SILVIA PIO (a cura)
Da La strada dell’imperatore verso Costantinopoli
(agosto 1990)
L’ultimo imperatore bizantino venne incoronato a Mistras in Grecia. In seguito viaggiò verso sud via terra fino all’importante città portuale di Monemvassía. Di qui si imbarcò per la capitale, Costantinopoli. Allora la città costituiva quasi completamente ciò che rimaneva dell’Impero bizantino, ed era ridotta a un guscio vuoto, essendo stata rasa al suolo nel 1204 dai Crociati. Poco dopo la città cadde in mano ai Turchi e l’imperatore venne ucciso sulle mura. Mi ritrovo a voler leggere la prima parte di questo poema ad ogni presidente americano.
Chi sarà l’ultimo imperatore?
Chi verrà volontario?
Chi indosserà, per noi,
la corona del nostro disastro,
dicendo, questa vale la mia vita
e le vite
di tutti coloro che rimangono qui con me,
i miei vicini. Tutto questo.
Questo straccio di bandiera che sventola.
Questi detriti che chiamiamo bastioni
che ci proteggono di notte
e che di notte proteggiamo. Difendere
questi fori vuoti e morti
pavimentati di pietre a pezzi frantumi
che fanno spazio ai rovi
e all’erba gialla
strade per schive lucertole
e giochi silenti
per bimbi condannati senza futuro dorme. Lenta
falcata di torri lacere
che, a dispetto di tutto, sono i confini
di una grande città, facciata e sede
di un ragionevole modo di civiltà.
Se essere umani è stato di valore qui,
la lunga e terribile traccia della nostra storia
può ancora essere vendicata. Ma ora?
Cosa abbiamo qui ora
che valga la pena difendere?
Chi sarà l’ultimo imperatore?
Chi verrà volontario?…
Da L’imperatore senza vestiti
(agosto 2007)
Forse l’imperatore non è mai morto, sulle mura della Città. Forse è semplicemente fuggito, senza rifugio e ora senza tempo. E qui l’immagine sposta il suo punto focale. L’imperatore le cui mura sono crollate si unisce e fonde con un altro, reso famoso dallo scrittore Hans Christian Anderson. Questo imperatore una volta marciò nudo attraverso la sua città, ingannato a credere che stesse indossando nuovi vestiti… Un ragazzo fu tanto stolto e sventato da proclamare la verità.
Chi era quel ragazzo
che disse: l’imperatore
è semplicemente nudo?
Il ragazzo è morto, naturale,
quasi subito
la carne a pezzetti
sparsi sulle colline.
Forse era cieco.
Visto che l’imperatore indossava quel giorno
la lucentezza della sua distinzione
e un’ombra tanto lunga
da cingere la terra…
Da L’imperatore in tempi caotici
(ottobre 2008)
Quest’ultima sezione è stata scritta a Maiorca durante la crisi finanziaria del 2008, quando Gordon Brown era Primo ministro in Gran Bretagna. Brown giocò un ruolo importante nella crisi ma in seguito si dimostrò utile ai cittadini e ai suoi oppositori politici, non come salvatore ma come capro espiatorio.
L’ultimo imperatore si agita.
Il caos lo ispira.
Conduce alla memoria ricordi
di spasmi antichi
quando era il culmine
supremo nel disastro.
Ora le cittadelle cadono di nuovo
e una strana progenie barcolla
lucente e frastornata
attraverso i nostri campi devastati.
L’ultimo imperatore s’incurva
a palla, ansante e crepitante
e s’affretta ad unirsi a loro.
Questa volta è sicuro
che sarà il nostro eletto.
Ma cosa resta da dire?
Tutto è stato consumato.
Tutte le alte parole di redenzione
consumate in un sibilo
all’ingresso negli annali del tempo
e per millenni
sospese in stanze infinite
come grumi di argilla creta cruda
lavorata e rimodellata
per nobilitare e giustificate
affanni e furori che sono da sempre.
Ma l’ultimo imperatore
non ha bisogno di speranza.
L’ha perduta secoli fa
nel mezzo degli apparati
di città e ha perduto la faccia
e un’agenda piena.
È un gioco da ragazzi.
Davvero, oh sì davvero
non resta nulla da dire.
Canta tra sé e sé felice.
Contro ogni previsione un’altra occasione.
Contro tutte le previsioni un’altra occasione.
Proviamoci…
Ecco cosa dice Rogan Wolf a proposito delle sue poesie.
«Ho scritto “Viaggi dell’ultimo imperatore” in tempi diversi lungo un periodo di circa venti anni. È costituito da cinque parti di lunghezza diversa. Nella primavera del 2014 un amico ha filmato la mia lettura di queste parti in un vecchio monastero sulla cima di una collina a Maiorca. Il video si può vedere qui. Per renderlo ancora più visibile, è stato inserito nella home page del mio blog. Dura circa mezz’ora, io ci sono molto legato e spero che chi voglia ascoltare ci dedichi il tempo necessario.
Di cosa trattano i versi? Ruotano intorno ad un personaggio storico, l’ultimo imperatore di Bisanzio che morì nella difesa delle mura di Costantinopoli, che caddero verso la metà del XV secolo. La sua morte condusse l’Impero bizantino alla sua fine e rese possibile la nascita della grande città islamica di Istanbul.
Ma nei miei versi il vero argomento non si trova nei dettagli storici ma appartiene al presente. Come le mura di Costantinopoli, la grande città medievale sul Bosforo, capitale e archivio di un modo di vivere, diventarono insufficienti così le nostre proprie mura non contengono più il bene. I nostri figli non sono al sicuro qui. Li mettiamo in pericolo noi stessi rimanendo come siamo e vivendo come viviamo. Dobbiamo cercare una nuova Città, un nuovo modo di essere, che nutra la Terra e offra speranza ai nostri figli. Perciò l’ultimo imperatore, volpe rinchiusa in un recinto, è anche una specie di pellegrino, un Re Lear diseredato e alla ricerca.
Barak Obama è un altro ultimo imperatore, assediato in modo terribile, in cerca di nuove forme in mezzo alle rovine e nuove strade verso un futuro?
O forse l’immagine di un imperatore privato della sua città vale per ognuno di noi, perché è sicuro che, in questo nostro tempo, tutti siamo nati in un mondo che non esiste più. Durante il corso della mia vita il mondo è cambiato molte volte. Le mura continuano a cadere, l’imperatore continua a vagare.»
(Traduzione di Silvia Pio)
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L’immagine sulla copertina del libro è il ritratto di Costantino XI Paleologo
(Artista bizantino sconosciuto – Storia di Giovanni Zonara, Mutinensis gr.122, f.294r, Biblioteca Estense Universitaria, Modena)