DANIELE TRUCCO
Scrissi tempo addietro per Nexus un articolo (Montagne, musica e frattali. Come la musica di Villa-Lobos abbia anticipato la geometria di Mandelbrot) relativo al rapporto tra la musica e la geometria frattale dopo essermi accorto, navigando in internet, che molti siti contengono software o simulazioni di musica generata con tali procedimenti. Mi chiesi perciò quale melodia avrebbero prodotto le coste dell’Italia o i laghi della Finlandia, o ancora i profili delle foglie del lauro del mio giardino: scoprii così che gli oggetti naturali possono racchiudere una loro musica se sottoposti a un particolare processo di conversione geometrica.
Nel 1938 il compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos scrisse un brano dal titolo Melodia da Montanha partendo dal profilo dei monti della Serra da Piedade de Bello Horizonte in Brasile; non pago del risultato anni dopo si divertirà a sfruttare lo stesso metodo componendo la celebre New York Skyline melody per pianoforte.
Avendo Margutte utilizzato per la sua homepage un acrilico su ardesia di Franco Blandino raffigurante il profilo delle Alpi Cozie, ho pensato di proporre alla redazione della non-rivista la mia alternativa musicale, basata naturalmente sullo stesso soggetto di quell’opera grafica.
Eccomi dunque a tentare di far suonare il Monviso e una fetta delle Alpi che lo circondano. Il procedimento è molto semplice: ho tracciato sopra a una fotografia che riproduce lo skyline in oggetto delle linee parallele equidistanti sia in orizzontale (in modo che divenisse un grande pentagramma e fossero così ben individuabili le altezze delle note) sia in verticale (questo sistema è utile per individuare le durate delle note). Il passo successivo è stato trascrivere su carta pentagrammata la melodia generata dalle principali vette dell’arco alpino e assegnare un metro al brano cosicchè potesse essere letto con un tempo univoco. Gli accordi che compaiono sotto ai pentagrammi e le note in chiave di basso non sono altro che un suggerimento, un basso continuo numerabile come meglio si crede.
Non è semplice abituarsi, non ostante mi dedichi da anni a giochi di questo tipo, all’idea di come un processo del tutto aleatorio contenga in realtà un rigore ferreo basato su regole dimostrabili e rintracciabili; in questo caso ad esempio, tramite una semplice armonizzazione, sono riuscito in qualche modo a dare ordine a una musica che non ha alcun contatto con regole classiche né tantomeno aspettative psicologiche riconoscibili.
Il risultato che ho ottenuto, senza dubbio non alla pari con l’opera tutt’altro che casuale di Blandino, è stato comunque curioso e lo si può ascoltare dal mio canale youtube, cliccando sull’originalissimo titolo del video, “Vette“. Buon ascolto.