GIULIANA BAGNASCO.
Un affresco di passioni, un intreccio di storie, di luoghi, di figure femminili improntate ad una sorta di realismo magico dove l’arte di cui il romanzo è impregnato si coniuga con l’arcano, l’erotico, la sensualità. Raffinate pennellate di parole per una favola nera. In un gioco di rimandi e corrispondenze, tra realtà e visione, ogni personaggio ricerca se stesso e il proprio destino. Selene, Ludovica, Ester muovono i fili di scenari che coniugano divinazioni, dimensione onirica, tradizioni plurisecolari. In seguito ad un fatto di sangue avvenuto nella “Casa color glicine”, Selene trova un bozzetto, una figura femminile che giace come morta. Pare la bozza di un quadro di Balthus, il famoso “La chambre”. Il ritrovamento innesca una ricerca febbrile e l’arcano domina la scena rendendo inquietanti le sequenze dell’opera, scandita proprio in quadri abilmente collegati fra loro. Si incontra lo spirito guida di Zuleika, una piccola morta precocemente, e il gatto Balthasar, guardiano dell’al di là. Il viaggio si compie attraverso l’Italia e le città intercettate riflettono le competenze artistiche dell’autrice insieme al suo profondo sguardo lirico-descrittivo. La Sardegna, l’isola delle donne, rivela la magia delle sue creature femminili: accanto alle donne vampiro ci sono le filatrici che tessono il destino di ognuno e spezzano il filo della vita, le anime delle donne morte di parto e su tutto la voce del mare che “coccolava i lunghi meriggi agostani assolati, viziando la pelle di luce, l’odore salmastro persistente inebriava i pensieri volubili provocandoli con capricci dei venti”. Mentre Roma viene intesa non solo grande per storia ma capace di animare i luoghi e far grandi le piccole storie, “uno stato d’animo, un modo d’essere”, il mare a Napoli “occhieggiava ai singulti del sole di giorno suscitando la notte i livori lunari che violavano il cielo…la bellezza irriverente giocava ad evitare le carni”. È forte l’influsso del pittore Balthus, l’artista polacco che con la purezza rappresentativa dei suoi quadri impregna le pagine di un inquietante, sensuale realismo. Il filo conduttore della vicenda, Selene, ama l’uomo della sua vita, Elio, proprio come si amano l’arte, la poesia, la natura, così come si ama lo spettacolo di un mare infuriato o la pace delle montagne velate dal cielo. Accanto all’estenuante ricerca di un assassinio si acutizza lo sguardo per penetrare a Firenze nelle armonie geometriche dell’Alberti, nella lievità dei goticismi mediati dal Rinascimento o , ancora, negli azzardi bicromi che ammantano le chiese cittadine . È una carrellata di bellezze artistiche che si snodano in una trama intrigante sull’onda di una tensione che avvince fino all’epilogo.
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Il libro verrà presentato a Mondovì sabato 11 Marzo 2017, alle ore 17.30, presso il Centro Studi Monregalesi in via Monte di Pietà 1. Intervengono Claudia Bianchino, Remigio Bertolino, Stefano Casarino. Sarà presente l’autrice.