GABRIELLA MONGARDI.
Due sono le possibilità di lettura di Ritratti di una provincia, il quarto libro scritto da Gabriele Gallo nell’arco di pochi anni, e completamente diverso dai precedenti (Rifugiarsi nella descrizione di un attimo – Alpi Liguri, Rifugiarsi nella descrizione di un attimo – Alpi Marittime e L’altra montagna. Quando l’incontro con chi resiste ti cambia la vita), a testimoniare una ricerca in fieri, che sarà bello seguire nei suoi approdi.
Il sottotitolo, Girovagando tra le terre di Cuneo, ne fa quasi un reportage di viaggio, all’insegna del wandern – un vagabondare senza meta, ma con gli occhi e il cuore aperti a cogliere tutti gli aspetti di un paesaggio, quello della provincia di Cuneo, variegato e segreto, che l’autore conosce dalla nascita e che con questo libro vuole far conoscere attraverso il filtro di una scrittura elegante, capace di accensioni metaforiche ma non barocca, una scrittura che amalgama storie ed emozioni dando un’anima alle cose. Per questa ragione si potrebbe addirittura usare come guida turistica, ripercorrendo l’originale itinerario descritto negli otto capitoli, da Montezemolo a Ponte di Nava, dall’Alta Langa alla pianura alle valli alpine; per questo i Comuni citati (e la Provincia di Cuneo, a maggior ragione) dovrebbero inserirlo d’ufficio nelle loro biblioteche…
Ma lasciamoci invece guidare dal titolo, Ritratti di una provincia, e leggiamo questo delizioso libretto come se visitassimo una pinacoteca. Ammiriamo così i “ritratti”: dal panoramico affresco di apertura, che in un sol colpo d’occhio, dall’alto del colle di Montezemolo, abbraccia tutta la ‘provincia granda’ (“grande il doppio della Valle d’Aosta”) e ne coglie l’essenza (“una terra introversa e timida, che si crogiola all’ombra delle montagne”) fino ai primi piani delle città, dei paesi, delle borgate – o delle montagne. Alba bifronte, con il Tanaro che “sonnecchia al sole”, Pollenzo che dal II sec. a.C. si porta addosso “cicatrici di ogni epoca”, il Monviso gigantesco con le sue “guglie tanto ruvide e acuminate”, Elva “straordinaria roccaforte della civiltà montana”, Palanfré che “sonnecchia protetta dal suo bosco”, Cuneo “ordinata e geometrica” contrapposta a Mondovì ‘città invisibile’, perché è “una miscellanea di cantoni ufficiosamente indipendenti”: queste e tante altre vedute ci sfilano davanti agli occhi – immagini in quattro dimensioni perché allo spazio si aggiunge sempre anche il tempo, in un incessante andirivieni tra passato, presente e futuro.
Gabriele Gallo con questo libro conferma la teoria che la mente dell’uomo è geneticamente e culturalmente paesaggistica (il riferimento è alla Landscape Mind Theory del prof. Matteo Meschiari), e si conferma uno scrittore che ha qualcosa da dire e sa farlo con garbo e stile.
GABRIELE GALLO, Ritratti di una provincia, Edizioni Leucotea, Sanremo 2016
QUI la recensione di L’altra montagna, QUI alcune notizie sull’autore.