I miei auguri per il 2017

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Diogene che cerca l’uomo (attribuito a J.H.Wilhelm Tischbein)

FRANCO RUSSO.

Sono un anziano signore ancora passabilmente lucido ma sufficientemente deluso dalle cose del mondo. Nei primi decenni della mia vita e fin dall’infanzia, grazie ad insegnamenti ed esperienze, ho imparato a viaggiare nella vita scegliendo. Una strada, una scuola, un cibo, una montagna, una morosa, una squadra di calcio, un lavoro, un’automobile, una morale, un amico, uno sport. Scelte qualche volta di testa, qualche volta di cuore, qualche volta di pancia. Ma, in tutte le scelte, ero io a scegliere. Confortato da ragione o da sentimento, dal cervello o dal cuore o anche da qualche altro organo. Mi avviavo a concludere, serenamente, questo viaggio convinto che il metodo della scelta, giusto/sbagliato, utile/dannoso, bello/brutto, buono/cattivo avrebbe continuato ad assistermi fino alla fine. Naturalmente ci sono stati degli “accidenti” e degli “incidenti”. Ho conosciuto uomini e donne stupidi, malvagi, ingrati, ignoranti, invidiosi e sperimentato qualche “male di vivere”. Ho cercato di essere solidale, buono e generoso ma, spesso, ho dovuto ricordarmi del mitico Enzo Ferrari: “nessuno faccia del bene se non è disposto a sopportare il peso dell’ingratitudine”. Ma tutto rientrava nella meravigliosa varietà della vita e, nei momenti di maggiore difficoltà, facevo un giro nel chiostro dell’Abbazia di Staffarda, dove non ci sono due pietre, due colonne, due capitelli eguali e questo mi faceva rendere omaggio alla saggezza dei monaci che avevano capito la varietà del mondo e l’avevano, mirabilmente, rappresentata. E capivo, ogni volta, che non c’è bene senza male, luce senza buio, piacere senza dolore, vita senza morte. Tutto scorreva benino finché non mi è venuto in mente che stava per finire questo dannato 2016, anno bisestile e, come faccio di solito, ho cominciato a pensare a qualche augurio un po’ originale da inviare a pochi, selezionatissimi amici. Ho ripensato all’anno che stava finendo ed ho cominciato ad annotare delle cose. E man mano che annotavo mi rendevo sempre più conto che il mio sistema duale, bussola di una vita, non funziona più. Tutte le solide certezze, tutti gli ancoraggi recuperati in una vita sono crollati. Provo una pena infinita per gli ospiti dei barconi e vorrei fare qualcosa ma è vero che sono troppi; assisto, sgomento, allo spettacolo di italiani ex borghesi che si presentano alle mense pubbliche o razzolano nei rifiuti; mi preoccupa un po’ Trump ma la vista di Obama e della Clinton mi provoca attacchi di itterizia; mi indigno con tutti i politici ma, se devo scegliere tra di loro il meno peggio non lo so fare; leggo che l’artificiere Mario Vece, moglie e due figli piccoli, che ha perso una mano a Firenze per disinnescare una bomba, deve pagarsi la protesi e deve intervenire una colletta di un quotidiano per pagargliela, e allora non so se vergognarmi di essere italiano o rallegrarmi perché non ho votato per i cialtroni che permettono queste cose; leggo che una bestia ha cosparso di benzina la ex fidanzata e le ha dato fuoco e mi vengono dei dubbi sulla mia liberale contrarietà alla pena di morte ed anche all’ergastolo; ho sempre pensato che invecchiare sia una brutta malattia ma comincio a pensare che morire sia peggio. Insomma non so più scegliere. E quindi, accontentandomi di piccole cose, con l’ottimismo della volontà ed il pessimismo dell’intelligenza, volevo augurarvi ed augurarmi che, nel 2017:
papa Francesco, di fronte a una cosa che per la sua chiesa è peccato, non dica “chi sono io per giudicare” – perché non ha capito che toccherebbe proprio a lui giudicare e poi, se proprio volesse, per una volta, fare il suo mestiere, assolvere e perdonare;
Matteo Renzi, oltre a provare ad organizzare il lavoro di tutti noi, provasse, per un mese della sua vita, a fare un qualsiasi vero lavoro;
Laura Boldrini facesse il lavoro per cui la paghiamo lautamente e smettesse di essere il punto di riferimento per l’uso della lingua italiana e che possano dannarsi all’Inferno la Sindaca, la Presidenta, l’Avvocata, la Vigila, la Professora, l’Ingegnera, la Medica, la Filosofa, la Eroa, l’Idraulica, la Meccanica, il Pettinatore, la Presida. E mi auguro anche che l’Accademia della Crusca si rialzi dalla posizione genuflessa rispetto ai politici;
Valeria Fedeli, maestra d’asilo e ministro/a della pubblica istruzione, approfitti dell’opportunità scuola/lavoro per conseguire una maturità qualsiasi e poi entri, da studenta-lavoratora, all’università;
Trump cambi il parrucchiere e che inizi, al più presto, l’abbattimento del muro al confine con il Messico; quello fatto costruire da Bill Clinton Presidente;
e, per rimanere in tema, che non mi capiti più di vedere un presidente democratico e livido come Obama che prende lezioni di stile dallo Zar Putin;
Silvio Berlusconi venda il Milan e Mediaset e si ritiri a vita privata;
Giorgio Napolitano se ne faccia una ragione, si riposi e mediti su quando inneggiava all’invasione dell’Ungheria da parte dei “liberatori” sovietici;
gli italiani la smettano di scrivere libri inutili e comincino a leggere quelli utili;
la gggente la smettesse di avere delle problematiche, ridiventasse gente con dei semplici problemi;

Naturalmente tutto questo sarebbe stato carino comunicarlo il 31 dicembre 2016 come si fa per gli auguri “seri” ma, sapendo che a tale data tutti dicono tutto – persino tal Roberto Saviano non rinuncia a spiegare al mondo il 2016 – ho deciso di aspettare qualche giorno, sperando che l’effetto delle banalità di capodanno sia concluso. E faccio mio, e trasmetto a tutti voi, l’augurio che mi ha mandato uno spiritoso amico “io non chiedo che il 2017 sia una anno felice ma mi accontento che abbia pietà di me”.