FRANCO RUSSO.
1. Un forte fumatore vede, progressivamente, ridursi la sua memoria, tende a dimenticare i nomi, i visi, i fatti.
2. Un forte fumatore ha una qualità di vita peggiore: tosse, bronchite, fiato corto riducono la sua capacità di camminare, correre, andare in montagna, nuotare, fare sport.
3. Un forte fumatore ha un elevato rischio di tumore ai polmoni, con una mortalità elevatissima, ma anche alla laringe, alla trachea con effetti spesso mortali e sempre devastanti.
4. Un forte fumatore rischia di essere un cardiopatico ed ha un elevato rischio di infarto.
5. Un forte fumatore ha anche un elevato rischio di danni del sistema circolatorio con possibilità di arteriosclerosi precoce e relative compromissioni dell’autonomia degli arti superiori ed inferiori.
6. Un forte fumatore – ultimo ma non ultimo – spesso vede limitata la propria virilità in conseguenza del diminuito afflusso di sangue con probabile compromissione della “vis coeundi”.
7. Infine un forte fumatore, se fuma in presenza di chi non apprezza il fumo, soffre di forti cali di popolarità, tacciato, come minimo, di maleducato ma anche di antidemocratico, selvaggio, assassino.
Mi pare ci sia tutto. Ma:
1. non è detto che sia un male dimenticare fatti, persone e nomi; spesso un forte fumatore non dimentica ma ha solo una maggiore capacità di selezionare quel che vale la pena di ricordare;
2. vero, ma proprio perché parte svantaggiato nel fiato, spesso, è costretto ad impegnarsi di più, a elevare la soglia di sofferenza e ottiene grandi risultati;
3. meglio i tumori veloci, definitivi ed incurabili rispetto a quelli che si trascinano;
4. vero, ma al cuore non si comanda;
5. vero e una situazione di arti compromessi gli consente di starsene seduto in poltrona a leggere e a pensare mentre fuma;
6. già però così ha la scusa per smettere quell’attività in cui, come disse un Sir inglese che spiegava perché aveva smesso: “Il movimento è faticoso, la posizione ridicola e il piacere effimero”. Senza contare che, quando succede, il fumatore può sempre smettere di fumare ma il non fumatore?
7. vero, ma l’aspetto positivo è che accendere una sigaretta in presenza di persone moleste riduce, sensibilmente, il tempo che sei costretto a trascorrere con loro.
Il mondo è stravagante: avete mai notato l’atteggiamento dello stesso rispetto ai piaceri della vita?
Un divoratore di libri è un intellettuale, un bibliofilo, una persona di cultura.
Un melomane è una persona di grande sensibilità, amante del bello.
Un amante della buona cucina è un raffinato intenditore e amante del gusto.
Un accanito bevitore è una piacevole compagnia ed un commensale apprezzato ed invidiato per la sua competenza.
Gli amanti del cioccolato e della panna sono guardati con simpatia, gli si riconosce il bisogno di affetto che li costringe a farsi coccolare dai dolci.
Quelli che fumano “erba” o addirittura “si fanno” – se non ti stressano chiedendoti dei soldi – sono, in fondo, da capire: infanzia difficile, insuccessi scolastici, separazione dei genitori, tradimenti di morose.
Gli amanti del caffè sono tollerati ma guardati con qualche sospetto. Prendono il caffè anche la sera, poi non dormiranno, cosa faranno nelle ore di veglia, sembrano nervosi ed irritabili.
I fumatori sono i reprobi, quelli da mettere all’indice, oggetto di crociate caratterizzate dalla massima intolleranza: puzzano, ti costringono a respirare il loro fumo usato, infestano gli ambienti e gli abiti, tossiscono e disturbano, si ammalano e vanno curati a spese di tutti.
E il massimo dell’intolleranza, spesso, si ritrova in quei posti in cui si predica la tolleranza. Perché sono uno zoticone maleducato se infliggo, stando sempre ad educata distanza, il mio fumo agli altri ma sono, per esempio costretto, a tollerare noiose e presuntuose farneticazioni da parte di chi violenta le mie orecchie non meno di quanto io violenti i suoi polmoni? Perché debbo sopportare che una coppia di talebani cuneesi dica, con aria schifata, che in quel ristorante non va perché c’è una sala per fumatori? Perché a scuola, da trent’anni, infliggiamo ai nostri studenti campagne antifumo che ottengono l’unico risultato che i fumatori, soprattutto tra le donne ed i giovani, sono aumentati? Perché non si riesce a capire che il proibizionismo esasperato non fa altro che alimentare il gusto del proibito? Ma, soprattutto, perché esercitiamo il massimo di tolleranza nei confronti di tanti censurabili comportamenti mentre riserviamo tutta la nostra intolleranza ai fumatori?
E poi…
Quanti altri piaceri mettono, contemporaneamente, in moto i cinque sensi?
Sì, lo so: state tutti, maliziosamente, pensando ad un’altra cosa che mette in moto i cinque sensi. Probabilmente avete ragione ma in questo scritto ho deciso di occuparmi del presente e del futuro e di lasciare da parte il passato.
Prendi in mano la sigaretta, la accarezzi e la appoggi sulle labbra, fai scattare l’accendino ed osservi la fiamma; intanto che accendi, senti lo sfrigolio del tabacco che brucia, annusi l’aroma del fumo che ti inebria le narici, ti entra dentro, accarezza le papille gustative, si tuffa nelle profondità del tuo apparato respiratorio e ne assapori il gusto intenso, contempli le volute di fumo che salgono verso il cielo, guardi la brace che si ravviva e colora di rosso mentre aspiri, schiacci, con dolce violenza, il mozzicone nel portacenere.
Io continuo a fumare.