GIANCARLO BARONI
Nel 1087 tre navi partite da Bari approdarono a Myra, nell’odierna Turchia. A bordo una sessantina di marinai, in prevalenza ma non esclusivamente baresi; un gruppo numeroso scese a terra e si diresse verso la basilica dove erano venerati i resti di San Nicola, famoso per i suoi miracoli. Agli inizi del IV secolo era stato vescovo della città. Con le buone e con le cattive convinsero i pochi monaci presenti a indicare dove si trovasse la tomba. Un marinaio particolarmente irruento scoperchiò il sepolcro di marmo e, per recuperare i resti di Nicola, immerse le mani nel liquido profumato e soave che trasudava dalle ossa e colmava il sarcofago. Il 9 maggio le navi, con le sacre reliquie, ritornarono a Bari, fino a pochi anni prima territorio bizantino e ora normanno; la città era in festa. Due anni dopo fu ultimata la cripta che accolse le spoglie di Nicola; nell’area in precedenza occupata dal palazzo del Catapano (governatore bizantino dell’Italia meridionale) fu costruita la Basilica dedicata al Santo, definitivamente consacrata nel 1197. Da allora la città diventò (assieme a Santiago di Compostela, Roma, Monte sant’Angelo, Gerusalemme) una delle tappe principali del pellegrinaggio e venne visitata da papi e re, nobili e plebei, cavalieri e fanti.
Solitamente raffigurato nei panni di un vescovo, sulle spalle una stola liturgica ornata di croci, la mano sinistra che regge i Vangeli e la destra benedicente, barba e capelli bianchi, la fronte alta e spaziosa, Nicola è celebre per i suoi prodigi. Salva dalla pena di morte innocenti ingiustamente condannati, i suoi affamati concittadini dalla carestia, naviganti da tempeste, burrasche e naufragi, resuscita dei bambini… E’ pietoso e generoso, un caritatevole benefattore: dona a tre ragazze molto povere altrettanti sacchetti di monete d’oro, basta dire “San Nicola aiutami” ed eccolo arrivare in soccorso.
La sua popolarità cresce e si espande. A Bari prima affianca San Sabino come patrono e poi ne oscura la fama, sebbene la splendida Cattedrale porti il nome di quest’ultimo. Edicole votive e immagini del Santo sono sparse , in segno di devozione e di vicinanza, nella città vecchia; Nicola e Bari quasi si identificano. Il suo culto è diffuso in ogni parte del mondo, particolarmente nei paesi di religione ortodossa e principalmente in Russia. San Nicola, arrivato per mare da Oriente, ha fatto di Bari e del suo porto un ponte teso fra l’Europa occidentale ed orientale, fra Levante e Ponente.
Sono talmente numerose le splendide chiese in Puglia che occorre troppo spazio per nominarle. Ricordiamo solamente quella di Troia col suo rosone finemente traforato come un merletto; quella di Ruvo dall’originale facciata; il Duomo vecchio di Molfetta che si specchia nell’Adriatico; la basilica di Santa Croce, capolavoro del barocco leccese; la Cattedrale di Otranto, la città più orientale d’Italia, col suo mosaico pavimentale dall’enorme albero della vita.
Per ammirare la Venere delle basiliche pugliesi bisogna visitare la cattedrale di Trani, iniziata nel 1099. Confinante col mare da cui sembra affiorare, si mostra ai nostri occhi elegante, armoniosa e slanciata. Le fa da conchiglia una piazza dalle atmosfere metafisiche, uniforme nel chiaro colore grigio-rosa della pietra calcarea. La facciata, affiancata dall’alto campanile, è impreziosita dalla porta bronzea del 1180 opera di Barisano da Trani il quale in una formella si firma e si ritrae, piccolo e adorante, ai piedi di San Nicola Pellegrino. Nata per accogliere le spoglie del Santo, la cattedrale ne custodisce nella cripta le reliquie.
Di nuovo dunque ci imbattiamo in un San Nicola, che con il più celebre e venerato patrono di Bari condivide però soltanto il nome, non la celebrità, le virtù e i poteri. Nasce nel 1075 in Grecia da una famiglia di poveri agricoltori, si imbarca giovanissimo verso Otranto e a diciannove anni raggiunge Trani dove, due settimane dopo, muore stremato da stenti e privazioni. Non è un vescovo ma una specie di “pazzo di Dio” che grida insistentemente le stesse parole (“Kyrie eleison!”, “Signore abbi pietà”) invocando la misericordia divina. Per questo comportamento da invasato viene più volte perseguitato, maltrattato e picchiato. Da un santo isolato e minore ha avuto origine una basilica grandiosa.
Eccomi grida compassionevole
ai marinai che lo invocano
durante le burrasche. Alla comparsa
di Nicola scappano
i diavoli che svolazzano
sopra le barche come avvoltoi.
Le fotografie sono di Giancarlo Baroni.
Uscito su Pioggia Obliqua, Scritture d’arte.