CYBIL PRINNE
Care ragazze, all’inizio di marzo spuntano le mimose. Non voglio dire che fioriscano proprio per la festa della donna: come per ogni pianta, i fiori gialli sbocciano secondo fattori climatici che possono cambiare ogni anno. Vengono fatte fiorire, conservate in freezer o con altri metodi in modo che proprio quel giorno ne siamo inondate, per poi non vederle più per un altro anno.
Altri avvenimenti accadono solo l’8 marzo: madri e mogli hanno il permesso di uscire per divertirsi con le amiche, andare a cena con menù per l’occasione, addirittura andare in discoteca per deprimenti balli di sole donne dove spesso vengono offerti spogliarelli maschili (le donne si spogliano in pubblico tutto l’anno).
Per non parlare delle celebrazioni ufficiali e istituzionali che ricordano le donne bruciate nella fabbrica americana, il suffragio universale, l’emancipazione del dopoguerra, le pari opportunità, le quote rosa, ecc.
Tutto finirà il 9 marzo, quando le mimose si saranno già rinsecchite, le madri-mogli avranno ripreso il doppio lavoro in casa e fuori, gli spogliarellisti saranno tornati al loro lavoro quotidiano e i parlamentari avranno di meglio da fare che discutere le leggi che potrebbero interessare le donne.
Noncuranti della stagione e dell’occasione, in questo inizio di marzo continuano ad essere pubblicate notizie su denunce di stalking (soprattutto da parte di donne nei confronti dei loro ex), violazione di privacy con la messa in rete di video e foto, cyber bullismo, fino all’assurda ricerca inglese secondo la quale crescere una figlia costa almeno 34.000 Euro in più di crescere un maschio, per via degli abiti, dei gioielli e delle visite dall’estetista. Ogni tre giorni e mezzo si compie un femminicidio. Le donne degli spot pubblicitari continuano a dividersi in due categorie: animali fatali e sensuali che ci propinano profumi e troglodite senza cervello che si eccitano per un detersivo. (Il marzo dell’anno scorso Margutte aveva pubblicato a proposito questo articolo: Il corpo delle donne).
Care ragazze, il panorama è deprimente. Sapete cosa vi consiglierei di fare? Un 8 marzo diverso. Dite no alle mimose (che oltre tutto non hanno un buon profumo) e dite no a qualsiasi regalo che non abbia la garanzia di essere stato prodotto senza lo sfruttamento di donne e uomini o di risorse naturali. Dite no alle cene con spogliarello maschile, dove si pensa che possiate essere interessate a corpi muscolosi senza tenere in considerazione quello che è davvero importante: la mente, il cuore e l’anima. Dite no alle celebrazioni ufficiali, ma pretendete che davvero esistano le stesse opportunità per tutti, uomini e donne, giovani e anziani, italiani e stranieri. Dite no ad un uomo che vi vuole solo per lui, che vi dà la libertà di uscire solo una volta all’anno, che vi riprende mentre siete nude e poi pubblica le foto o i filmati. E qui ci tengo davvero a dirvi una cosa: se voi lasciate materiale imbarazzante nelle mani di un altro è come se gli faceste un regalo: i regali non sono più nostri e chi li riceve può farne cosa vuole, anche condividerli con gli amici. Un uomo che vi ama e/o desidera può servirsi del ricordo e della fantasia per eccitarsi e voi non avete bisogno di posare ed essere immortalate in situazioni che potreste rimpiangere.
Infine dite no a tutto quello che costa denaro per farvi sembrare più belle e più sexy: creare desideri fa parte della società dei consumi, sono più di cento anni che succedono queste cose e voi ancora ci cascate. Semmai investite denaro e tempo in attività che si occupino della vostra mente, del vostro cuore e del vostro spirito, e non solo una volta l’anno. In questo modo investirete nella vostra felicità e realizzazione, presenti e future, e in quelle di chi vi sta intorno.
Care ragazze, vi auguro un buon 8 marzo di consapevolezza e di libertà.