GABRIELLA MONGARDI.
Se fosse stato un normale concerto del Coro delle Voci Bianche e del Coro Giovanile della Scuola Comunale di Musica di Mondovì, non avrebbe avuto un titolo e il programma avrebbe recato la dicitura: “Arie e Cori di Haendel”; sarebbe stato un decoroso saggio di fine anno accademico slittato per ragioni misteriose all’inizio dell’anno successivo e niente di più.
Invece la formula dell’ “Intervista impossibile”, per di più in musica, ha trasformato l’Oratorio di Santa Croce a Mondovì Piazza in un teatro, e il concerto in uno spettacolo, interpretato oltre che dall’attore Sax Nicosia nei panni di Haendel e dal regista Corrado Rollin nel ruolo dell’intervistatore, dai coristi, dal soprano Francesca Lanza, dal clavicembalista Maurizio Fornero e dal pubblico stesso, a cui spettava il compito di applaudire le arie e i cori man mano che venivano eseguiti su richiesta dell’autore o dell’intervistatore.
Con lo stratagemma dell’intervista, ideata da Rollin, attraverso l’intreccio di domande e risposte è stata tracciata la vita anticonformista e indipendente di questo compositore tedesco coetaneo di Bach, che “sapeva litigare in quattro lingue”, che ha rifiutato il ruolo (e la sicurezza economica) di maestro di cappella per vendere le sue opere direttamente al pubblico pagante dei teatri e ha trovato prima ad Amburgo e poi in Inghilterra le condizioni adatte per farlo. Sono stati anche messi in chiaro i caratteri dell’opera barocca, la “teoria degli affetti”, la struttura delle arie: insomma, sono state trasmesse in modo divertente e coinvolgente tutte le informazioni necessarie per contestualizzare e capire meglio i brani che sono stati proposti – in apertura le battute iniziali di Zadok the Priest e della sarabanda dalla Suite in re minore HWV 437 (oggi usate come colonna sonora rispettivamente della Champions League e del film di Kubrik Barry Lindon); poi la Suite in mi maggiore per clavicembalo Il fabbro armonioso; i cori Rejoice e Alleluja, dal Messiah e le arie: Ah spietato dall’Amadigi di Gaula, Da tempeste il legno infranto e Piangerò la sorte mia dal Giulio Cesare; Heart, the seat of soft de light dal masque Acis and Galatea e My vengeance awakes me dall’oratorio Athalia.
Per fortuna, non è stato un normale concerto, ma una formula da riproporre ogni volta che sia possibile!