CLAUDIO ZANINI
Morenti gli ulivi di Palestina
schiacciati da mura inespugnabili;
latrano ancora i cani del deserto (1)
premuti sotto il cielo basso
lampeggiante d’infuocate tracce.
L’orrore negli occhi dei bambini di Gaza
è lo stesso che bruciava
in quelli dei bambini di Auschwitz;
eguali i loro corpi straziati a Gaza
a quelli degli assassinati a Treblinca,
non diverso il pianto delle madri.
Dov’è la tua memoria, Israele?
Non ricordi il Golgota
del Male assoluto dei tuoi figli
quando il coltello del carnefice
affondava nella loro gola pulsante?
Non ricordi l’abominio,
nell’avvento d’una triste nemesi,
ora che la medesima lama
lacera la gola innocente
dei bambini di Palestina?
Ricorda, Israele, come fermò
il suo gesto Abramo
vinto dallo sguardo dell’Angelo
salvando la stirpe d’arabi e giudei;
qui, la stessa mano impugna
ancora l’arma dell’assoluta infamia
mentre l’Angelo volge la testa.
Rifletti, Israele, prima
che sia troppo tardi – e anche noi
dovremmo farlo-, quanto sia labile
la memoria dell’uomo.
Non ti consoli come, anche
il nostro silenzio, sia macchia indelebile
nella nostra torpida coscienza.
(1) Sono “I cani del Sinai” (Quodlibet 1967) di Franco Fortini
22 maggio 2021
(Foto: Canva)