Sarà presentato sabato 18 novembre alle ore 10.30 a Savona, nella Sala Sibilla della Fortezza Priamar (via Mazzini 1) il volume Lettere a Bruna di Giuseppe Ungaretti. L’ingresso è libero.
Il libro, pubblicato lo scorso settembre da Mondadori e già presentato fra l’altro a “Pordenonelegge”, comprende le 377 lettere che Giuseppe Ungaretti (1888-1970) scrisse a Bruna Bianco tra il 14 settembre 1966 e il 14 aprile 1969. Sono lettere d’amore e testimoniano la storia appassionata e anticonvenzionale che unì il poeta a una donna 52 anni più giovane di lui. I due si conobbero in Brasile, nell’hotel di San Paolo dove Ungaretti era stato invitato a tenere una conferenza. Era partito soprattutto per rivedere dopo tanto tempo la tomba del figlio Antonietto, morto nel 1939 a soli 9 anni, per un’appendicite mal curata, nel periodo (1937-1942) in cui Ungaretti insegnava all’Università della metropoli brasiliana. Bruna Bianco, italiana di Canelli, era in Brasile al seguito della famiglia, perché il padre aveva avuto l’incarico da un’azienda vinicola di aprire una filiale oltreoceano. Bruna era laureata in giurisprudenza ma scriveva poesie e voleva farle leggere a uno scrittore vero. Con lo scartafaccio sottobraccio si presentò a Ungaretti e gliele porse. Parlarono e lui la salutò cingendole la vita. Fu un colpo di fulmine.
Il sodalizio fra Bruna e Ungà, come lo avevano soprannominato i francesi e come usava firmarsi, nel 1968 diede origine alla pubblicazione di Dialogo, importante plaquette in cui si alternano le poesie dell’uno e dell’altra. Un suggello artistico in cui sfocia un rapporto strettissimo, anche se spesso vissuto da lontano, rinnovato oggi da Lettere a Bruna. Nei tre anni dell’epistolario le lettere partivano tutti i giorni, da una parte e dall’altra dell’oceano. La prima fu un telegramma, scritto da Ungaretti ancora a bordo del Giulio Cesare che lo stava riportando a casa dopo quell’indimenticabile primo incontro brasiliano. Ungaretti e Bruna Bianco si sentono “predestinati” a quell’unione: la vivono nonostante la differenza d’età e la diffidenza delle famiglie. Spesso discutono d’arte. “La poesia – spiega Ungà a Bruna in una lettera – s’impara meglio all’aria aperta che sui libri. Ricordalo. I libri non hanno mai insegnato nulla a nessuno che non sapesse guardare coi suoi occhi”. Dopo tanti anni, trascrivendo le lettere, Bianco ha dichiarato di avere capito che Ungaretti non ha scritto solo per lei, ma per chiunque abbia voglia di ascoltare il suo messaggio. Così ha deciso di renderle pubbliche, perché insegnano che la vita è una sola e che merita di essere vissuta con coraggio, senza smettere mai di lottare. Le opere di Ungaretti sono per tutti, dedicate al mondo. “Di una dolcezza infinita e di una forza universale”, come dichiara Bruna Bianco.
L’appuntamento, curato dalla Fondazione Mario Novaro di Genova con il patrocinio del Comune di Savona, si avvale della collaborazione dell’Associazione “Renzo Aiolfi” e della casa editrice Mondadori. Dopo il saluto del sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, sarà Maria Novaro, presidente della Fondazione Mario Novaro, a introdurre e coordinare gli interventi di Silvia Bottaro, Milly Coda e Silvio Riolfo Marengo. Ospite d’eccezione è la stessa Bruna Bianco, destinataria delle lettere di Ungaretti.
Ungaretti è stato uno degli autori pubblicati da «La Riviera Ligure» (1917) durante la straordinaria direzione di Mario Novaro. La Fondazione Novaro conserva le undici lettere che l’autore de Il porto sepolto aveva indirizzato all’industriale-poeta suo committente. Il legame intellettuale e artistico è stato così significativo che nel 1991 la Fondazione Novaro non solo ha dedicato uno dei suoi Quaderni a Ungaretti e la Liguria, ma nel 1990 ha realizzato l’omonima esposizione allestita nella Sala del Consiglio Provinciale del Palazzo Doria Spinola. Veniva così celebrato il ventennale della morte, occasione cui seguirono altri studi liguri, fra cui il volume edito da De Nicola, Lettere dal fronte a Mario Puccini di Giuseppe Ungaretti.
Info: Fondazione Mario Novaro, c.so Saffi 9/11 – 16128 Genova
Tel. 010/5530319 – info@fondazionenovaro.it
(a cura di Gabriella Mongardi)