Il microcosmo poetico musicale e onirico di Giovanna Carone e Mirko Signorile (Farlibe duo)
Krishtolene koyles Voci cristalline
tanzn un klingen danzano e tintinnano
lebn a taykhl vicino ad un ruscello
in vald, in grinem. nel bosco, verde.
Ibern vaser Sull’acqua
shvebn zey shtile aleggiano silenziose
vi silberne ringlekh, come cerchi d’argento,
farfirerishe. seducenti.
A shmek fun vaser Un sorso d’acqua
lesht dem dorsht spegne la sete
fun medine- geyer. del viandante.
Fantasia che zampilla
Pare sia, dolce Armilla
Anima liquida e lucida
d’una città verticale
Impalcatura d’un sogno,
sognante realtà irreale
Ninfe leggiadre baloccano nei jet d’eau
Fresche risate dorate d’ingenuità
Pelle bagnata suda rugiada,
Specchi di brina, ogni mattina
Tu le sentirai cantar
Afn shpigl penimer, layber vayse Sullo specchio volti, fresche membra
tsindn on shigoendik accendono follemente
khaloymes in ringlekh un ringlekh. sogni in cerchi concentrici.
Mit dem koyekh funem dorsht Con impeto assetato
kusht er tayvedik bacia voluttuosamente
dem shpigl fun vaser shtil. lo specchio dell’acqua.
Koyles, zey lakhn un lakhn… Voci, loro ridono e ridono…
Un’antica fantasia,
in un uovo di cristallo
Una lunga ferrovia,
Un palazzo di metallo
collezioni d’utopie,
coraggiose ingegnerie
che nessuno terminò …
Nelle stanze del museo
Il futuro s’è fermato
Un’inutile trofeo
Un progetto abbandonato
Nel dilemma se restar
O magari andare via
Vinse il velo dell’oblio.
Disegnare un’altra via,
guardare il mondo come lo vorrei
Più chiaro, più sincerro
nell’età del desiderio..
In un bosco di bonsai
Miniature di Fedora
L’esperienza che non hai,
Le domande che farai,
Le risposte che non ho.
Inventare un’altra idea,
pensare il mondo come lo vorrei
Più lento, più segreto,
nell’età del desiderio..
Oy, ikh vil ahin, Laggiù voglio andare,
mayn khan. mio Kahn.
Groyser khan, Gran Kahn,
mayn groyser khan, mio Gran Kahn,
vu iz mayn shtetl, vu? dov’è il mio shtetl, dove?
Nisht dos elente, farsholtene Non quello misero,
fun mayn koshmar, maledetto del mio incubo,
nor di shtot fun mayn bager ma la città del mio desiderio
vos lakht fun krishtolene kaylekher inem che ride dalle sfere di cristallo nel
bloyen shtolenem muzeum vos finklt museo blu d’acciaio che luccica
in shpetzumerdiker nakht. nella notte di tarda estate.
In di bloye krishtolene kaylekher Nelle sfere di cristallo blu
lakht Fedora in Tudela. ride Fedora a Tudela.
In di bloye krishtolene kaylekher Nelle sfere di cristallo blu
lakht Tudela in Fedora. ride Tudela a Fedora.
Loyt di plener fun kheyshek darf Secondo i progetti del desiderio ogni città
yede shtot a Fedora zayn, eybik. dovrebbe essere una Fedora, eternamente.
Dokh shtet hot der kheyshek Ma il desiderio ha costruito
ergetsvu yo geboyt da qualche parte delle città
alpi-khaloymes, efsher. come nei sogni, forse.
Far libe Per amore
Dos iz a lid fun di alte tsaytn È una canzone dei tempi antichi
vos zhumet mir in kop, haynt. che mi ronza in testa, oggi.
A nigndl, gor a fartrakhts Un motivetto tutto pensieroso
shvebt vi a troym arum. aleggia come un sogno.
A lid fun a farkholemtn harts Una canzone di un cuore trasognato
vos vakht un ziftst bay nakht un che veglia e sospira di notte e
vos veynt far libe un far libe che piange per amore e per amore
lakht un benkt un kvelt. ride, si strugge e sorride.
Dos lid fun a farshvundener velt La canzone di un mondo scomparso
gezungen hot af yidish la cantava in yiddish
a meydele sheyn, a farlibte una bella fanciulla innamorata
ven farklemt hot ir dos harts. quando le si spezzava il cuore.
Zi zingt besod dos nigele sheyn, Canta in segreto il bel motivetto,
tsegeyt dos harts far libe, il cuore si scioglie d’amore,
tsegeyt in nakhes payn un veysi scioglie in gioia il dolore
far libe tsu a yidish lid. per amore di una canzone yiddish.
Come e quando avete iniziato la vostra collaborazione artistica?
Nel 2008, per caso.
Marisa Romano, docente di yiddish dell’Università di Bari, voleva realizzare un progetto sulla canzone d’autore in yiddish, in particolare su Mordecai Gebirtig e dopo qualche ricerca e con l’aiuto del caso, ci siamo incontrati.
Dalla prima prova, le affinità musicali e poetiche sono state più che evidenti e, pur provenendo da ambienti differenti, musica antica e jazz, procedere è sembrata una necessità.
Sette anni di collaborazione, tantissimi concerti e tre cd, sono il frutto di questa necessità.
Come è nato l’interesse per la lingua e la cultura yiddish?
Come ho detto prima, grazie a Marisa abbiamo scoperto questo mondo, al quale ci siamo avvicinati con naturalezza, invaghiti dalla modernità delle melodie, dalla forza delle parole, dalla musicalità della lingua.
Come spesso raccontiamo, il nostro non è stato un approccio filologico ma di fascinazione. Già dal primo disco Betam soul, siamo andati oltre la rivisitazione e abbiamo creato le prime canzoni originali, facendo confluire i nostri mondi poetici e musicali.
Lo yiddish ha una musicalità straordinaria.
La voce cantata è arricchita dalle mille sfumature di questa lingua, fatta di fonemi che ricordano tanti pezzi di Europa; allo stesso tempo lo yiddish si adatta o ispira melodie nostalgiche, dolenti ma anche ironiche e giocose, riempiendo di colori il suono.
Qual è il vostro rapporto musica scrittura letteratura?
Oltre a Marisa che ha scritto per noi adattamenti di poesie e testi originali in yiddish,
è necessario parlare di Luca Basso, stimato autore che ha collaborato con noi per la scrittura in italiano. Già dal secondo cd Far libe abbiamo lavorato a sei mani con lui per alcuni brani: “Aria di gennaio”, “Filastrocca di Rebecca”, “Luna di lana”.
Il nostro ultimo lavoro Mirazh, è nato da conversazioni davanti al mare, sull’idea del passaggio nella vita, dello scambio tra genti, lingue, merci e tanto altro.
Luca ha dato una cornice a queste sollecitazioni con Le Città Invisibili di Calvino, Marisa ha scoperto Il Libro dei Viaggi di Beniamino da Tudela e siamo partiti in quattro. Beniamino e Marco Polo sono stati un pre/testo per un concept album di sole canzoni originali in italiano e yiddish. L’ispirazione è nata a volte dall’immagine letteraria della città di Calvino a volte dalla musica.
In questo viaggio non sempre facile, ognuno ha portato modalità di lavoro e approcci differenti. Immediatezza e riflessione, ricerca e gioco, sono le parole che descrivono al meglio il nostro lavoro.
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https://soundcloud.com/farlibe