA PIO (a cura)
Il numero 11 di Traduzionetradizione, annuario di poesia, letteratura e traduzione, diretto da Claudia Azzola, è stato presentato il 21 novembre 2015 presso l’Impluvium della Triennale di Milano, nell’ambito di una magistrale azione pittorica ad ampio raggio di Ercole Pignatelli, intitolata Le fatiche di Ercole e realizzata durante il mese di novembre su una tela di 120 metri quadri. Proprio del Maestro Pignatelli è la copertina dell’annuario, che riproduce l’opera “Il Vaso giallo”. La performance a più voci e in più lingue ha coinvolto alcuni degli autori e traduttori pubblicati.
Riportiamo l’Editoriale di Claudia Azzola:
Le pagine di “Traduzionetradizione” si articolano su due versanti: poesia e prosa, o narrativa, con presenza di due estratti da romanzi nella ricerca novecentesca del superamento del plot e del realismo, dove ricche sono la sintassi e la lingua al suo potenziale più alto, categorie del “neobarocco” teorizzato da Omar Calabrese. Gli autori che operano nella visione letteraria dell’objet d’art sia poetico che narrativo sostanziano il contributo dell’annuario allo scambio culturale europeo.
Un rebus leonardesco proposto dal M° Massimo Lonardi diventa materia di un gioco del musicologo e poeta Sandro Boccardi, cui si accompagna una sua propria poesia, anche resa in inglese, intrisa della beatitudine di individui che trascendendo l’umano si mettono in simbiosi con la rappresentazione del molteplice.
Per la prima volta leggibile in Italia, la poesia di Al Rempel o del teatro naturale del Canada, nella versione italiana e curatela di Sandro Pecchiari, che padroneggia la materia così da rendere in toto l’atmosfera, la sensazione del suolo, delle rocce, del gelo e della solitudine del paesaggio e degli individui tra caotica vita moderna e il richiamo del mondo selvatico. Una nota del traduttore dà conto della lingua poetica di Rempel, comprensiva anche del gergo dei tagliaboschi.
Il romanzo Dell’arte auspicale oggi di Mariano Bargellini, di cui si legge un estratto, tradotto in francese dalla poetessa Sylvie Durbec, entra nella ricerca innovativa sulla lingua, e lo si può far rientrare nella archeologia immaginaria: reminiscenze sussultorie del mondo magico e psichico tenacemente esplorato dai due filosofi rinascimentali Pico della Mirandola e Marsilio Ficino, figure-simbolo all’interno di uno scenario che si sostanzia come fabula fracta.
La poesia “Gli alberi”, versione italiana e inglese di Claudia Azzola, interroga l’affinità elettiva, per così dire, tra il viaggiatore e la vasta foresta di pini tra l’Italia e la Francia che lo sorprende nell’attraversamento in treno. La natura si impone, aspra, inclemente verso gli individui e le bestie, nell’estratto dal racconto lungo di Vincenzo Pardini, Broggi, il torello il cui appellativo dà il titolo; la vita arida ed elementare negli Appennini, in centro Italia, è rivissuta con stile vigoroso e con il parlato, spesso obsoleto, o antico, ridotto all’essenziale, di braccianti e allevatori. La traduzione della parte pubblicata è di Giuliana Petrucci.
E si impone il necessario répechage di Branwell Brontë, l’amato quanto sfortunato (e dimenticato) fratello di Charlotte, Emily e Anne, nell’appassionata cura e traduzione di Silvio Raffo: poesie, e una riflessione sul tempo della vita nel lato triste, di un giovane che conobbe fallimenti come letterato, come pittore e come individuo di società, proprio il contrario delle scrittrici Brontë, destinate alla celebrità mondiale. Il classico di Daphne du Maurier, The Infernal World of Branwell Brontë, del 1960, attende a tutt’oggi la traduzione italiana!
La poetessa franco-vietnamita Sabine Huynh innerva la sua poetica nella lingua e nel retaggio dell’essere nata bilingue in un’antica nazione, e dell’avere dovuto fare casa in diversi paesi e fare casa in altre lingue, e il senso di disagio e di spaesamento non è ripiegamento ma energia della scrittura di una cittadina del mondo e della vita culturale. Accompagna le sue poesie la traduzione italiana di Carlo Gazzelli.
Le poesie di Richard Berengarten, nella traduzione di Silvia Pio, prendono a oggetto le mani, oggetto concreto della percezione umana, pensiero ed estensione, flusso di sensazioni e, in quanto oggetto immaginale esse stesse, anche di cose come memorie, vittorie, lealtà, eredità antropologica e psichica radicata nella dimensione temporale.
Un saggio delle poesie di Lija Hirsch, emblema di autenticità, dove gli oggetti letterari dell’io pensante cartesiano e del mondo naturale non sono campi separati, ma ogni esperienza tende all’armonia. Selezione dei testi e traduzione dall’olandese in italiano sono a cura di Theodoor Huygen.
L’esperanto entra nella pubblicazione di una rivista plurilingue, che ha il proprio fulcro nella diversità – vive la différence – ma causa l’interesse autentico di Carlo Gazzelli e di molti appassionati della lingua universale, è proposta una selezione di poesie di autori di diverse nazionalità che si esprimono nella stessa lingua!