LUCA ARIANO (a cura)
Bartolomé
(e i misfatti dei conquistatori)
Si macchiano di peccati disgustosi
ne scrivo perché non si ripetano
stragi torture rapine crudeltà.
Come dei lupi sbranano
le spade al posto del Vangelo:
il sangue degli indiani innocenti
condanna le anime dei carnefici.
Quanto orrore commesso falsamente
nel nome del Signore
delle violenze racconto la più atroce
separano i bimbi dalle madri
e li massacrano.
Sotto la Pietra di Bismantova
(ancora un milione di anni fa, la pianura padana era coperta dal mare)
I denti di squalo conficcati
dentro l’arenaria di Bismantova
sotto la pelle dura della roccia
fanno mostra di sé in montagna,
dove un tempo nuotavano
i loro proprietari. Chissà quanti delfini
nella pianura reggiana ricoperta d’acqua
questi predoni del mare avranno divorato.
Forse a loro volta schiaffeggiati
con l’enorme pinna da una balena
sbucata in superficie per respirare.
Firenze crocifissa
(4 novembre 1966, l’Arno straripa)
Crollano le porte del paradiso, le aureole
dei santi galleggiano nel fiume
come un salvagente. Persino il Battista
travolto ci si aggrappa.
Gli angeli di Firenze volano bassi
le piume impregnate di pioggia. L’Arno,
con furia da iconoclasta, cancella nelle chiese
le tracce dell’aldilà. Dal Crocifisso
di Cimabue gocciolano melma e fanghiglia.
Voci
*
Qualche volta vi nascondete dietro le nuvole
facendo finta di essere scomparsi.
Allora noi cerchiamo dappertutto
vi preghiamo di tornare
inventiamo mille promesse.
Là in alto intanto voi ve la ridete
di noi che gridiamo
che fingiamo di invocarvi come ossessi.
*
Ce ne infischiamo della nebbia
che foriamo col becco
oppure graffiamo con le unghie
così da volare dall’altra parte.
Attraverso la nebbia inviate
comunque fino qui le vostre voci
di cui a fatica comprendiamo
la vera provenienza.
Dei pennuti
*
Dei pennuti è impossibile annoiarsi
non appena avvicinati si dileguano
basta questo per renderli mirabili
benché non gli interessi.
*
Li aspettiamo nei soliti luoghi
mirando fra nubi e rami
spuntano invece da dietro i cespugli
guardinghi a passo lento imitandoci.
Intervista
Quando hai iniziato ad accostarti alla poesia? Prima a leggere poesie o a scriverle?
Ho cominciato a scrivere versi agli inizi degli anni Ottanta e ho pubblicato la prima raccolta dieci anni dopo, quasi quarantenne. Il primo libro di versi in cui pienamente mi riconosco, “Contraddizioni d’amore”, risale però a fine anni Novanta: la sua sezione conclusiva si intitolava “Dell’italiana poesia contemporanea”. Ho sempre letto libri di poesia, adesso più di una volta.
Quali sono i poeti che ti hanno influenzato, che hai amato e che reputi tuoi maestri?
Due poeti ammiro in maniera particolare: Pier Luigi Bacchini e Raffaello Baldini. Ho avuto la fortuna e il piacere di conoscerli personalmente. Nelle loro pagine entra il mondo e le sue storie; ho tentato di seguirli su questa strada.
Credo che certi versi di Giorgio Caproni, Giampiero Neri, Bartolo Cattafi e Nelo Risi abbiano in qualche modo influenzato il mio stile, ritmo, tono.
“Le anime di Marco Polo” e “I merli del Giardino di san Paolo e altri uccelli” hanno avuto un ottimo riscontro di critica (quest’ultima vanta la prefazione di Pier Luigi Bacchini). Dopo aver avuto così tanti riconoscimenti verso quale direzione sta andando la tua poesia? Progetti futuri? Svilupperai gli stessi argomenti del viaggio, della storia, della natura o ti dedicherai ad altro?
Ringrazio tutti coloro che hanno letto, segnalato e recensito le mie più recenti raccolte: “Le anime di Marco Polo” e “I merli del Giardino di san Paolo e altri uccelli”; della prefazione di Pier Luigi Bacchini vado molto orgoglioso.
Immediati progetti futuri? Allestire a marzo, in collaborazione con un amico, una piccola mostra di foto (la fotografia, dopo la poesia, è la mia seconda passione: un altro modo per entrare dentro e sentirsi parte della realtà); contribuire, assieme a Luca Ariano, alla pubblicazione di una antologia di poeti parmigiani; continuare a parlare in prosa descrittiva, versi e immagini fotografiche, di città e luoghi italiani (ringrazio le riviste “Pioggia Obliqua” e “Margutte” che danno spazio a questo mio viaggio e progetto).
Tengo parecchi versi nel cassetto e nel 2019 non mi dispiacerebbe pubblicare una nuova raccolta. Non ho fretta: la passione per la poesia dovrebbe, per quanto mi riguarda, accompagnarsi a una gradevolezza che l’ansia di pubblicare rischia a volte di incrinare.
Il divenire delle cose e delle persone nel tempo e nello spazio e la moltiplicazione delle voci, delle prospettive e dei punti di vista, rimangono e resteranno caratteristiche fondamentali della mia poesia. Che però sta diventando più essenziale e concisa e che ha come tema prevalente l’arte, principalmente la pittura; la bellezza dell’arte.
Giancarlo Baroni è nato a Parma, dove abita, nel 1953.
Ha pubblicato due romanzi brevi, qualche racconto, un testo di riflessioni letterarie e sei libri di poesia. Le ultime due raccolte di versi sono: I merli del Giardino di san Paolo e altri uccelli (Mobydick editore, 2009; nuova edizione illustrata e ampliata, Grafiche STEP Editrice, 2016, prefazioni di Pier Luigi Bacchini e Fabrizio Azzali) e Le anime di Marco Polo (Book Editore, 2015). Le poesie che presento fanno parte di queste due raccolte.
Nel 2009, 2010 e 2011 ha letto a “Fahrenheit” (Rai Radio 3) diverse sue liriche, alcune in occasione del Festival della Filosofia di Modena.
Per quasi vent’anni ha collaborato alla pagina culturale della “Gazzetta di Parma”.
Sue poesie sono presenti in diversi siti, blog e riviste cartacee e on-line. Sul sito letterario “Italian Poetry” le poesie sono accompagnate da una traduzione in lingua inglese del poeta Max Mazzoli. Sulla rivista on-line “Pioggia Obliqua. Scritture d’arte” cura una pagina intitolata “Viaggiando in Italia”; collabora a “Margutte. Non-rivista on-line di letteratura e altro”.
Giancarlo Baroni in Margutte:
Anime che si raccontano (attraverso il poeta Giancarlo Baroni)
I merli del giardino di San Paolo e altri uccelli
Gli animali nella poesia di Giovanni Pascoli
(La foto di copertina è di Francesca Bocchia)