Il taglio corto della danza spontanea

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Il Museo della Stampa di Mondovì può essere un palcoscenico? Sì. Lo hanno dimostrato domenica 8 novembre Alida, Fabio, Simona, Giulia, Lucia, Stefano, Pascale, Sylvie, Odile, Christine, Laura B., Laura V., Rossana, Silvia e Livia, cioè i partecipanti allo stage di danza spontanea condotto da Joseph Stella.

Dopo un’intensa attività di riflessione e di esercitazione, i sedici stagisti provenienti dal Monregalese ma anche da altre zone d’Italia, dalla Svizzera e dalla Francia hanno infatti dato vita a una straordinaria performance di danza creativa, snodatasi lungo tutte le sale del Museo mentre Edo Ramolfo incurante del freddo continuava a stampare gli haiku di Nicola Duberti. I due eventi non erano privi di relazione fra loro, anzi: la performance tenutasi al Museo era solo l’atto finale di uno stage durato due giorni tenutosi presso l’Albergo dell’Accademia.

Lo stage, che si è strutturato come un vero e proprio viaggio nello spazio fra il corpo la poesia attraverso la voce, il suono, la parola, l’emozione e il movimento corporeo, ha avuto come filo conduttore la lettura, l’interpretazione, lo stravolgimento e il superamento di alcuni haiku di Nicola Duberti, proprio quelli pubblicati dalla stamperia sociale degli Amici di Piazza con le vecchie macchine esposte al pubblico. Nella fase preparatoria sono emerse cose bellissime: inedite rivisitazioni degli haiku in piemontese fatte in italiano, francese, inglese da danzatori capaci di esprimersi attraverso una pluralità di arti, tra le quali ha trionfato l’espressione corporea.

Lo stage del resto era internazionale e multilinguistico già nelle sue premesse: italo-svizzero è il coreografo Joseph Stella, che insegna danza in Europa e in Giappone, ed è rimasto molto favorevolmente impressionato dalla capacità del gruppo monregalese di entrare subito in sintonia. «Il legame con Mondovì – ha spiegato Stella al termine della performance – è ormai consolidato: l’anno scorso, durante lo stage precedente, ho trovato una bancarella degli Amici di Piazza che vendeva libri, ho comprato Tajcurt, cioè la raccolta degli haiku di Nicola, e ho pensato che sarebbe stato possibile utilizzarlo come traccia creativa per lo stage di quest’anno». Così, tramite Alberta Assandri, è stato coinvolto lo stesso Nicola Duberti che ha partecipato agli esercizi preparatori «durante i quali sono emersi momenti bellissimi di interpretazione delle poesie, con lampi di emozione inimmaginabili».

La stessa emozione che la performance ha trasmesso al folto pubblico intervenuto al Museo della Stampa: lo ha voluto sottolineare con una certa soddisfazione Marco Tomatis a nome dell’Associazione Amici di Piazza.

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La neut l’é nèira.
Talment nèira che ’l merlo
smija na stèila.

Taj-curt

Copertina di Cinzia Ghigliano

La notte è nera.
Tanto nera che il merlo
sembra una stella.

Bianca pèi’d fiòca.
La nebia ’d festa bala
al son dla ciòca.

Bianca come neve.
La nebbia di un giorno festivo danza
al suono della campana.

La lusës mòrta.
La nebia a-j deurba al so
na bianca pòrta…

La luce spenta.
La nebbia socchiude al sole
una bianca porta…

(N. Duberti, Taj curt. Haiku, Edizioni “ËlPèilo”, Mondovì, 2013)

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