ARTHUR SZE
Il canto del lichene
—Neve nell’aria hai visto una crosta sul legno del soffitto e non hai mai considerato come io raccolga l’umidità quando esci dalla doccia non t’importa che io respiri mentre tu traspiri per anni ti sei lavato la faccia guardato allo specchio rasato pettinato uscito di corsa mentre io che cresco un centimetro ogni mille anni catturo il pizzicore della luce non capisci come possa passare dalla temperatura del gas liquefatto al tepore assorbire acqua riprendere a crescere senza una cicatrice posso galleggiare insensibile nello spazio essere colpito da raggi cosmici poi tornare sulla terra uscire dal sonno per respirare di nuovo senza un intoppo tu vai e vieni mentre io resto aggrappato al pino e lo zucchero dell’esistenza scorre attraverso di te scorre attraverso di me tu ti scheggi se solo vai vai vai se rallentassi scopriresti che le zanzare sbattono le ali seicento volte a secondo e prima di accoppiarsi si sincronizzano sentiresti come scintillino di desiderio io lancio le tue parole e se tu assorbi non asciughi la mia canzone puoi imparare che non sei solo a soffrire e dolersi seppure tu abbia instillato dolore e lutto puoi affrettare l’eccitamento e il coraggio della gioia se e quando smetti di guardare una roccia una staccionata ma guardi sì guardi solo me adesso perché sei a un attimo dalla partenza—
*
La forma delle foglie
Ginkgo, pioppo, quercia, storace, tulipifero:
le nostre emozioni assomigliano alle foglie e vivi
alle loro forme veniamo nutriti.
Hai provato l’estensione e il profilo del lutto
lungo i bordi di un grande acero riccio?
Hai sussultato al bagliore arancio
che brucia le curve del corniolo sinuoso?
Ho guardato dalle rotte su isole remote,
ognuna con diramo di strade sterrate,
e provato un attimo di rabbia pura, dorata come pioppo.
Ho visto gru canadesi muoversi in campi aperti,
una singola gru americana bianca nello stormo.
E ho viaggiato lungo i profili
delle foglie che non hanno nome. Qui
dove l’aria è umida e la luce è fredda,
sento ciò che altri pensano ma non dicono,
conosco il piacere nelle vene dell’acero da zucchero,
vivo sul limitare di una foglia nuova.
Arthur Sze ha pubblicato l’undicesimo libro di poesia dal titolo The Glass Constellation: New and Collected Poems (Copper Canyon Press, 2021). La sua precedente raccolta Lines (Copper Canyon, 2019) ha ricevuto il premio USA National Book Award for Poetry. È professore emerito all’Institute of American Indian Arts e vive a Santa Fe, New Mexico.
(Traduzione di Silvia Pio)
Foto di Rinuccia Marabotto.