Schumann, concerto in La minore

robert_schumann_1839

UMBERTO BECCARIA.

Oggi parlo di uno dei più geniali ed influenti compositori del romanticismo: Robert Schumann.

Egli è stato uno degli artisti più importanti del periodo, che ancora oggi viene preso come grande punto di riferimento per i capolavori che è stato capace di creare. Dal pianoforte solo alla musica sinfonica, passando per quella da camera: l’inventiva di Schumann si è espressa in tutte le forme possibili. Ho scelto di trattare oggi nello specifico il concerto per pianoforte e orchestra in la minore a cui sono particolarmente legato, certo che in futuro tratterò anche delle magnifiche composizioni che il maestro tedesco ci ha lasciato in ogni ambito.

Il concerto in la minore op.54 è stato composto da Schumann tra il 1841 e il 1845 ed è stato eseguito per la prima volta da sua moglie Clara al pianoforte (direttore Ferdinand Hiller) a Dresda, sempre nel 1845.

In una lettera datata 1939, in cui Schumann esprime a Clara il desiderio di scrivere un concerto per pianoforte e orchestra, egli afferma di voler creare “una via di mezzo tra la sinfonia, il concerto e la sonata grande”. Gli anni che vanno dal 1840 al 1845 sono tra i più tranquilli in una vita molto tormentata come quella del compositore di Zwicau.

Nel 1841 Schumann scrive l’Allegro per pianoforte e orchestra, dandogli il titolo di Fantasia. Questo in seguito diventerà il primo tempo dell’op. 54.Su suggerimento di Clara, Schumann aggiunge nel 1845 un Intermezzo e un Allegro Vivace, completando così uno dei concerti per pianoforte e orchestra più belli della letteratura romantica. Il compositore dichiarerà più tardi in una lettera che gli ultimi due tempi del concerto vanno eseguiti senza interruzione.

Il concerto in la minore è molto distante dalla concezione classica, non segue la struttura tipica a livello tematico e il rapporto tra solista e orchestra è molto distante dalla concezione beethoveniana. Il primo movimento, Allegro affettuoso, presenta un unico tema che viene variato da Schumann tramite melodie meravigliose presentando come in tutta la sua musica la convivenza tra momenti di passione e passaggi dalla sognante dolcezza.

Apro ora una piccola parentesi. La convivenza nella musica di Schumann di questi due caratteri viene personificata da due personaggi, frutto della fantasia del compositore: Eusebio e Florestano. La lega dei fratelli di Davide (Davidsbündler) inventata da Schumann stesso era una raccolta di alcuni strani individui che presentavano peculiarità molto diverse tra loro: esse simboleggiavano le varie sfumature dell’animo romantico del compositore. L’idea di scindere la propria personalità in diversi personaggi deriva a Schumann dalla letteratura del primo ottocento. Nei caratteri opposti di Florestano ed Eusebio (i due componenti principali della Lega dei fratelli di Davide) erano rappresentati i due tratti tipici del romanticismo. L’indole eroica e tempestosa di Florestano di contrapponeva a quella docile, dolce e sognante di Eusebio.

Tornando al concerto, L’Intermezzo è affidato principalmente al pianoforte, che compie una riflessione intima. Nella parte centrale Schumann inserisce un tema che viene esposto dai violoncelli poi dai violini e dai clarinetti, con interventi continui del solista. Il tema del primo movimento viene riproposto ora dall’oboe per collegarsi al terzo e ultimo movimento, Allegro Vivace. Questo movimento, trionfale e gioioso, richiede un grande sforzo al solista. Il concerto si conclude con una coda vorticosa, con il pianoforte che tocca picchi virtuosistici appoggiato dall’accompagnamento orchestrale.

Vi propongo la meravigliosa interpretazione che offrono Maurizio Pollini e Claudio Abbado in un concerto al Teatro alla Scala del 1985. https://www.youtube.com/watch?v=QkMLdgMN-3Q