UMBERTO BECCARIA.
Ci addentriamo in alcune delle composizioni più intime di Chopin, le Mazurche e i Valzer. La grande pianista Maria João Pires durante un suo workshop ha fatto un’osservazione fondamentale su queste “piccole” opere, ossia che siano necessarie per la piena comprensione di opere più importanti del compositore polacco. Capire il “piccolo” Chopin per arrivare a comprendere il “grande” Chopin.
Il compositore è noto per aver ridefinito la concezione e il suono del pianoforte, scrivendo quasi esclusivamente per questo strumento differenti tipi di opere: Ballate, Studi, Scherzi, Notturni, Preludi, Sonate, Polacche, Improvvisi. Poche sono le opere non dedicate solamente al pianoforte: i due concerti, alcune altre composizioni per pianoforte e orchestra, lavori per pianoforte e violoncello, un trio e alcuni canti.
La mazurca è una tipica danza popolare polacca, proveniente dalla regione della Mazovia, con un caratteristico ritmo ternario accentato sul secondo o terzo tempo della battuta. Si diffuse prima in Polonia nel 1500 poi anche in Europa. Tra le più note vi sono appunto quelle di Chopin. Egli scrisse più di 50 mazurche durante la sua vita, alcune vivaci e altre più intime, ma dalla comunque forte potenza emotiva. Le composizioni del maestro Polacco contengono elementi di grande innovazione ma anche caratteristiche comuni alle mazurche tradizionali. Sia in queste ultime che in quelle di Chopin, ad esempio, vi è la presenza di un frammento musicale che viene ripetuto più volte all’interno della composizione. Questo elemento permetteva che le mazurche tradizionali potessero essere ballate; il compositore polacco tuttavia non le intende prettamente in questa accezione, anche se tiene sempre a mente la forma originale. L’elemento della danza resta infatti comunque presente nei lavori di Chopin, ma in modo più contenuto e intimo.
Anche i Valzer sono contraddistinti dal ritmo ternario, alcuni vivaci e altri più espressivi. Questa forma di danza non ha origine polacca, a differenza della mazurca, ma si sviluppa in Austria e in Germania a fine ‘700. Il valzer subisce cambiamenti che lo portano alla forma attuale. L’apoteosi di questa forma musicale si ha probabilmente a metà ‘800 con i due Strauss, ma Chopin ne ridefinisce il genere. Come per le mazurche, il valzer non è inteso solamente per essere danzato ma è espressione dei sentimenti e del romanticismo di cui Chopin è insigne esponente.
Tuttavia, per rendere al meglio sia i valzer che le mazurche, l’esecutore dovrebbe sempre tenere a mente l’elemento della danza e cercare di comunicarlo all’ascoltatore, fare venire voglia di ballare al pubblico che si pone nei confronti dell’opera.
Propongo a questi link le 4 mazurche opera 33 che evidenziano i caratteri allo stesso tempo introspettivi e giocosi di queste composizioni di Chopin.
Tuttavia qualsiasi valzer o mazurca è utile per la comprensione piena del genio polacco. La vera scoperta delle grandi opere di Chopin può avvenire infatti soltanto tramite l’ascolto e la riflessione. Invito il lettore ad esplorare questi piccoli capolavori.