DORETTA DEL FABBRO.
Da quando l’urna della ceneri di nostro padre è stata posata sulla cassettiera della sua camera nella vecchia casa di montagna, dove lui tanto amava tornare e fermarsi, lo spiritello di papà si è sentito finalmente libero di muoversi senza la pesantezza delle sue stanche membra, che negli ultimi tempi gli dolevano ad ogni piccolo movimento.
Adesso è libero di girare per le stanze, volteggiare negli ampi corridoi, sbirciare a lungo dagli abbaini e dalle finestre dei due piani e salutare i passanti con tanti “Mandi! Mandi!” Il passante non lo sente ma la sua benedizione lo raggiunge e lui ne è contento!
Che sorpresa quando uno dopo l’altro si è ritrovato tra i piedi i suoi amati cani, compagni di passeggiate, battute di caccia (nessuno però sembrava “portato” per questa attività, piuttosto apprezzavano le attività ludiche come riportare il bastone e mangiare quintali di cavallette, in cui eccelleva Foxy!) e le dormite davanti al televisore! E così dopo il fedele Pluto, il segugio bianco e marrone che aveva più o meno l’età di Doretta, hanno trovato la strada di casa anche i quattro bassotti nero-focati. E’ arrivata prima Daxy, la bassottina bruttina ma tanto simpatica, che sapeva “ridere” facendo morir dal ridere noi familiari, e poi Foxy, che aveva seguito le orme di Daxy. Lui lo ricordiamo per un appetito smodato tanto che era riuscito a rubare la metà di una torta al cioccolato, che beninteso non era stata preparata per lui, e a restare nascosto sotto un tavolo cercando di digerirla, ma l’avevamo beccato prima e dalle proporzioni della pancia non poteva che essere il colpevole! Insieme arrivano poi Snoopy e Fanny, che sul momento restano un po’ interdetti vedendo che papà coccola altri due bassotti, molto simili a loro! Tempo dopo arrivano, un po’ stanche per il viaggio, anche Bibi e sua figlia Bergerina. Papà è felice di ritrovare tutti i suoi cani, che si adattano a dover dividere gli spazi vicini a papà, ma anche le sue spalle e la pancia, con altri loro simili!
Papà si sofferma a lungo ad ammirare il magnifico paesaggio che vede dalla sua stanza, sotto il tetto, volgendo lo sguardo al monte Siera, soprattutto quando il cielo è di un azzurro perfetto. Scende molto volentieri anche in giardino e si siede sull’erba o sui rami dei pochi alberi rimasti, ma il luogo della casa che più gli piace è il tinello! Qui si siede sulla panca, si mette capotavola e aspetta che arrivi qualcuno! Un giorno arrivano i suoi amici d’infanzia, Nino Marchiò, Riccardo Pergolis e i compagni di scuola di Pola e dei due anni scarsi passati a Trieste, e se la contano fitto fitto! Quanti giochi, gite al mare e avventure anche rischiose da ricordare insieme!
E poi ci sono le riunioni di famiglia! Che bellezza per papà, tirato a lucido, sedersi in tinello o in giardino accanto a suo padre Egidio, sua madre Dora, lo zio Leban e la zia Arpalice, lo zio Mario e naturalmente Marietto, che in questi casi lascia gli impegni precedentemente presi con gli amici romani e li raggiunge per il gusto di sentirsi in famiglia! Non di rado si uniscono a loro Stefano e Fausto, i due cognati, che a Forni venivano qualche settimana nel mese di agosto, tutte le estati, a raggiungere moglie e figli! Forse non erano proprio degli amanti della montagna ma anche loro avevano fatto belle escursioni nei rifugi e vallate intorno a Forni Avoltri, e anche più lontano, in Valvisdende fino alle sorgenti del Piave, a Sauris, nel Cadore e si può dire, senza rischiare di sbagliare tanto, che anche loro avessero dei bei ricordi da quelle parti!
Qualche volta arrivano anche la nonna materna Mattietta con sua figlia Attilia, un po’ provate perché la nonna ha avuto nove figli e star dietro a tutti è diventata una faticaccia, meno male che Attilia l’accompagna dappertutto, fin in Australia e in Florida! Ogni tanto arriva con loro anche il nonno Domenico Stanich, elegantissimo, che credo si incontri spesso con gli amici e collaboratori con cui condivideva l’amore per la res publica e il servizio alla sua città, in questo caso Pola, di cui per anni era stato il sindaco, prima sotto l’Impero austro-ungarico poi sotto l’Italia. Vedo che sta arrivando anche Tommaso a braccetto con Michelina, i nonni paterni di papà, lui riccio e con una bella barba rossiccia, lei bellissima nel suo vestito chiaro con i volant e il colletto di pizzo. Troppo giovani per essere lì, ma così è stato il loro destino! Sorprende vedere con quanto rispetto reverenziale e amore filiale Arpalice, Egidio e Mario si rivolgono ai loro genitori, molto più giovani di loro. A questo punto nel tinello, appesi alla credenza, ci sono svariati bastoni di fogge diverse e qualche cappello, oltre ai guanti neri di nonna Mattietta.
