Kola Tubosun e la lingua Yorùbá (Nigeria)

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Premio Speciale Ostana –  Scritture in Lingua Madre – 2016

VALENTINA MUSMECI (a cura)

«Nessuno che io conosco sta facendo un lavoro tanto incredibile e rivoluzionario per assicurare che lo Yorùbá, una lingua indigena della Nigeria, continui ad avere dignità. Ci sono davvero poche persone che stanno facendo un lavoro così grande con le lingue minoritarie in Nigeria, ma credo che un premio come questo possa promuovere e creare interesse su un area importante», Lolá Shoneyin.

Kola è in prima linea, nell’era di internet, nel dare risalto alla sua lingua nativa, lo Yorùbá, in un’epoca in cui l’Inglese e altre lingue straniere stanno tentando di soffocare le lingue locali. Ha condotto con successo la lotta per ottenere la traduzione di Twitter inYorùbá, ha insegnato lo Yorùbá, come accademico del progetto Fullbright, alla Southern Illinois University, e ha anche insegnato l’Inglese ai ragazzi nigeriani della scuola superiore “Whitesands School”.

Il suo YorùbáName.com è un portale online per la documentazione di tutti i nomi Yorùbá in un formato multimediale. Ha anche parlato di creare un dizionario della lingua Yorùbá (oltre a uno Nigeriano e Africano). Nel 2012 ha fondato il Tweet Yorùbá Movement che promuove la giornata dedicata allo Yorùbá Twitter, in cui si twitta inYorùbá per tutto il giorno. Al momento Kola è direttore del progetto di linguistica, un ruolo temporaneo, alla Google Nigeria, dove ha contribuito alla cultura Yorùbá facilitando con successo la rettifica dell’errore della piattaforma di Google Translate che traduceva il termine Èṣ con Satana.

Kola ha tradotto numerosi scrittori nigeriani di spicco e scrive inYorùbá traducendo da altre lingue e ha tradotto un paio di testiYorùbá in Inglese. Scrive anche per il suo blog personale,KTravula.com, grazie al quale è stato nominato nel 2015 dalla CNN/Multichoise African Journalists Awards per un articolo sul durevole valore culturale dell’Olúmo Rock di Abeokuta, Nigeria. Per il suo lavoro letterario e tecnologico è stato nominato due volte fra i 100 nigeriani più innovativi nel campo dell’IT.

Conversazione con Kola Tubosun

Il premio internazionale Ostana spicca nella scena italiana e mondiale degli eventi culturali dedicati alle minoranze linguistiche, concentrandosi sugli autori che, attraverso il loro lavoro e le loro iniziative, contribuiscono alla protezione della lingua minoritaria che rappresentano.

Vi presentiamo Kola Tubosun – linguista, insegnante e scrittore – che, grazie alla sua ampia vita professionale come curatore, blogger, traduttore e insegnante di lingue a diversi livelli scolastici, ha migliorato di molto la tutela della lingua Yorùbá.

La nostra lingua madre non solo ci unisce alla terra in cui siamo nati, ma ci nutre della cultura che ci ha dato. Kola Tubosun, come hai imparato lo Yorùbá? Lo hai studiato a scuola?

Prima di tutto lascia che ti ringrazi per l’onore di presentarmi al premio quest’anno. È gratificante vedere i propri sforzi ricompensati.

Per rispondere ala tua domanda, lo Yorùbá, la mia lingua nativa, è un qualcosa che ho usato fin dalla nascita. Non saprei dire quando ho iniziato ad impararla perché tutti attorno a me la parlavano. Sono cresciuto in un ambiente in cui la competenza nell’uso delloYorùbá era trattato con lo stesso valore dell’uso dell’inglese che parlavamo a scuola. Ho imparato anche lo Yorùbá a a scuola, ma solo come “seconda lingua”, sia nella scuola primaria che in quella secondaria. Non era né considerata obbligatoria né veniva favorita dai professori o dagli studenti, quindi per molti non era così utile, ma io me ne sono interessato e questo mi è stato di grande aiuto una volta uscito da quell’ambiente. Questo sfondo negativo è stato, in particolare, una delle ragioni per cui ho passato gran parte della mia vita adulta tentando di cambiare l’attitudine della società nei confronti delle lingue locali.

