Poesie di Carlos Penelas
ANARCHIA
Dinnanzi a idoli tremendi ed eterni dei,
ascoltando campane
su ali di fuoco invisibile,
i loro sandali lasciarono un’impronta inesplorata
nei giardini in alto
dove occhi infernali non giunsero.
La vita li protesse da mani incerte,
dall’ambigua farsa del singhiozzo.
Sognarono la smisurata memoria
che i bimbi ascoltano
nell’intimità della loro stanza.
Nobili come la rustica tavola del contadino
lasciano iscrizioni sulla sabbia.
Bellezza e letizia
come passione consegnata all’oblio
proteggono il silenzio di un uomo solitario.
(“Finisterre”, 1985)
***
LA VITA NEI TUOI OCCHI
La vita si raccoglie nei tuoi occhi,
si abbandona con belle parole,
in propositi ardenti che restituiscono
l’intima magia del fuoco.
Amata, come un principe solitario
cerco il mio destino nella voce derelitta,
nell’orazione della veggenza
che purifica i rigori del tedio
o le facce ipocrite della città.
Delicata e bella mi accompagni
verso il terrore dell’ordine e la gloria.
So che i tuoi seni necessitano il rituale
del mio tocco, sgomento l’effimero.
Questo sono, nella nuda quiete del tuo letto.
(“Al amoroso fuego”, 1987)
***
PADRE
Padre, alza la testa e guarda i cipressi.
Cammina con le tue onorate ossa contadine
verso la luce della nostalgia.
Ti aspettano ancora battaglia e sconfitta.
Tutte le notti vieni con la tua voce
a visitare le stanze di casa,
a dirmi parole che non comprendo.
Padre, salutami col tuo cappello alzato.
Stanotte tuo figlio ha sognato che sei morto
(“Cánticos paternales”, 2015)
Traduzione di Giuliana Manfredi
Carlos Penelas è nato il 9 luglio 1946 nella città di Avellaneda, provincia di Buenos Aires, e attualmente risiede nella capitale argentina. Insegnante di Lettere, laureato presso la Escuela Normal de Profesores “Mariano Acosta”, lavora presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Buenos Aires dove ha seguito un corso di Storia dell’Arte e Letteratura. Ha ricevuto primi premi e menzioni speciali per poesie e saggi e numerosi riconoscimenti, nonché la Faja de Honor (1986) della Sociedad Argentina de Escritores, di cui ha diretto nel 1984 i laboratori letterari. Le sue opere sono state diffuse sulla stampa nazionale e straniera sia cartacea che online. Ha tenuto conferenze in numerose istituzioni all’interno del suo paese e all’estero. Ha partecipato come membro della giuria nazionale e provinciale in varie tavole rotonde.
Sue opere figurano in varie antologie quali “Poesía política y combativa argentina” (Madrid, España, 1978),“Sangre española en las letras argentinas” (1983), “La cultura armenia y los escritores argentinos” (1987), “Voces do alén-mar” (Galicia, España, 1995), “A Roberto Santoro” (1996), “Literatura argentina. Identidad y globalización” (2005). Dal 1970, ha pubblicato varie raccolte di poesia: “La noche inconclusa”, “Los dones furtivos”, “El jardín de Acracia”, “El mirador de Espenuca”, “Antología ácrata”, “Valses poéticos”, “Poemas de Trieste”, “Homenaje a Vermeer”, “Elogio a la rosa de Berceo”, “Calle de la flor alta” y “Poesía reunida”. Dal 1977, in prosa, sono apparsi i volumi “Conversaciones con Luis Franco”, “Os galegos anarquistas na Argentina” (Vigo, Galicia, España, 1996), “Diario interior de René Favaloro”, “Ácratas y crotos”, “Emilio López Arango, identidad y fervor libertario”, “Crónicas del desorden”, “Retratos”.
Il 25 aprile 2016, nella Sala Roberto Arlt della Feria del Libro di Buenos Aires, Carlos Penelas ha presentato la sua ultima opera, La luna en elcandil de la memoria, che narra di un bimbo di famiglia gallega cresciuto sentendo parlare di esilio, musica, rivoluzione, affetti e nostalgia e del suo passaggio dalla dimensione del mito all’integrazione nella realtà rioplatense.
Nell’articolo in spagnolo c’è un’intervista al poeta fatta da Rolando Revagliatti.