Malaavia. Ovunque è possibile trovare la Luce.
Al di sopra del fiume di luce della White Way,
su quel mare immenso di fiori incandescenti,
si levarono le voci della notte antica
e delle giovani torri.
«Notte di popoli estinti» dissero le torri,
«alti si stagliavano un tempo i tuoi monumenti, ma
ora
le più alte tra le tue piramidi devono alzare lo sguardo
per scorgere le luci che cingono la fronte della
nostra città».
«Ma ciò che è divino nell’uomo» rispose la notte
«arriverà un giorno a toccare le stelle,
ed egli scolpirà il suo nome su un monumento
ben più grande di voi e di me».
Il mio cuore è il campo che semino per te,
per dargli acqua e mieterne i frutti;
il mio cuore è la casa che apro per te,
per farvi entrare il fresco e liberarla dalla polvere;
il mio cuore è il tappetino1 che stendo per te,
per danzare, pregare o dormire;
il mio cuore è una collana di perle per te,
da indossare, spezzare o custodire;
il mio cuore è un sacco pieno di meraviglie,
magici tappeti, anelli e cappelli,
perché tu gioisca di quei tesori
giunti da lontano e dal profondo di me.
Intervista a Pas Scarpato dei Malaavia
Quando e come vi siete avvicinati alla musica come espressione artistica?
Beh, diciamo che i MALAAVIA sono nati già con l’intento di non fare musica di evasione, ma di unire la cultura di un certo tipo a composizioni strumentali che non fossero troppo scontate. Solo dopo ci siamo accorti che tutto questo si chiama “progressive”. Siamo ben lieti di essere “progressive” da diciotto anni.
Quali suggestioni musicali e/o riferimenti letterari confluiscono nella vostre produzioni musicali e testuali?
Sono tanti i riferimenti. Quelli più forti vengono dal bacino del Mediterraneo. Nei nostri testi o nelle musiche sono sempre presenti il mare e la luna che si specchia in esso. I testi raccontano di esperienze che proiettano l’uomo verso la propria evoluzione interiore, oppure di spostamenti di popoli e tradizioni, anche in maniera critica. In generale, la proposta artistica di questa band è senz’altro adatta a chi non vuole urlare per farsi sentire, a chi crede che il new prog non sia solo “estetica” di un fenomeno passato, a chi cerca un “veicolo” per iniziare a conoscere sé stesso.
Questo è stato per noi chiaro, fin dall’inizio.
Come è nata la scelta di tradurre e mettere in musica testi poetici arabi?
Tutto ha la sua ragione d’essere. Se ci sono delle affinità, bisogna inseguire le tracce che te le fanno assaporare.
Conoscevamo già Francesco Medici, il grande traduttore italiano di Khalil Gibran.
Leggendo le sue nuove traduzioni dei poeti arabo-americani del “circolo della penna” pubblicati in Poeti arabi della diaspora (Editrice Stilo) ci siamo accorti che esiste una cultura poetica del bacino arabo totalmente rinnovata, nella lingua, nelle tematiche. Noi eravamo rimasti al Medio evo arabo.
Le musiche per le prime due liriche sono arrivate spontaneamente.
Breve biografia
I Malaavia si formano alla fine del 1998 dopo un cambiamento nella line-up della apprezzata band etno-prog Blue Tango di Napoli nella quale Pas Scarpato e altri membri militavano.
Nel Dicembre 2001, Franco Mussida, storico chitarrista della PFM, assegna ai Malaavia il “premio portavoce” alla manifestazione Ritmi Globali Europei di Treviso.
L’incontro con Massimo Orlandini e Raul Caprio della Ma.Ra.Cash, mette in moto il meccanismo che porta alla realizzazione del primo concept-album del gruppo: Danze d’incenso.
La perfetta simbiosi tra la scrittura di Pas Scarpato e Oderigi Lusi, la passione e professionalità di tutto lo staff artistico-tecnico della Ma.Ra.Cash fanno di questo disco una pregevole rarità nel panorama della musica italiana d’avanguardia, ancora oggi.
Il 2004 è l’anno dei Malaavia . L’incontro con Tony Pagliuca (tastierista storico delle Orme), apre nuovi scenari. Un fortunato tour in tutta Italia organizzato da Massimo Orlandini e Iaia de Capitani della D&D porta la band ad accogliere tra le proprie fila nuovi musicisti e a dividere il palco con YES e PFM. Successivamente la formazione realizzerà diversi concerti e dividerà il palco con Banco del Mutuo Soccorso e Gianni Leone del Balletto di Bronzo.Nel 2008 si arriverà alla realizzazione del secondo album, Vibrazioni Liquide, che vedrà la collaborazione, tra i tanti, del cantautore brianzolo Francesco Magni.
Altri concerti e alti collaboratori.
Alla fine del 2014 esce per la MARACASH Frammenti Compiuti, un album nel quale i MALAAVIA metteranno a frutto tutte le esperienze accumulate negli anni per dar vita ad un nuovo sound completamente rinnovato e autenticamente progressive. L’incontro con lo studioso e traduttore dall’arabo Francesco Medici, offrirà a Pas Scarpato lo stimolo per musicare una prima lirica ( Canto Sufi) del poeta arabo della diaspora Ameen Rihani. Per questo brano e per il successivo (Le torri e la notte), contenuto nell’antologia “Poeti arabi della Diaspora” di Francesco Medici, daranno ai Malaavia ottimi riconoscimenti dal mondo universitario, di Beirut e di Milano.
Il prossimo album in preparazione riguarderà ancora i testi dei poeti arabi della diaspora e il discorso del rinnovamento culturale di questa parte di oriente.
Discografia
1998-2004 : Danze d’incenso ,l’intuizione, i grandi incontri.
2005-2008: Vibrazioni liquide, il dubbio, la crisi, il ripensamento, alcuni addii.
2009 -2014: Frammenti compiuti, la rinascita, la consapevolezza di ciò che si è fatto, le nuove mete.
Le poesie Le torri e la notte e Canto ṣūfī di Ameen Rihani, musicate dai Malaavia sono tratte da: Medici Francesco (traduzione a cura), Poeti arabi della diaspora.