È ancora parlata nell’area in cui sei nato e da quante persone (diffusione, differenze di età, sviluppo storico negli ultimi anni)?

Sì, lo Yorùbáa è ancora parlato in Nigeria (e in America Latina, a causa delle influenze religiose derivate dalla tratta degli schiavi nel Middle Passage). Viene anche parlato ne Togo, nel Ghana e in altre zone dell’Africa Occidentale. Tuttavia, oggi, in Nigeria, la sopravvivenza della lingua è minacciata perché solo le persone adulte hanno l’interesse e la giusta competenza per parlarla. Ai giovani, sia per disinteressamento sia per l’influenza dell’Inglese e per le politiche governative, non interessa più parlare lo Yorùbáa in pubblico. Perciò la questione è diventata la sopravvivenza della lingua nelle generazioni future. L’era di internet ha qualcosa a che vedere con tutto ciò, gran parte del mio lavoro di adulto si è concentrata sulla capacità di internet di trattare l’uso delle lingue africane online.

Scrivi i tuoi articoli e poesie nella tua lingua nativa, qual è il tuo approccio alla lingua?

Ho scritto per lo più in Inglese, ma ho tradotto opere di poesia e prosa in Yorùbáa. Al momento sto lavorando alla traduzione in Yorùbá di una raccolta di racconti brevi di scrittori nigeriani e africani. Ogni volta che ho provato a scrivere poesia in Yorùbá, ho incontrato gli stessi limiti di molte altre persone: la pervasiva influenza dell’Inglese e il pubblico poco esteso. Inoltre l’editoria non è così fiorente per lo Yorùbá da rendere la scrittura in questa lingua economicamente sostenibile. Spero che questo cambierà e spero che il mio lavoro possa influenzare questo cambiamento. Dove c’è un pubblico, può nascere un’industria. E quando questo succederà, si pubblicheranno più opere. Ma tuttavia devo dire che leggere poesia in Yorùbá è davvero un’esperienza incantevole, la cui bellezza non potrà mai essere tradotta con successo attraverso la non-tonalità dell’Inglese.

Accanto alla tua attività di scrittore e poeta, hai continuato ad essere un attivista per la lingua Yorùbá: cosa provi nel pensare che il tuo lavoro sta proteggendo questa lingua?

Ho visto dei cambiamenti. Uno dei problemi che ho notato osservando la situazione era l’assenza di un software gratuito online facile da usare con cui scrivere le lettere Yorùbá. Siccome questo era un problema nella mia vita di scrittore, ho tentato di trovare una soluzione. E attraverso la nostra piattaforma, YorubaName.com, abbiamo creato un software in free download per scrivere in Yorùbá e Igbo. Il software, scaricato fin’ora centinaia di volte, aiuterà ad aumentare i contenuti in Yorùbá sul web e permette alle persone ad esprimere meglio se stesse. Speriamo anche di poter creare dei video tutorial per insegnare alle persone come inserire i segni diacritici in maniera corretta. Tutte queste cose mi rendono fiducioso nella sopravvivenza online della lingua nel futuro, anche se rimangono molte altre sfide.

Tu sei la mente dietro al progetto TweetYoruba che sta tentando di ottenere la traduzione di Twitter in Yorùbá e dietro a YorubaName.com, che vuole documentare i nomi Yorùbá a Africani online. Gestisci anche il blog Ktravula.com. Quando hai provato l’urgenza di trovare un modo per proteggere la tua lingua? (Perché Twitter?)

