Ci pare giusto che Margutte ospiti, a beneficio dei lettori, il comunicato sottostante. Lo stesso è abbastanza esaustivo rispetto ad una situazione che ha trovato vasta eco su tutta la stampa ed i cui contorni sono piuttosto chiari. Aggiungiamo solo qualche elemento di riflessione:
– una biblioteca universitaria è patrimonio di tutti e quello che contiene, i libri ma non solo, è stato acquistato col denaro di tutti;
– la piramide di comando, il Rettore, Il Preside di Facoltà, i Docenti, i Bibliotecari sono i responsabili della cura di questo patrimonio e, dovendone rispondere, hanno il diritto/dovere di assicurarsi che la fruizione non si traduca in un danno per il patrimonio;
– in un paese libero ma ordinato e civile gli spazi pubblici sono destinati ad un uso che è coerente con la finalità per cui sono stati costruiti: le sale di attesa delle stazioni non sono dormitori, i giardini pubblici non sono mercatini per lo spaccio, le biblioteche universitarie non sono discoteche; diversamente si violentano la e le libertà di tutti gli altri;
– richiedere che chi accede ad una biblioteca universitaria lo faccia per gli scopi istituzionali e che lo possa fare esibendo un badge capace di identificare, nel caso di usi impropri, il o i responsabili è pratica normale; come acquistare e obliterare il biglietto prima di salire sul treno e sull’autobus, pagare il conto al ristorante o dal verduriere;
– troppo spesso, in questi anni, gli inni alle libertà di qualcuno si sono tradotti nella violenza rispetto alle libertà di tutti gli altri.
E chiudiamo con una insospettabile citazione di tal Vladimir Nikolaj Lenin:
“È proprio vero che la libertà è preziosa; così preziosa che andrebbe razionata”.
«A pochi giorni dagli episodi di violenza che hanno colpito la Biblioteca di Discipline Umanistiche dell’Università di Bologna, l’Associazione Italiana Biblioteche esprime la massima solidarietà ai colleghi bibliotecari coinvolti e al contempo difende chi diffonde cultura da chi diffonde violenza.
E’ infatti inaccettabile impedire il regolare funzionamento di una biblioteca dove dovrebbe azzerarsi qualsiasi tipo di tensione e di disuguaglianza.
Le biblioteche sono e saranno per sempre luoghi di accoglienza e confronto, mai di scontro.
Tutti coloro che pensano di poter usufruire di un bene collettivo prezioso per la crescita culturale di una società, come la biblioteca, per esprimere violenza e protesta devono essere allontanati immediatamente.
Ecco perché l’AIB ritiene che il Collettivo Universitario Autonomo (CUA) abbia avanzato, in un dialogo sopra le righe che ha coinvolto tutte le cariche d’Ateneo, richieste inaccettabili rispetto all’organizzazione della Biblioteca di Discipline Umanistiche (BDU).
Enrica Manenti, presidente Associazione Italiana Biblioteche: “Dopo gli eventi incresciosi accaduti a Bologna nei giorni scorsi, la nostra posizione è molto chiara: non si può avere alcun dialogo con chi sposa la politica del terrore, disposto a distruggere una biblioteca rompendo vetrate, sedie, tavoli, libri, diveltere tornelli, lanciare petardi e bottiglie, costringendo la polizia a intervenire in assetto antisommossa. Le biblioteche sono luoghi sacri, non solo per leggere e studiare, ma per potersi confrontare. Ed è nelle biblioteche che si dovrebbero azzerare le diversità e le tensioni”
L’impegno del Sistema bibliotecario d’Ateneo di estendere l’apertura serale della BDU, fino a mezzanotte, è nato per venire incontro alle esigenze di tutti gli studenti, così come il montaggio di un sistema automatico di controllo degli accessi tramite badge, già da anni attivo in tante altre biblioteche dell’Università in area Zamboni, non esclude i non studenti, bensì permette a chiunque abbia necessità di utilizzare la biblioteca, di accreditarsi e accedere ai servizi che la biblioteca offre.
La richiesta di poter autogestire uno spazio prezioso come una biblioteca non può neppure essere presa in considerazione, perché le biblioteche sono organizzazioni complete di servizi con un ricco patrimonio culturale, gestito da personale competente e specializzato, che va tutelato e protetto. Anche dalle forze dell’ordine.
Ora la biblioteca è chiusa, i contrasti non risolti, ma il Sistema Bibliotecario d’Ateneo sta già lavorando al fine di mettere la BDU in condizione di riaprire almeno i servizi di prestito e consultazione, in collaborazione con altre biblioteche dell’area Zamboni.»
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