MARCO PENZO
In memoria dell’amico partigiano Ezio Raspanti
Rimembranze di un passato tragico.
Compagni persi nel tempo.
E ora rimani tu
e muori lasciandoci la speranza.
Quelle parole dette per ricordare
quei tempi, per educare
e indicare come salvare
e lasciare il ricordo di verità.
Non furono affermazioni vane,
non atti di vanità, ma di onestà
e dicevi basta all’ipocrisia
e basta a chi si ostina all’odio.
La tua non è una fine:
Bella Ciao risuona
e gli amici cantano all’unisono.
E il vento fischia ancora…
*
Un altro dì
Trafitto dai raggi dell’ignoranza
schiacciato da convenzioni arcigne
colmi le manchevolezze con un fiume,
uno stagno di volgarità dette
per licenziare il tuo prossimo.
Animo deserto, fuochi spenti
nella notte oppressi dal mal di vita.
Lezioso nel saggiare,
nel provare, sentire, reggere
il cammino verso la pace
scavi nel tuo passato per
ritrovare quella generosità persa
nei meandri dell’intolleranza.
Ed ecco un piccolo lume spegnersi…
Hai già scordato, o fragile, l’attimo
di suggestione, di carezze nel buio
date a chi voleva renderti libero.
Torna, ora, sogna.
*
Conteggiare gli attimi
Un macigno
di pietra molto dura
sul solco del
labirinto di carta.
Eppure solleva il peso
fai andare il tuo camminare
non sei una macchina:
senti, provi, sogni…
Uno sguardo
un attimo.
Marco Penzo, Attimi, editrice petite plaisance 2017
In copertina: Marco Sallese, Venature, foto a Bagno Vignoni (Siena), 2016.
Marco Penzo in Margutte:
Immergersi nei sogni della poesia