Credo che prima o poi busserà alla porta anche la cugina Mirella, che ha sempre avuto tanta simpatia per Tito, e spero che lui sia cordiale con lei! Dora si allontana un attimo, vuole andare nella sua stanza per vedere se trova la sua acqua di Colonia, le manca tanto. Dopo pochi minuti Dora torna avvolta da una nuvola di profumo nel suo dindle preferito, quello rosa con i fiorellini piccoli piccoli e il grembiule marrone. Pluto ha riconosciuto Egidio e si è ricordato di quando gli offriva dei pezzetti di pane e si siede ai suoi piedi. Daxi ha già fatto amicizia con zio Leban, che l’accarezza sotto il collo e scherza con lei. Le chiacchiere festose e la condivisione di tante giornate lontane passate insieme, le gite o chiacchierate proprio lì in tinello durante gli interminabili temporali tipici della Carnia, li tengono così occupati che a volte dimenticano di accendere la luce quando viene notte e dimenticano pure di essere spiritelli! I nonni di papà sono i più curiosi, fanno a papà tante domande e a volte non si capacitano delle risposte! A papà scappano delle parole come “camper”, “computer”, “cellulare” e i nonni si guardano tra loro sbalorditi, chiedendosi dove è finito il buon italiano forbito di una volta!
Papà ogni tanto si alza e va in cucina a preparare qualche buona pietanza corroborante, e più gente c’è da sfamare più lui è contento! Chi ha detto che gli spiritelli non hanno fame e sete e che non apprezzano i piatti appetitosi?! Papà si mette il grembiule e prepara una volta la jota, piatto povero di origine carnica (e prima ancora celtica) a base di fagioli, crauti e cotenna di maiale, che fa leccare i baffi anche agli spiritelli che da vivi avevano problemi di stomaco! Spesso Marietto lo aiuta a preparare dei risotti sfiziosi, come quello alle fragole, che Mario preparava in modo magistrale, o quello delicatissimo all’aglio, che gli ospiti di là dalla tenda non hanno mai assaggiato in vita loro! Oppure preparano la tagliata o la zuppa di gamberetti, una leccornia per tutti, anche per i cani!! Dora ed Egidio si guardano stupiti, non avevano mai saputo che Tito fosse un grande chef! Anche Fausto ha un debole per i fornelli e quando va in cucina si sentono profumi forti e il particolare aroma del peperoncino e arrivano in tavola piatti pieni di maccheroni o spaghetti con ricche salse prelibate! La nonna, che era una discreta cuoca e bravissima pasticcera, propone talvolta di preparare lei una frittata ai funghi o una crema con i frutti di bosco e tutti accettano con entusiasmo! I funghi e i lamponi, fragole e mirtilli li manda a raccogliere a Tops o a Col di Mezzodì dai più volenterosi… e spesso Marietto si sente quasi obbligato a preparare lo zaino e cominciare ad andare, data l’età dei parenti! Allora la nonna lo ferma e gli dice “Za che ti xe, prendime anche qualche bel ramo de pino mugo che il paiolo xe bruto cussì svodo!” Quando Marietto torna con zaino pieno e braccia cariche di rami la nonna gli ricorda di quando, bambino, su un sentiero di montagna, avendo paura delle vipere, le aveva detto “Nonna, va avanti ti, così se ghe xe una vipera, la te mordi a ti!” Qualcuno ricorda quella giornata e a voce alta parla della bellezza dei boschi che avevano attraversato e dei funghi porcini che avevano trovato lungo il sentiero, di vipere neanche l’ombra, per fortuna!
