EVA MAIO
Viaggiare in un’auto che è anche un juke box è un’esperienza da fare.
Magari non puoi ballare. Segui il ritmo e ti muovi come puoi.
Le sinapsi intanto hanno piena libertà di volteggio.
Se sei in Portogallo la saudade è dentro fuori attorno.S’incunea nell’abitacolo.
Una saudade leggera che tesse fili sottili tra presente passato e futuri indefiniti e che
predispone le sinapsi a coniugazioni morbide.
Viaggia viaggia
in un juke box
senza bisogno di monete
– l’autostrada invece sì -
e scollina di ricordo in ricordo.
Con le canzoni
traccia la storia
di un paese la tua provincia il mondo
perché l’umano di musica si è sempre “fatto”
sniffando suoni dall’intorno
con orecchi attenti
e fame di accordi.
Viaggia viaggia
in un juke box
senza bisogno di fermarsi tanto
né di correre tanto
col giusto peso sull’acceleratore
e prova a surfare
sulle onde dell’oggi.
Scova sonorità poetiche
in testi giovani audaci teneri
duri dolci saggi con ironia
sgangherati o frizzanti che vanno dritti
a svegliarti l’anima.
Viaggia viaggia
in un juke box
e vieni a sapere di vivere
in sommesse imperfezioni
che fanno bello il mondo
e che gli occhi lo bevono
e che puoi sussurrare ritmi
come sai e come puoi
con tanto o poco fiato
e vieni a sapere di vivere
vivere.
Semplicemente vivere.
Viaggia viaggia
in un juke box
senza bisogno di parlare troppo
che la musica sa abbattere barriere
e ti fa toccare rarefatti
sistemi d’ancoraggio al profondo
di te dell’altro
senza tossiche gravità.
Che viaggiare in un juke box
bisogna provarlo
magari come impertinente
iniziazione alla vecchiaia.
(Illustrazione di Franco Blandino)