SILVIA PIO (a cura)
nemmeno un nome ho perduto
di quanti sono andati
li sussurro ogni notte per te
che non li hai conosciuti
e tu li vedi intorno
stanno tutti lì
in piedi, guardandoti curiosi
di come io possa
chiamarti un segreto
*
i fantasmi si riempiono di frutti le mani
sorella, respirano come i vivi, soffrono
camminandoci accanto dal confine
di quella dimensione della mente. muoiono
in mare e nei campi, sono come lampi
bagliori velocissimi attraverso la stanza
neri. poi gli schermi si spengono
e i latrati nella notte. ora dormi.
*
dimmelo tu
che solo inesisti e taci
perché sono così affranta
dal disastro.
eppure
siamo qui, vivi, errori tuoi e separati, prova
della tua fallibilità, ché se ci avessi fatti uno
tutto questo dolore non esisterebbe. invece
ci sono figli, amanti, amici, assassini, folli
e ubriachi, come bestemmie
camminano nel mondo, senza un solo
vasto pensiero d’infinito.
e c’è la guerra, c’è l’odio
ci sono la malattia e la perversione.
c’è perfino l’amore.
*
non senti il profumo della carta
nuova, della musica, del vetro?
ti scaglio contro una ribelle foglia
rossa
ti chiamo tutta la poesia del mondo
*
rinchiusi al cimitero a contare
petali di crisantemi, arresi
a un punto cui aggrappare un finale
ci vogliono
mansueti, afoni di muto gridare.
ribelliamoci amato mio, tu conosci la strada
che svia dalla fede, che scioglie il ferro
che solleva il sentire oltre la carne
*
se una pausa si dovesse all’apocalisse
non starei scrivendo e il tempo
starebbe steso
ad aspettare ritmi dettati. non posso
saperti nel diario accanto
febbricitante, ancora a piangere
morti. non siamo
di questa doppia dimensione
solamente, accolgo il clinamen
delle tue lacrime in scintille
variazioni
di un quarto spazio, di un tempo dilatato
di idee iperuraniche. le tue mani.
guardale! sono belle mani, forti
colme di pensieri e di figli.
così attente sono
ai voli dei gabbiani.
*
l’orientamento dell’imbarcazione dipende dai sogni
della vela, dalla sua propensione all’accoglienza
dalla sfumatura di bianco con cui vuole mostrarsi
al cielo, dalla timidezza delle stelle, dall’esistenza
dei luoghi, da quanti uomini oggi devono morire
Claudia Zironi, Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni collana “Poesia oggi” di Marco Saya Edizioni, Milano 2016. Prefazione di Francesca Del Moro, postfazione di Vladimir D’Amora.
«Nella foto di copertina, fotogramma del film Poltergeist di Tobe Hooper, una bambina è inginocchiata davanti a un apparecchio d’altri tempi, in una posizione che suggerisce fascinazione e al tempo stesso adorazione. Due sentimenti che attraversano tutto il libro, in cui al televisore, divenuto via via più grande e piatto, si affiancano i frutti di più recenti evoluzioni tecnologiche: computer, tablet e smartphone. Tutti strumenti funzionali a mantenerci in contatto con il nostro essere virtuale, micro-innesti bionici che, infilati nella nostra mente, alimentano un mondo popolato da fantasmi e spettri.»
Dalla Prefazione di Francesca Del Moro
Con Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni, suo terzo lavoro nel giro di poco più di quattro anni, Claudia Zironi compie un ulteriore passo in avanti nella costruzione di una poetica personale quanto autentica.
L’idea di poesia che presenta nelle sedici sezioni in cui è diviso il libro, mostra infatti una complessità e una stratificazione del pensiero in piena continuità con i titoli che lo hanno preceduto, ma anche una spinta in avanti per quanto riguarda caratura e maturità del dettato.
Se in Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni risiede ancora la messa in scena, sempre aperta, schietta, priva di infingimenti, di un desiderio che è sì erotico, ma anche di relazione alta, di congiungimento attraverso il pensiero della persona amata eppure fantasmatica, ecco appunto presentarsi con maggior forza e compiutezza rispetto a Eros e polis una riflessione sulla perdita totale di fisicità per quanto riguarda l’esistenza umana. Un venir meno che è e resta tragico patrimonio dei nostri tempi, quindi non ancora sperimentato appieno in tutta la sua potenza, quindi ancora da pensare, da ragionare.
Zironi guarda al distacco che si crea fra corpo e corpo, fra il bisogno di contatto e il nascondersi dietro quelli che Francesca Del Moro nella sua prefazione stigmatizza come «i frutti di più recenti evoluzioni tecnologiche: computer, tablet e smartphone». Ma in questo distacco intravede l’elemento del desiderio che ancora muove l’uomo, cioè il voler appartenere alla materia, non all’effimero. Perciò l’autrice afferma di trattare «lo schermo, questo simbolo della nostra epoca, che pilota e annienta la fantasia, che si sostituisce alla volontà e ai valori, che sta mutando molto più profondamente di quanto ci si renda conto i nostri comportamenti sociali e artistici e sentimentali, come oggetto nella sua funzione specifica, ma anche come prisma che filtra e deforma la realtà: amore, eros, rapporto umano».
Libro ricco di rimandi e citazioni, Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni non si ferma solo a questo specifico: nel suo essere estremamente composito quanto pluristratificato nelle indicazioni di senso, nello sviluppo dei temi, ha l’ambizione di abbracciare un campo vastissimo di tematiche («L’amore e la morte, la carne e il linguaggio, l’osservazione della fenomenologia fisica e il suo compenetrarsi con la metafisica, i tributi alla filosofia, all’astronomia e alla fisica, la negazione della verità e della storia, echeggiano contro le pareti della caverna platonica in cerca di un punto di rottura che le mandi in frantumi» conferma l’autrice) come ad abbracciare il mondo, che sempre più sembra voler sfuggire a un giusto desiderio di matericità, di fisicità.
Claudia Zironi opera nel mondo della diffusione culturale con la fanzine Versante Ripido dedicata alla poesia della quale è uno dei fondatori; dal 2013 è artisticamente legata al Gruppo 77 di Bologna. Collabora con altre realtà associative rivolte all’arte e al sociale. Con questo libro è alla terza pubblicazione poetica in Italia: la prima è del 2012 con questa stessa casa editrice: Il tempo dell’esistenza e la seconda del 2014 con Terra d’ulivi ed.: Eros e polis, in uscita anche in USA con l’editore Xenos Books in traduzione di Emanuel Di Pasquale.