È uscito per l’editore Internopoesia “La città bucata” di Antonella Palermo, con prefazione di Franca Mancinelli.
Quando il ferro a vapore spiana i lenzuoli
si formano strade a valle del crespo.
Passerai molto in fretta per non ingiallire,
ma insistere là dove si uniscono i pezzi
è dovere di donna.
Ci vuole più forza
ci vuole calore
dove si uniscono i pezzi.
E tutto va a posto
di nuovo s’innesta fitta la trama.
Il giro dell’asola,
ci vuole più tempo dove si annidano i tagli.
È dovere di donna rimettere addosso
a filo di pelle
il riposo e la sorte di un telo tra noi.
*
Con il top annodato al sacro
e la schiena arroventata
affitto la panchina per mezz’ora
così che mi ricada il Pincio in braccio.
Il flautare peruviano
e il batterista con le pentole
si spartiscono la storia, i visi degli increduli.
E non è schizzo di fontana né sudore di settembre.
Ma una condensa sottile,
ci siamo detti tante volte,
una gioia in sordina. Una bugìa.
*
Facevi la conta, forse,
messo al muro da bambini fuggiti,
o scardinavi la porticina in ferro.
Forse era la vergogna,
figlio di rom,
oppure pisciavi contro la ruggine
decorazioni naïf
per una strada borghese.
A destra la scalinata parrocchiale
a sinistra il sottoscala del cinema d’essai.
L’inclinazione del tuo corpo era la rampa mancante
l’avambraccio il cuscino
che inventasti per la tua fronte alta.
«La città bucata di Antonella Palermo è la mappatura di una geografia interiore costellata di faglie e distanze che aprono vuoti tanto più dolorosi quanto a essere in gioco è la possibilità di un legame con l’altro. Questo rapporto con un tu è cercato costantemente, oltre il senso di estraneità e di perdita che si ripresenta nelle vicende, con quella forza tenace e sempre intatta di chi è pronto a combattere inerme, «a ferri scoperti / con l’anima a vista». Il proprio bisogno di fondamento non arretra di fronte alle mancanze dell’altro, alle cavità profonde del terreno che gli è concesso.
Proprio come la città in cui si è ritrovata a vivere, Roma che più volte compare in queste poesie, non semplice sfondo ma vibrazione che attraversa i sedi¬menti dei secoli e raggiunge i suoi versi.»
(Dalla Prefazione di Franca Mancinelli)
Antonella Palermo è nata a Campobasso nel 1973. Giornalista, vive e lavora a Roma come conduttrice radiofonica, occupandosi prevalentemente di approfondimenti dell’attualità. Ha esordito in poesia nel 2012 con la raccolta Le stesse parole (LietoColle), prefa¬zione di Davide Rondoni.
Foto di copertina: © Luciano Simonelli