Mentre qualcuno pensa al pranzo, Stefano va a leggere il giornale in giardino ma vede che la panca e due sedie hanno bisogno di una sistemata, molla il giornale sospirando e va a cercare gli attrezzi. Zio Leban, che è sempre stato un simpaticone, non perde occasione per fare le sue battute e a sua moglie e a sua cognata risponde volentieri con un “Simmiacara!” e loro, da brave, sorridono. Il nonno, che preferisce anche da spiritello ascoltare che parlare, parla poco ma osserva con tenerezza la sua famiglia e realizza che Tito non è più un giovanotto! Zio Mario ascolta ma ha già trovato una Settimana Enigmistica del 2012 e un vecchio lapis e prova a fare le parole crociate della copertina, ma con sua grande sorpresa vengono citati spesso personaggi che malgrado la sua cultura non conosce affatto e si sente un po’ frustrato! Naturalmente si parla di tutto, e molto dei vivi, di quei figli, figlie, nipoti e pronipoti che forse verranno presto ad animare la vecchia casa! Tutti auspicano che i vivi non si dimentichino di quelle mura, di tutti quelli che sono passati di là, lasciando qualcosa di sé, e che vogliano tornare più spesso per dare un po’ di vita, rumore e calore alla bella e vecchia casa.
Altre volte papà, attorniato dai suoi cani, scende in tinello e aspetta degli amici, sa che qualcuno verrà a trovarlo e non è impaziente. Una volta arriva Guido Candela accompagnato da can Kill, il suo adorato pointer (o segugio?), si abbracciano e si aggiornano sugli ultimi anni trascorsi lontani uno dall’altro, non possono fare a meno di ricordare le numerose battute di caccia al cinghiale e al capriolo e qualche volta appare dal nulla qualche altro amico cacciatore, che si inserisce nella conversazione e approfitta per spiegare perché quella volta il cinghiale non l’hanno preso… non era certo colpa sua! Guido chiede anche notizie di magna Lidia, che papà spesso sentiva al telefono, negli ultimi tempi, e la conversazione finiva sempre in lacrime, lacrime di Lidia che pensava ai tanti anni felici passati con suo marito Guido! Sarà certamente passato a trovare papà anche il buon amico Domenico Collino, che a Forni era stato un po’ di volte con papà nella stagione della caccia al capriolo e al cervo, e che aveva apprezzato i bei boschi, la simpatia della gente e aveva fatto amicizia con qualche cacciatore locale.
Papà è sicuramente riuscito a mettersi in contatto anche con Titta Faidutti, con il quale avrà ricordato le gite a Sella Nevea, le degustazioni di buon vino in qualche rinomata cantina nel Collio e i pranzi in bei ristoranti intorno a Udine, dove Titta lo portava sapendo che papà non sarebbe rimasto deluso dalla cucina! Titta è partito molto prima di lui e ora si dividerà sicuramente tra Cividale, dove è nato, e Udine, dove ancora vive l’amata moglie Luciana.
E che sorpresa quando si siede sulla panca anche Renzo Palmer, che con la voce roca racconta a papà qualche divertente barzelletta, giusto per rendere l’atmosfera più lieve! Ma non ha solo quello da raccontare, ha tante cose di cui parlare con papà e non potrà fare a meno, credo, di lamentarsi di quei lunghi anni passati da un teatro all’altro e quindi da un albergo all’altro, cosa che a lui proprio non andava! Era bello ogni tanto fermarsi a dormire dagli amici! E finisce per chiedere a Tito se si può fermare qualche giorno lì, in soffitta con lui, il posto gli piace molto!
E’ venuto anche Sergio Giatti, a suo tempo saggio e benvoluto sindaco di Villa Santina, diventato caro amico di papà ai tempi del terremoto del 1976. Papà non dimenticava mai di fermarsi a casa di Sergio passando da Villa Santina nel salire a Forni o nel tornare giù verso il Piemonte.
E poi ci sono le visite degli amici vicini di casa come Mariano, Franco, Vincenzo, Bepi e Rita Achil, la cara amica Nives, Ugo Paluber, la Zute e Frau Anna, che sicuramente si verserà un bicchierino di sgnappo, prendendola direttamente dall’armadietto a muro del tinello, se non arriva già con la sua fiaschetta, che abbandona raramente per paura che i nipoti gliela annacquino, la sua grappa! Me la vedo con il suo vestito nero, il foulard del medesimo colore cupo legato poco sopra gli occhi, un po’ di baffi e barbetta e il sorriso sornione di chi la sa lunga! Ed è già passato Nino Kratter, che dalla sua Sappada, dove risiede ormai in pianta stabile finalmente, ha fatto un salto fino ad Avoltri, giusto un saluto, ma tornerà di nuovo!
Come è contento papà di tutta questa compagnia, fa gli onori di casa e si sente a casa, nella sua casa!
(nelle foto, dell’autrice, la casa di famiglia a Forni Avoltri e il monte Siera, nelle Dolomiti Carniche)