L’urgenza c’è sempre stata, ma non me ne sono preoccupato per molto tempo perché pensavo che ci fossero persone molto più competenti di me nel mondo che avrebbero potuto fare qualcosa e lo avrebbero fatto. Poi, un giorno, da adulto, ho capito che ero io la persona che stavo aspettando da così tanto tempo. Tutti gli strumenti di cui avevo bisogno per cambiare le cose erano attorno a me, non dovevo fare altro che usarle. Così ho smesso di lamentarmi e ho iniziato a lavorare. Quindi è un’urgenza cresciuta col tempo, ma forse più precoce di quello che voglio ammettere. Ricordo che ero ancora uno studente universitario molto interessato alla linguistica per quel suo modo di svelare i misteri della lingua che mi hanno aiutato a capire le diverse strade che ci sono per risolvere i problemi da solo. Mi è stato anche molto utile possedere una conoscenza dei computer e dell’IT. La combinazione delle due capacità mi ha dato la spinta nella giusta direzione.

L’esperienza di Twitter deriva dalla mia disperazione dopo aver avuto una conversazione con dei giovani ragazzi nigeriani su Twitter. Mi causò un paio di notti in bianco e mi ha spinto a scrivere un post molto forte e indignato che potete trovare qui. Ma non ero soddisfatto così ho deciso di fare qualcosa di più. Questo è capitato proprio quando Twitter stava traducendo la piattaforma in alcune lingue mondiali e così ho deciso di fare pressioni affinché venisse introdotto anche lo Yorùbá. Ho raccontato questa esperienza qui. Ma perché Twitter, mi chiedi? Beh, era una piattaforma con molti parlanti Yorùbá che però hanno scelto di scrivere in Inglese. Quindi, perché no? Ho capito che una lingua che non sopravvive online non arriva al prossimo secolo.

I nuovi strumenti di comunicazione come possono aiutare le lingue minoritarie?

Credo che le lingue debbano adattarsi alla tecnologia prima ancora di poter sopravvivere. Oggi usiamo gli ATM per prelevare denaro e usiamo lo smartphone per ottenere informazioni. Se questi dispositivi possono funzionare anche nelle nostre lingue, ci sarà più gente che li utilizzerà, favorendo la sopravvivenza dell’idioma. Non vedo l’ora che mio nonno possa usare un ATM o possa parlare alla sua auto in Yorùbá. Forse non succederà, visto che ha 90 anni, ma questo è il mio obiettivo. In Nigeria oggi ci sono pochi cartelli nelle lingue locali. L’Inglese ha preso il sopravvento quasi ovunque. È una vergogna. La mia intenzione è quella di rendere il prossimo secolo più adatto alla sopravvivenza delle lingue locali attraverso la tecnologia.

Com’è la situazione in Nigeria al momento?

La situazione in Nigeria è terribile. La politica nazionale sull’educazione consiglia che ai bambini venga insegnata la loro lingua locale per i primi tre anni di scuola. Ma questo non viene applicato ovunque. La legge non è obbligatoria per le scuole private e così questa politica fallisce. Neanche i genitori sono di aiuto, siccome mandano i loro figli nelle scuole private dove le lingue locali non vengono usate e dove i bambini vengono penalizzati se parlano la loro lingua madre. Ci sono passato anch’io, crescendo negli anni ’80.

Nella Nigeria di oggi i genitori raramente parlano la loro lingua con i loro figli, compresi i genitori che vivono nelle regioni occidentali. I bambini crescono imparando l’Inglese, perdendo la loro lingua nativa nel processo. Molti bambini ora crescono come monolingue e poi sono costretti a pagare cifre molto alte in America per imparare lo Yorùbá perché i loro genitori non sono stati capaci di tramandare questa conoscenza.

Sono stato in Galles un paio di settimane fa e sono stato scioccato ma anche piacevolmente sorpreso dagli sforzi fatti dallo strumento educativo gallese. Ci sono molte scuole primarie e superiori in cui il mezzo di istruzione è il Gallese, che viene usato per insegnare tutto, dalle scienze alle arti. È stato uno shock per i miei ospiti quando hanno scoperto che in Nigeria oggi lo Yorùbá non venga utilizzato a nessun livello educativo. Tutte le nostre scuole insegnano in Inglese e penalizzano gli studenti che parlano la loro lingua madre nelle strutture scolastiche. Questo è inaccettabile. Ma è una cosa radicata da così tanti anni che è necessario un intervento radicale per cambiare le cose.

