LAURA SCARAMOZZINO
Vorrei che mi guardasse. Che urlasse come mia madre o si lamentasse come mio padre. Ma un bicchiere è un monumento all’essere che non trascorre. All’eterno presente.
È il terzo giorno di quarantena. Mi affaccio sul balcone e osservo lo spazio fra il giardino e il ballatoio. L’area degli uccelli. Dei piccioni e delle cornacchie che attendono di conquistare il mondo. Mi chiedo se saranno loro a vincere o gli scarafaggi. E se gli scarafaggi siano un miraggio della notte. Il brulichio dell’inconscio che ha il colore della merda.
In una via poco distante, mia madre è una donna folle in un mondo che impazzisce. Le strade vuote non la sorprendono. L’epidemia è una sofferenza che non vede. Lei conosce solo il dolore della carne. Il morso del cane quando era bambina. Le cosce che si spaccavano mentre io nascevo. Le scosse liquide dell’elettroshock.
Rientro in casa. Mi rilassa l’oscillazione ritmica dei panni nella lavatrice. Mia madre ne ha una nuova da poche settimane. Gli elettrodomestici con lei non vivono a lungo. Si spengono e aspirano alla discarica. All’aria aperta. Agli odori metallici della mescolanza.
La solitudine è dei morti. Dei deceduti e dei pazzi.
Guardo il mio riflesso nello specchio e benedico la distanza. Ma non è che un’illusione.
L’amore è subdolo. Non mi risparmia il sentire. Mi porta in un tempo prima del mio tempo. Ed eccola: prima che io fossi, prima che il mondo sorgesse.
Mia madre è come Sharon Tate, non così bella ma con i capelli identici. È giovane, sospesa in un alone aranciato che vira al crepuscolo. Ha la gonna sopra il ginocchio. Le caviglie sottili che non mi ha dato. Ha preferito donarmi il sangue. Sangue da perdere e versare, in un pomeriggio azzurro degli anni settanta. Un pomeriggio di strade affollate.
Laura Scaramozzino (Torino, 1976), ha condotto per dodici anni il programma culturale Dimensione Autore presso la nota emittente piemontese Radio Italia Uno. Ha progettato e tenuto corsi di scrittura creativa di primo e secondo livello per associazioni culturali e presso enti pubblici a Torino, provincia e a Palermo. Ha studiato filosofia e ha collaborato con case editrici locali con cui ha promosso e realizzato laboratori di scrittura. Ha pubblicato per i tipi della OAK Editions, il manuale di scrittura creativa: Percorso creativo. Un viaggio chiamato scrittura e il romanzo tratto da una storia vera: L’uomo che salvava le anatre e inseguiva il Big Bang, Sillabe di Sale Editore. La prefazione è del giornalista Vito Bruschini. Il quotidiano La Stampa di Torino ha dedicato un articolo al libro e alla vicenda che racconta.Ha partecipato alla raccolta di racconti di fantascienza al femminile curata da Emanuela Valentini dal titolo: Materia oscura, Delosdigital edizioni. Nell’antologia sono presenti alcune delle migliori autrici italiane del genere. Nel 2019 un suo racconto è stato selezionato per la raccolta di racconti fantastici: Strane creature a cura di Lorenzo Crescentini, edito Watson. Sempre quest’anno, l’autrice è stata selezionata per entrare nell’Antologia del premio di racconti weird: Esecranda. Nel mese di maggio del 2019 è uscito il suo primo romanzo distopico edito da Watson edizioni intitolato Screaming Dora. A giugno è stata pubblicata la raccolta di racconti Il grande racconto di Klimt, Edizioni della Sera in cui appare il testo: Cesare va lontano. A novembre è uscita: Materanera, antologia di racconti gialli ambientata a Matera, edita da Bertone. Un suo racconto appare, inoltre, nella raccolta Piemontesi per sempre, Edizioni della Sera. Suoi racconti appaiono sulla webzine Cose di altri Mondi, curata da Giovanni Mongini e sul giornale on line Il CorriereAl, nella rubrica AlLibri, a cura di Angelo Marenzana. Di prossima uscita altre tre antologie con suoi racconti gialli e fantastici. Attualmente, nell’ambito di un progetto dedicato ai più giovani, sta lavorando a un romanzo distopico per ragazzi e, per conto di una casa editrice del settore, a una raccolta di racconti fantastici da lei curata. Ha collaborato con il sito Tom’s Hardware.
Immagine di Laura Makabresku