Crepuscolo
È tramonto:
sto toccando il sole.
Spero che domani
sorga di nuovo.
Sto portando una lampada
che sta spargendo la sua vampa.
Cieco osservatore di derelitti
sento sordo milioni di corpi invitti.
Non sto vedendo quel
sole che mi aspettavo:
per tutti sta sorgendo
e questa è la realtà di molti.
Parlare è un tabù
stare zitti è la moda.
Ma io voglio vivere con passione,
andare contro la convenzione.
Ora io posso scorgere quel sole
color arancio sorridere
sui campi color verde. Spero
di non essere il solo.
*
Gabbiano sulla Valdichiana
Viaggiando dietro sogni mai visti
si vola su tragitti mai fatti
per esplorare verità mai esplorate
e piegarsi su campagne mai conosciute.
Un gabbiano passa sopra il cielo della
Valdichiana, cosa strana, forse per andare
verso il Trasimeno o verso chissà quale pattume.
Per nutrirsi vola su terre a lui lontane,
case leopoldine e colli ne sono
il panorama, non spiagge o scogliere.
L’aria ormai la fa l’uomo
quella libertà cercata non esiste più
quella fuga è per disperazione.
Non c’è più riparo nell’acqua nera.
*
Al teatro
Viaggio per vie già percorse,
vedo gente mai vista ma
già conosciuta con facce diverse
attendere l’atto finale.
L’attore dirige la sua vita
verso migliaia di maschere
portate da molti e da nessuno,
scelte per nascondersi dal nulla.
Ma chi pretende di dire la verità
si ritrova già smentito: nessuno
può pensare diversamente da ciò
che è previsto, è solo un volto.
La vita è una tragicommedia:
sorridere dietro sentimenti puri
piegati da convenzioni maligne
colme di interminabili dolori.
*
Sepolcro
Saluta il sepolcro incolto
del pover uomo sepolto
da anni pieni d’oblio
che è in cerca dell’idillio
sotto momenti di noia;
il tempo uccide la memoria
rattrappita dal silenzio
della storia. Per screzio,
o viandante, la sorte
porta con sé la morte.
I ricordi della gente
se ne vanno dalla mente,
ma tu portali con te
con tante storie mai morte
e vivi il tuo destino
finché il capo sarà chino.
Che la terra sia lieve
come d’inverno la neve.
*
Limiti
L’uomo ha due grandi limiti:
nella sua grandezza
di fronte al tutto sa farsi domande,
nella sua pochezza dà risposte instabili.
*
Immergersi nei sogni
Gli ultimi poeti rimasti sono
quei sognatori che si danno alla vita,
quei romantici uniti nel canto della libertà.
Il poeta è come l’albatros nel battito d’ali.
I sogni sono la speranza nell’avvenire.
Le colline sono i miti degli eroi
e sposare la natura è il vezzo dei poeti.
Sbircerò nei sogni dei vagabondi e a loro
donerò la mia benedizione e il sorriso mio.
Mi immergerò nei sogni della poesia.
In copertina: Enzo Santini, Borgo Medioevale, olio su legno, cm 40×70.
Marco Penzo, La nostra libertà, Editrice Petite Plaisance, Pistoia 2015. Associazione culturale senza fini di lucro www.petiteplaisance.it
Marco Penzo, nato a Sinalunga (SI) nel 1988, diplomato presso il Liceo Classico “Francesco Petrarca” di Arezzo e laureato presso la facoltà di “Lettere e Filosofia” dell’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”, si dedica con passione alla scrittura. La raccolta di poesie La nostra libertà è la sua prima opera pubblicata.