Il Grido del Coro

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Il popolo unito non sarà mai vinto

In piedi, cantiamo, che trionferemo
avanzano già le bandiere dell’unità
e tu verrai a marciare al mio fianco
così vedrai il tuo canto e la tua bandiera fiorire
la luce di un’alba rossa
annuncia ormai la vita che verrà.

In piedi, marciamo, che il popolo trionferà
sarà migliore la vita che verrà
conquistiamo la nostra felicità
in un clamore, mille voci di lotta si alzeranno
diranno canzoni di libertà
con decisione la patria vincerà

E ora il popolo che si alza nella lotta
con voce di gigante grida: avanti!

Il popolo unito non sarà mai vinto
il popolo unito non sarà mai vinto…

La patria sta forgiando l’unità
da nord e sud si mobiliterà
dalle saline ardenti e minerali
al bosco australe, uniti nella lotta e nel lavoro
andranno, la patria copriranno
il loro passo ormai annuncia l’avvenire.

In piedi, cantiamo, che il popolo trionferà
milioni ora impongono la verità
sono di acciaio, ardente battaglione
le loro mani portano la giustizia e la ragione
donna, con fuoco e valore
tu sei qui insieme al lavoratore.

E ora il popolo che si alza nella lotta
con voce di gigante grida: avanti!

Il popolo unito non sarà mai vinto
il popolo unito non sarà mai vinto…

Canzone cilena scritta dal gruppo Quilapayún e composta dal musicista Sergio Ortega. Registrata per la prima volta nel luglio 1973.

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Il palo

Quando non ero che un bambino
mio nonno mi diceva spesso
seduto all’ombra del suo portico
osservando passare il vento
Piccolo vedi questo palo di legno
al quale siamo tutti incatenati
fino a quando sarà piantato così
noi non avremo la libertà

Ma se noi tutti tiriamo, cadrà
non può continuare così
deve cadere, cadere, cadere
vedi come già si piega
se tiro forte deve muoversi
e se tiri al mio fianco
è sicuro che cada, cada, cada
e noi avremo la libertà

Piccolo è già da molto tempo
che mi sono scorticato le mani
e mi dico di quando in quando
che ho lottato per niente
ogni volta così vecchio così pesante
la forza mi manca
e mi domando se un giorno
noi ben avremo la libertà

Ma se noi…

Poi mio nonno se ne è andato
un vento malvagio lo ha portato via
ed io resto solo sotto il portico
guardando giocare degli altri bambini
che danzano intorno al vecchio palo nero
dove molte mani si sono consumate
canto delle canzoni di speranza
che parlano di libertà

Ma se noi…

“Il palo” è una canzone composta dal cantautore Lluís Llach nel 1968. Scritta durante la dittatura del generale Franco in Spagna è un grido all’unità d’azione per liberarsi dall’oppressione, per ottenere la libertà.

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Poliziotto
(Luciole)

Guardiano della pace (poliziotto) sei sicuro che sia proprio essa che difendi
Dietro il tuo scudo, spalanca gli occhi e guarda
sono i tuoi figli e le tue sorelle sulle barricate
è il tuo sangue che scorre ogni volta che si abbatte un albero

Sei sicuro di aver scelto il giusto campo
sognavi veramente questo quando eri un bambino
se tu avevi scelto questo mestiere per proteggere le persone
perché sei qui intento a proteggere i loro soldi
se loro continuano così a ridurre la foreste in un nulla

Che cosa resterà della terra per i nostri figli
se tu resti la, sì, se tu li difendi
tu garantisci la follia di tutti questi malfattori

Refrain

Guarda come si vive, guarda come ci si crede
costruendo l’avvenire in capanne di legno
Credi veramente che siamo noi che occorre combattere
facendo questo è l’utopia che tu manganelli
guarda come sei più armato di noi
con le tue granate contro i nostri ciottoli
se tu ci percuoti, se ti opponi
sarà l’escalation della violenza

Refrain

Posa il tuo scudo, dimostra loro che tu esisti
vieni a bere un caffè con gli Zadisti
lascia dunque i tuoi paraocchi, il tuo posto e le tue catene
questa terra che si difende è anche la tua

Le parole e la melodia sono state create da una Zadista (da ZAD o zona da difendere) incontrata a Testet sul cantiere di una diga. Quest’opera che i media e i più potenti sindacati agricoli non esitano a presentare come indispensabile per gli agricoltori che coltivano in modo convenzionale e a monocoltuta, porta alla distruzione delle zone umide e del loro ecosistema. Per maggiori informazioni: http://www.collectif-testet.org/ e https://tantquilyauradesbouilles.wordpress.com/

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 Registrazione effettuata nel corso del convegnoChanter la lutte” (18 -20 marzo 2015)

Riprendiamoci la strada

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Quando e come vi siete avvicinati alla musica come espressione artistica e di lotta sociale?
Il coro ha cominciato nel gennaio 2013, Nato da un piccolo gruppo di amici, che amava cantare.
Cantare? Sì ma non una cosa qualsiasi!
Il “Cri du Choeur” (Grido del Coro), corale militante, ha un desiderio comune: ritrovare una voce conculcata da un sistema inumano condividendo canzoni di lotta.
L’azione collettiva e il “fare insieme” non sono solamente auspicabili ma necessari: rifiorire nel piacere di cantare insieme.
Perché la lotta? Occorre far sparire il capitalismo, il sessismo, il razzismo, il colonialismo e trasformare in modo radicale la società.
È sufficiente il solo ricorso alle urne? Agire qui e ora, riprendere il controllo delle nostre vite, delle nostre strade, dei nostri quartieri, delle nostre campagne.
Una canzone, una poesia valgono più di mille discorsi per ridare speranza e gusto per la lotta.
Per cantare bene è necessario sollevare la testa e sollevare la testa per cantare bene è intraprendere la lunga marcia verso l’emancipazione. Allora cantiamo!

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Con quali ricerche e criteri scegliete i canti per la vostra attività di corale?
Chiunque può proporre la sua canzone… un brano ascoltato, noto…
La nostra corale propone l’autogestione. Non ci sono leader, ma siamo tutti attivi. le canzoni sono proposte, gli arrangiamenti fatti da coloro che lo desiderano. I più preparati musicalmente tra noi verificano, danno un aiuto, arrangiano…
Le canzoni sono scelte collettivamente. Ci sono vari temi (ambiente, lavoro, antimilitarismo, ZAD, sans-papiers…). A volte le canzoni possono essere modificate se certe parole danno problemi o non sono più attuali
Certe canzoni ci vengono da differenti luoghi di lotta (in Francia e altrove). Sono segnalate da chi ha potuto viaggiare.
Il nostro coro prende/pesca sempre più nel repertorio degli incontri nazionali (e internazionali) delle corali militanti (Royères, 23) ogni corale deve arrivare con una o due canzoni da trasmettere alle altre. L’incontro dura una settimana. Il tempo di imparare completamente le nuove canzoni su cui si lavorerà nel corso dell’anno che segue.

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