Un anno senza automobile (e molto altro)
SILVIA PIO
Se paghi con la carta di credito hai il vantaggio di sapere sempre quanto spendi. Potrebbe anche essere uno svantaggio per coloro che hanno la firma facile sulla ricevuta.
Comunque so esattamente quanto ho speso di benzina durante l’anno appena finito. 1900 Euro, l’equivalente di due mensilità del mio stipendio part-time-in-città-diversa-da-quella-di-residenza. D’altra parte se vivessi dove lavoro spenderei almeno 4000 Euro in più di affitto.
Parlo come se tutto fosse ancora com’era ieri. Ma lo sapevo che sarebbe cambiato, me l’aveva detto il mio datore di lavoro. “Cercati un altro impiego e facciamo il passaggio diretto”. Ma come si fa a trovare un impiego di questi tempi? Neppure durante i tre mesi di cassa integrazione, quando ho fatto la via crucis delle agenzie dell’impiego e la visita delle sette agenzie interinali (si fa per dire, sono ben di più) di tutte le città dei dintorni l’ho trovato. Niente. Allora il mio datore di lavoro, pover’uomo, ha proprio dovuto licenziarmi. “Ma hai diritto ad un anno di indennità di disoccupazione”. 500 Euro al mese.
Stamattina è la prima mattina da disoccupata. Decido di fare due conti, tanto per tenermi in allenamento e continuare la stessa attività che facevo da lavoratrice.
Dicevo, 1900 Euro di benzina risparmiati, insieme a bollo e assicurazione e a tutti quei controlli dal meccanico ai quali una vecchia automobile costretta a fare tutti quei chilometri deve sottoporsi se non vuole essere rimpiazzata da un modello più nuovo. Cosa che non mi sarei potuta permettere.
Sì, farò a meno della macchina. Non me ne sbarazzo definitivamente, non si sa mai, potrei davvero trovare un altro lavoro e averne bisogno. No, la presto. Qualche giorno fa mia sorella mi ha telefonato (ho capito che aveva un guaio, altrimenti non mi chiama mai): “Ho sfasciato la macchina”. Sempre esagerata, infatti quando le chiedo cos’era successo: “È caduta la marmitta, allora l’ho portata dal meccanico che mi ha detto che oltre alla marmitta ci sarebbe stato anche qualcos’altro da cambiare nel motore, non ho capito bene, qualcosa di grosso. Poi ti ricordi, i vetri non si abbassano e il portellone del bagagliaio non si apre. Insomma, avrei dovuto spendere più di quanto costa la macchina…”
Non l’ho lasciata finire: “Ti presto la mia”. A patto che sia tu a pagare bollo, assicurazione, che scadono a fine mese, e tutte le altre spese. E a patto che, se mi serve, me la restituisca subito”.
Non sapeva come ringraziarmi. Mia sorella un lavoro ce l’ha, ma è più spiantata di me perché ha un figlio da mantenere agli studi.
Quindi, niente automobile.
Ma non risparmierò solo su quello, ho deciso di togliere il telefono fisso. È un po’ che ci penso, e le colleghe al lavoro a chiedermi: “Come fai con Internet, ti compri uno smart phone?” Macché smart phone, mi tengo il mio vecchio cellulare, che tra l’altro uso pochissimo perché le amiche preferisco incontrarle al bar per un caffè.
La settimana scorsa sono andata in biblioteca perché mi hanno detto che c’è una bacheca con gli annunci di lavoro. Ho scoperto che sono annunci per studenti, e infatti la sala di lettura ne era piena, tutti con il loro portatile. Pensavo stessero a scrivere la tesi, ma ad un’ispezione più ravvicinata mi sono accorta che stavano navigando su siti ameni. Ho chiesto lumi alla bibliotecaria, che è stata mia compagna di scuola. “Puoi navigare con il wi fi qui, gratuitamente e per due ore al giorno”. Ecco come faccio con Internet, vengo in biblioteca e navigo per ben due ore, record mai raggiunto prima. C’è anche il distributore di acqua gratuita e l’angolo bar con la macchina di caffetteria e bibite con prezzi popolari.
Ora il risparmio sulle spese correnti si fa notevole: le bollette telefoniche, con pagamento domiciliato, gravavano sul conto bancario di 210 Euro l’anno.
Un momento, a che mi serve il conto in banca? E la carta di credito? Di sicuro nell’anno prossimo non farò vacanze e non comprerò su eBay. 200 Euro di spese bancarie in meno! E se trovo un lavoro mi faccio pagare sul libretto postale, quello dove ogni mese mettevo da parte per le vacanze estive.
Quando sono andata in biblioteca ho visto anche qualcos’altro. Sul portone del vecchio palazzo di fronte c’era il cartello AFFITTASI BILOCALE. Invece di questo alloggio grande, e difficile da scaldare in inverno, due stanze potrebbero essere ottimali. Nel vecchio centro non c’è nessuno che vuole andare ad abitare e gli affitti, anche perché le case non hanno garage, sono ridicoli.
E allora rido, per questa possibilità di vivere sobriamente e liberarmi di quanto non serve davvero.
Ricapitoliamo, 1900 Euro di benzina, 400 di bollo e assicurazione, 210 di telefono fisso, 200 di spese bancarie, 2400 di affitto (la differenza tra quanto pago ora e quanto pagherei nel bilocale, senza parlare delle minori spese di riscaldamento e condominio), per un totale superiore a 5000 Euro. Se aggiungo il meccanico e tutte quelle spese che si fanno per compensare la frustrazione del lavoro, arrivo in pari. Incasso lo stesso importo netto senza lavorare e muovermi dalla mia bella città.
E le amiche le invito al bar della biblioteca.
Caro Simone Perotti, per un anno vivrò con meno soldi di te e magari ci scriverò anche un articolo.
(disegno di Silvia Pio)
Margutte ha già pubblicato “Dal diario di un’aspirante scrittrice” https://www.margutte.com/?p=1822 e pubblicherà pagine di altri diari.