ELISABETTA MERCURI
Un percorso artistico che nasce da una passione declinata nel tempo in diverse forme espressive, attraverso svariate tecniche. Il desiderio, fin da piccola, di fare la stilista e il corso della vita che propone strade diverse. Ma la passione e il talento, quando sono autentici e continuano ad essere coltivati, non possono, prima o poi, che venire alla luce dando concretezza alle proprie aspirazioni.
La mostra Bambole, porcellane, oli, sete e smalti che si è tenuta nel mese scorso nella suggestiva cornice della Chiesa della Croce Nera, a Saluzzo, è il risultato di 35 anni di attività di Giuliana Risso Rivoira. Un’attività svolta tra le pareti di casa (in parte a Saluzzo dove vive) ma supportata da insegnamenti di valenti maestri. Il suo amore per la pittura su ceramica, nato dopo aver visto oggetti dipinti a mano esposti in una fiera locale, l’ha portata a frequentare i corsi di Consolata Badino Craveri a Saluzzo per poi perfezionarsi a Torino da “Nobili”. Attualmente ha lasciato la tecnica classica per adottare quella americana ad “olio molle”, insegnatale da titolare di una scuola a Cuneo.
Tra gli affreschi e gli arredi della Croce Nera, la prima personale della Risso Rivoira che, dopo aver partecipato ad altre mostre, ha deciso di esporre tutte le sue opere per una più vasta condivisione.
Un tripudio di colori e di grazia per un incantevole allestimento curato da Nadia Ferrero ed arricchito di composizioni floreali realizzate da Lia Ferri.
Dipinti su seta, su legno e ad olio, piatti e vasi di porcellana smaltati, ma soprattutto bambole in ceramica dipinte, esemplari unici, che danno respiro a quella sua passione di disegnare abiti. Abiti le cui fantasie sono state descritte ai visitatori dalla stessa Rivoira compiaciuta dell’interesse suscitato dalle originali produzioni. Le sue ispirazioni sono diverse, le bambole raccontano di paesi lontani, ma anche di luoghi cari e vicini; evocano epoche passate, o riprendono spunti della moda attuale. C’era persino la bambola con la mascherina chirurgica che, confessa l’autrice, è nata per caso, per ovviare ad un difetto nel corso della lavorazione.
Nell’allestimento, altri complementi d’arredo dal vivace impatto cromatico, e poi le pitture su legno e ad olio, con i fiori e la frutta come temi dominanti.
I visitatori che si aggiravano tra i singolari pezzi artistici erano guidati dalla curiosità e dal colpo d’occhio che attirava ora da una parte ora dall’altra.
Giuliana Risso Rivoira si è detta soddisfatta della mostra per gli apprezzamenti dimostrati e per essere riuscita a raccontare “tutta l’arte della sua vita”.
L’artista ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero partecipando a Convention Internazionali. Ha ricevuto un premio a Marsiglia, ha esposto a Como, a Sanremo. In questi ultimi anni come socia Fidapa ha partecipato alle mostre: 2011 Donne creative; 2013 La sposa e il suo abito; 2015 Non solo Mimose a Mondovì; 2019 Tavolozze… la creatività femminile in Fidapa ad Alba 2020.
Per questa personale, la scelta dello spazio espositivo in uno dei gioielli artistici di Saluzzo, quella Chiesa in stile barocco, risalente al 1471, sita in piazzetta San Nicola, restaurata diversi anni fa e aperta al pubblico in occasione di eventi culturali, grazie alla gestione dell’Associazione Collegium Artium nata nel ’94, di cui fa parte Giuliana Risso Rivoira.