Quali altre leggi potrebbero venir introdotte per proteggere questa lingua?

Sarebbe utile che le leggi venissero approvate e venissero fornite le risorse per insegnare le materie nelle lingue locali della Nigeria. Le strutture ci sono, ma non sono considerate prioritarie. Nelle scuole superiori l’Inglese dovrebbe essere una semplice materia e non dovrebbe essere obbligatoria. Tutto il resto dovrebbe venir insegnato nelle lingue della Nigeria. Avremmo studenti più brillanti e maggiori risorse, come molte ricerche hanno dimostrato. Quando gli studenti possono imparare la fisica e la chimica nella loro lingua nativa, sono in grado di acquisire conoscenze in maniera più naturale e organica e potremmo liberare un potenziale che al momento è soffocato dalla barriera artificiale dell’Inglese.

Per proteggere le lingue, il governo dovrebbe includere delle domande sulla lingua nei censimenti. Abbiamo bisogno di sapere quante lingue rimangono nel Paese per capire cosa fare per proteggerle. Credo anche fermamente che il presidente del Paese dovrebbe parlare la sua lingua nativa quando viaggia all’estero, in modo che la gente possa comprendere i benefici del parlare la propria lingua.

E infine, se il governo ascolta, mi piacerebbe che attuasse una politica di protezione nei confronti dei prodotti stranieri che arrivano in Nigeria che non hanno le istruzioni scritte in almeno una delle lingue nigeriane. Ciò darebbe lavoro ai traduttori nigeriani e darebbe valore alle lingue nigeriane nel mercato internazionale.

C’è qualche fonte storica, qualche trattato o accordo in Nigeria che rispetti le lingue minoritarie?

Nessuno, che io sappia.

Quali sono stati i passi intrapresi per la protezione delle lingue e cosa resta da fare sia per la Nigeria che per l’Africa, secondo te?

Molto del lavoro per preservare le lingue minoritarie della Nigeria è stato fatto da privati, organizzazioni straniere, studenti stranieri dei dottorati e master, promossi dalle borse di studio europee per le Lingue in Pericolo. Nel corso degli anni il governo nigeriano non si è occupato molto di questa questione per dedicarle delle risorse, il che è un peccato. C’è stata una ricerca negli anni ’70 chiamata Ifẹ̀ Six Year Primary Project, che prova che l’educazione nella propria lingua madre produce risultati migliori. È stata condotta dal professor Babátúndé Fáfúnwá. Sfortunatamente i risultati non sono stati implementati da allora.

I governi africani devono dedicare maggiori risorse nel capire quante lingue restano nel continente, per poi preservare, proteggere e insegnare queste lingue. Ma ancora più importante, devono insegnare in quelle lingue per avvantaggiare i bambini. Alcuni Paesi, come la Tanzania e il Ghana, hanno mosso dei passi in questa direzione, rendendo una delle lingue locali il mezzo ufficiale di istruzione nelle scuole. Molti Paesi africani devono seguire questo esempio.

Come vedi oggi il futuro della lingua Yorùbá?

Ho ragione di credere che le cose miglioreranno, ma ho anche ragione di credere che peggioreranno. Ma voglio impegnarmi per la prima ipotesi. La risposta delle persone è stata incoraggiando da quando abbiamo acquisito maggior visibilità. Forse ora ci sono meno ostacoli. Non vedo l’ora che la traduzione della Bibbia in Yorùbá venga rivista, che vengano tradotte le opere di Shakespeare e Cerventes in Yorùbá come tutte le opere degli scrittori nigeriani contemporanei, fra gli altri. È una lingua che è sopravvissuta per tanti secoli, sono pronto a battermi perché possa sopravvivere per molti altri, riuscendo a esprimersi e ad affrontare le sfide scientifiche. Ma niente di tutto questo è possibile senza l’aiuto di individui privati, governi, organizzazioni non governative e un buon numero di nigeriani pronti a dedicare tempo e sforzi per preservare la sopravvivenza della lingua.

http://www.chambradoc.it/scrittureinlinguamadre/Intervista-a-Kola-Tubosun.page

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