ESTEVE ANGHILANTE
Intervista a Paolo Giraudo, artigiano scultore di Valdieri.
Giraudo ha partecipato alla Festa degli Alberi del 1 ottobre con i suoi organetti, raccontando come li costruisce ed esibendosi in dimostrazioni sonore con la figlia. Ecco le sue impressioni il giorno dopo: «Le emozioni che ho ricevuto ieri sono una carica energetica potentissima. Ho visto negli sguardi delle persone di fronte a me… Io continuavo a pensare a dieci anni fa, quando dicevo a me stesso – pensa se un giorno io e Chiara suoneremo due organetti che costruisco io -. Questi strumenti sono una magia che nasce dagli alberi».
Sandro Reina ha girato questo video in omaggio a Giraudo.
Nato a Cuneo e cresciuto a Valdieri, Paolo inizia la sua carriera nel 1984, a diciassette anni, come falegname e restauratore, lavoro che ancora oggi rappresenta la base della sua attività, e si accorge ben presto di possedere anche una vena artistica e creativa.
Inizia quindi a scolpire il legno, a sperimentare nuove tecniche di lavorazione e dopo alcuni anni da dipendente decide, ancora giovanissimo, di mettersi in proprio e di allestire una piccola officina nel centro di Valdieri, ricavata dalla vecchia casa in pietra dei nonni, dove ancora oggi lavora insieme a suo fratello Marco.
Paolo infatti non ha mai voluto vivere o lavorare lontano dal suo paese, la sua idea è sempre stata quella di rimanere nei luoghi dov’è cresciuto e che ama. Qui ha messo su famiglia e ha continuato a lavorare grazie al passaparola, facendosi un nome per la qualità delle sue opere e dei suoi restauri.
La passione per il legno, il legame con il territorio e la creatività sono i binari che guidano Paolo nel suo lavoro e nelle sue opere artistiche. Oltre a voler lavorare a Valdieri ha deciso che anche il legno necessario al suo lavoro deve essere solo quello locale, a Km.0 della Valle Gesso. Per fare questo si è organizzato per fare tutto da solo. Su queste montagne taglia personalmente gli alberi, con un piccolo trattore li trasporta nel prato dietro casa dove ha adibito un angolo a segheria e il resto a deposito per la stagionatura delle assi. Ovunque attorno a casa vi sono tettoie per la stagionatura, legna accuratamente accatastata sotto le lamiere e enormi radici pronte a diventare bellissime sculture.
Il 2009 segna per Paolo una piccola svolta personale e artistica: in quell’anno infatti si è fatto imprestare dal cognato un organetto diatonico, in disuso da decenni, e ha frequentato un corso di musica in valle Vermenagna tenuto da Silvio Peron, un esperto conoscitore della musica occitana delle nostre valli. Da quel giorno Paolo si è appassionato a questa scatola di legno musicale; gli piace suonarla ovviamente ma si è anche convinto di riuscire a costruirne una da solo. “Non è stato facile all’inizio”, mi racconta, “nessuno in queste zone ha mai fabbricato organetti e ho dovuto imparare tutto da solo”. Per costruirli si è attrezzato con macchinari nuovi e ha adattato alcune delle sue vecchie invenzioni per nuove lavorazioni, precise al decimo di millimetro. C’è voluto un po’ di tempo, di esperimenti sulle essenze, di pazienza per apprendere la meccanica e studiare i diversi modelli, ma i risultati del suo lavoro sono, a mio parere, delle vere e proprie opere d’arte.
Vi invito a vederli sul suo sito internet e a seguire Paolo su facebook, dove pubblicizza anche le sue opere di scultore; infine voglio fare un appello a tutti i giovani e non giovani suonatori di organetto delle nostre valli perché vengano a provare “Il suono del legno di Valdieri”.
Intervista a Paolo Giraudo: Il suono del legno di Valdieri
Questo articolo in lingua occitana: Lo sòn dal bòsc de Vaudier
Foto di copertina: Bruna Bonino
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