RAFFAELE CASTELLI CORNACCHIA
Transumanza
Nelle cose comuni
che tutti abbiamo
senza saperne la purezza
né l’ordine
nelle litanie dei gesti
della cura
verso le zone silenziose
dell’anima
ci sta la misura sgraziata
di un caso
del ripetersi fortuito
d’un naufragio
dell’approdare
come meteore stanche
nella gemella contraffazione
di luoghi
in essi s’edifica
la stessa rovina
si stupra
sotto la stessa volta celeste
si storpiano
gli stessi inni consumati
e si sintonizzano
gli stessi sermoni
lo si fa con tanto amore
e disprezzo
bruciando l’aria
con fosforo e profumo
moltiplicandoci
negli sforzi comuni
non curanti dell’ordine
e dei gesti
campagne riarse
o sferzare di mari
terre con un nome
pomeriggi e sere
a scusare proprietà su donne
bambini
rinnegando
e consacrando i padroni
dimenticandoci
delle facce naufraghe
del loro tratteggiare
le mappe del mondo
lasciando solo nuvole
a ricordare
che la nostra
è la comune transumanza.
*
Le falene
Una sagoma si spoglia
alla portafinestra
incorniciata
come un quadro di Hopper
però viva
animata dal movimento
la luce la contorna
e la rende nera.
Sembra
la vignetta di un fumetto.
L’ombra d’un oleandro
sul balcone
ne ricuce
un tratto d’intimità:
finalmente
la città si rallegra
sporgetevi nudi
alle finestre!
O all’angolo
alba dopo alba
sonnambule
con movenze gentili
finestrini appannati
lampeggi
hotel da una stella
il parcheggio
e prezzi bassi
poi si può dormire.
Ordine, disordine.
Scelta, condizione.
Ti sovvenziono il volo
falena mia
sbattere le ali
senz’altra scelta
se non la marca
delle salviettine
e la pancia
o la schiena all’aria.
Sollievo
il finire alla svelta
lo scardinare
questo metro quadro
con efficienza
in fondo amore
in fondo
un pezzo di vita buona
pur senza esserlo
troppo felici.
Se sei in cerca
di un vero affare
qui puoi trovare
le migliori occasioni:
rumori di voglie
spoglie disincantate
nel fascino antico
delle nostre sere.
*
Motel periferia
Il mondo fuori dalla finestra
è un’astrazione
le rampe
che dal centro se ne vanno alla campagna
i voluttuosi tormenti
e la cieca impudenza
all’orologio passano le sei
carognate e
audaci preghiere.
Forse l’ordigno è già esploso.
Tenevi le gambe
come ganasce troppo aperte.
Leggesti, perché qualcuno l’ha scritto
della fortuna
d’amare pezzi di carne
e consistenze e ruoli.
Abitate già assieme
respirate già assieme.
Si sente lo sciabordìo
delle rocce sulla riva
e già nel lamento
si presagiscono i gemiti
gli applausi
la tranquillità e lo sguardo lontano
la pelle avvizzita
dalla salsedine umana
un bicchiere d’Amarone
abilità e bellezza.
Godete già assieme
quindi morite già assieme.
Lo senti lo sciabordio?
Per dio sì che lo senti.
Dai tombini
esce il verso sacrale della metro
dal labbro reciso
bevo il tuo sangue intenso
che dalla scala mobile
non se ne esce nessuno:
non seducono
le fermate della periferia
che amando fiatano
e sbavano, e spaventano.
*
Sempre loro, i poeti.
Ci son silenzi che non stanno mai zitti
anatomie didattiche di trofei
che parlano di pruriti e di pulsioni
dell’innato esser preda o predatore
Allora diventa un ghepardo veloce
che feroce è il viaggio e poi timone
d’una nave corsa straripante di sogni
dei quali confesserai l’indicibile.
Ci son parti di mondo prese a porzioni
o rubate intere in un altro mare
e gli occhi dei poeti non lo vedono
del lago un lago e del drago un drago.
Per certi poeti la spada non è spada
ogni cuore è come un’opera d’arte
sembra solo un disadorno nascondiglio
e se poi muoiono, non muoiono davvero.
Ci sono fiori che salgono al Parnaso
dove tutto si prende e mai si trova
solo lo si perde, con parole calzanti
come burle, refusi del vocabolario
dove ricercare nel corpo degli altri
adolescenza, maturità e vecchiaia
e consigli vani e disperati; tipo
di che sesso è la pantera, solo nera.
Raffaele Castelli Cornacchia vive a Brescia. Fa l’insegnante e il formatore, specializzato nella progettazione di percorsi interculturali di integrazione e di dialogo fra culture. È presidente provinciale dell’ENAT (Ente Nazionale Arti e Tradizioni Popolari).
Ha scritto i monologhi teatrali Un esodo per gioco e Centocinquanta. Ha pubblicato il romanzo breve Il pacco di Durante (Robin Edizioni, Roma, 2006); l’antologia poetica Sul ponte sconfinato di Limey (Lampi di stampa, Milano, 2008) i libri di poesia A meno che (Ennepilibri, Imperia, 2008), Via Milano (Lampi di stampa, Milano, 2012) e L’alfabeto della crisi (Italic-PeQuod, Ancona, 2013); i libri per piccoli lettori Gli abitanti di Colle Bianconero (EdiGiò, Pavia, 2013) e Le chiocciole di Amemì (EdiGiò, Pavia, 2015), dei quali è anche illustratore.
(Foto di Bruna Bonino)