La responsabilità di imparare una lingua

Formazione in tempi di covid-19

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SILVIA PIO

Perché una lingua è importante? Perché è attraverso una lingua che avviene la maggior parte della comunicazione tra gli umani; oltre a comunicare, una lingua serve a definire la nostra identità, per questo motivo è essenziale preservare le cosiddette lingue ‘minoritarie’ o ‘regionali’.
Questo discorso sembra andare nella direzione opposta a quella che intraprendo di solito in qualità di insegnante di una lingua straniera, l’inglese. Però capire l’importanza e l’uso delle lingue è fondamentale anche per capire come queste vengono apprese.
Il presente contributo prende ispirazione da un’intervista dell’insegnante australiano Christian Saunders, del quale seguo gli interventi video e le tecniche, a Patsy Lightbown, linguista e professoressa emerita all’Università Concordia di Monreal (le cui ricerche, a quanto mi risulta, non sono pubblicate in italiano). Patsy Lightbown afferma che se si capisce come si imparano le lingue, si sa anche come insegnarle. Impararle e insegnarle in un contesto di classe o gruppo, nell’ambito di un percorso scolastico, è un processo diverso rispetto ad un percorso individuale focalizzato sulle capacità e le esigenze di chi apprende la lingua, dello ‘studente’ come individuo. Eppure le prime esperienze di noi Italiani nell’apprendimento dell’inglese risalgono quasi esclusivamente al percorso scolastico, e da quello riceviamo impressioni, entusiasmi, traumi, e molto altro, che ci accompagneranno per tutta la vita.
Uno degli ostacoli maggiori alla riuscita del processo di apprendimento, se si esclude il metodo, sembra essere la quantità di tempo che viene dedicata ad usare una lingua, che non è mai sufficiente. La durata del processo viene considerata poco importante, eppure è fondamentale. Sento spesso dire: “ho fatto inglese per 13 anni, nelle elementari, nelle medie e nelle superiori, ma non lo so parlare”. In primo luogo non è che si sia studiata e praticata la lingua per 13 anni, magari! Si sono frequentate 2-3 ore settimanali per circa 8 mesi l’anno, con assenze, tempo dedicato ad altro, distrazioni, verifiche, ecc. In questi anni si è parlato poco e ascoltato ancora meno.

Imparare una lingua è un processo che dura l’intera vita, anche per la stessa lingua madre (e questo significa che qualsiasi metodo che prometta di padroneggiare una lingua in 3 mesi è una truffa). Il compito del sistema scolastico dovrebbe essere quello di creare la motivazione, l’interesse e la curiosità che serviranno per continuare ad apprendere in seguito. Non si può pensare che trattando gli argomenti di un libro questi vengano magicamente assimilati e che le strutture di una lingua, alle quali i vari capitoli del testo sono dedicati, possano venire usate immediatamente. Qualsiasi libro di testo, o corso che non assolva al compito che dicevamo prima, ha fallito il suo scopo.
Un corso destinato al superamento di un esame non ha come scopo l’apprendimento della lingua, ma avrà avuto un senso se sarà stato capace di stimolare lo studente a far pratica della lingua per conto proprio, con l’infinità di materiale disponibile ai nostri giorni: siti web, videogiochi, canzoni, libri, ecc.
Un’altra capacità che il percorso scolastico deve sviluppare nell’allievo è la fiducia di potercela fare con i tempi e i modi a lui/lei più congeniali, di poter essere in grado di affrontare la lingua al di fuori delle mura scolastiche, nel mondo del lavoro, nei viaggi e nelle relazioni umane. Perché la scuola non potrà mai essere abbastanza.

Quali consigli si possono dare a chi ha già terminato un percorso scolastico e afferma, come abbiamo visto prima, di non saper parlare in lingua straniera?
- Focalizzatevi su ciò che avete imparato e non su quello che non sapete.
- Mettetevi volontariamente in situazioni dove sia importante capire ed essere capiti, mettetevi alla prova leggendo, guardando video e conversando, con l’intenzione di rendere necessaria la lingua.
- Non scappate quando le cose si fanno difficili. Be brave (siate coraggiosi)!

Gli insegnanti giocano un ruolo importante, soprattutto nel percorso scolastico. Spesso sono condizionati dal modo in cui loro stessi hanno appreso o dall’ambiente della scuola dove lavorano. Per loro, come anche per gli allievi, vale il motto “tutto quello che impari oggi, viene modificato da ciò che imparerai domani”. Se l’apprendimento di una lingua dura l’intera vita, non bisogna mai smettere di imparare.
Per fortuna noi insegnanti abbiamo a disposizione del materiale sterminato attraverso internet, sia da usare per le lezioni sia per fare formazione su di noi, e le maggiori case editrici in materia forniscono molto di più dei libri di testo. La riuscita dei nostri allievi è una sfida da accettare con entusiasmo.

E quando gli allievi sono adulti, fuori dal sistema scolastico da un pezzo? Questo è il mio caso. Gli allievi sono anche clienti, quindi hanno aspettative molto alte. Il mio impegno riguarda anche cercare di soddisfarli nelle loro esigenze personali/professionali e allo stesso tempo convincerli che sono loro a dover fare la maggior parte del lavoro.
Uno di loro mi ha confessato che in passato ha creduto che pagare per una lezione volesse dire ‘comprare’ un pezzo di conoscenza e che bastasse essere presente per aver già fatto la propria parte. Ma ora sa che non è così, essere presente alle lezioni non è abbastanza e, per fortuna, neppure pagarle.
C’è un’interessante post sul profilo Facebook di Christian Saunders che si intitola “Se il tuo insegnante ha più a cuore di te il tuo processo di apprendimento, esiste un grosso problema”. Magari il problema non è così grave, ma è vero che imparare una lingua (e altro) dipende molto dall’atteggiamento di chi apprende, soprattutto se persona adulta.
Termino citando questo post e inviando un messaggio a tutti coloro che hanno intenzione di iniziare, hanno iniziato o sono anni che imparano una lingua straniera: “Nessuno può fare il lavoro al posto tuo, devi assumere tu la responsabilità del tuo successo senza farla ricadere sul metodo, il libro, l’esame o l’insegnante. Devi volerlo con tutto te stesso/tutta te stessa”. E aggiungo: quando lo vorrai, quando sarai pronto, l’insegnante giusto apparirà.

Fonti:  Intervista di Christian Saunders a Patsy Lightbown.
Patsy Lightbown and Nina Spada, How languages are learned, Oxford University Press, 4th edition 2020.
If your teacher cares more than you about your learning, there’s a big problem
What Is Your Dream, Ask Teacher Will