UMBERTO BECCARIA.
Mi soffermo in questa riflessione sulle corrispondenze tra musica e dialogo. I concetti ad esse relative sono molto cari al grande maestro Daniel Barenboim. Leggendo e ascoltando le sue parole ho deciso di elaborare alcuni pensieri su questo argomento.
Ogni brano musicale è costituito da più voci che possono essere suonate in contemporanea, formando armonie come ho spiegato nello scorso articolo, oppure anche in momenti differenti. L’aspetto meraviglioso e incredibile della musica è che ogni voce “cantante” è allo stesso tempo indipendente e legata alle altre nella composizione musicale. Qui entra in gioco l’aspetto del dialogo. Inteso sia in senso musicale che umano. Nella musica accade un fatto straordinario, perché nello stesso momento vengono suonate diverse linee melodiche che si “ascoltano” e si intrecciano l’una con l’altra. Nel dialogo umano questo non è possibile perché ogni individuo prima parla poi ascolta, non può compiere le due azioni simultaneamente. O meglio, potrebbe compierle ma il dialogo sarebbe privo di significato. Nella musica invece tutto questo è possibile e la grandezza di un musicista sta nel saper ascoltare sempre cosa succede intorno a lui, se suona in un’orchestra o in un ensemble da camera, oppure, se solista, di far emergere la trama polifonica e le voci nel miglior modo possibile. I compositori stessi portano molti esempi di dialogo tra più linee melodiche, che possono essere simultanee o meno. Di seguito due esempi.
Il primo, tratto dal primo movimento della Sonata op.81a di Ludwig van Beethoven, mette in evidenza una sorta di dialogo tra le due voci, come se Beethoven pensasse a due uomini che parlano. In questo caso le due linee non sono sovrapposte ma vengono una dopo l’altra. Nei due estratti della sonata di seguito, Beethoven inizia con una linea melodica molto scarna e semplice per poi arrivare ad una successione accordale che pare quasi simboleggiare una fine del discorso, del dialogo tra i due uomini immaginari descritti sopra. Nel secondo estratto in particolare il compositore, oltre ad aggiungere note e una base armonica, modifica anche il ritmo, con un dialogo tra le voci che diventa più movimentato e allo stesso tempo scherzoso.
Per il secondo esempio ho scelto le prime battute del secondo movimento della sonata op.57 sempre dello stesso autore. Avrei potuto selezionare qualsiasi altro esempio tratto dalla letteratura sia pianistica, sia cameristica, sia sinfonica. Per semplicità ho scelto questo celebre e bellissimo tema composto da Beethoven. Per evidenziare il concetto dei dialogo simultaneo tra le voci che si scambiano e si completano a vicenda ho suonato prima la sola mano sinistra, poi la sola mano destra, infine il testo completo.
Mano sinistra:
Mano destra:
Testo completo:
Questo aspetto può essere colto anche in modo più semplice ascoltando una composizione orchestrale qualsiasi, in cui i vari strumenti si scambiano ruoli in continuazione.
Come detto in precedenza, l’aspetto miracoloso della musica è che anche se le voci “parlano” nello stesso momento il discorso è comprensibile, anzi più ricco, mentre nel dialogo umano tutto questo non è possibile. Riflettere sulla musica aiuta a ponderare su vari aspetti della vita che ogni persona affronta ogni giorno, e certamente migliora il modo di porsi nei confronti di questa.
A margine, consiglio al lettore di ascoltare per intero le sonate op.57 e 81a di Beethoven, a cui dedicherò approfondimenti, oltre ad iniziare ad esplorare il repertorio sinfonico, cameristico e strumentale in senso lato.
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