Lizziweil, in volo sopra la polvere

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PAOLO BESSE’, JOLANDA MOLETTA. Il 28 Dicembre alle 18:00 ha avuto luogo alla Meridiana Tempo in Piazza S. Pietro, Mondovì, un concerto speciale, un connubio audace e gustoso di rock e musica da camera alla maniera delle migliori avanguardie newyorkesi degli ultimi anni (Anthony and the Johnsons e Shara Worden, per citarne alcuni).
Mente e cuore del progetto Lizziweil, attualmente in tour per presentare la loro ultima raccolta, è Laura Vertamy, una voce adamantina in equilibrio tra il cantato e il recitato, qui accompagnata da chitarra e violoncello in viaggio tra cantautorato classico e arrangiamenti raffinati e colti, frutto di una preparazione classica e anni di concerti in giro per l’Italia.
Tutti i brani proposti sono contenuti nel disco appena pubblicato In volo sopra la polvere, e dal vivo vengono alternati a brillanti monologhi da lei scritti, ponti sospesi fatti di parole e immagini coinvolgenti e suggestive su cui Laura è in grado di tenerci col fiato sospeso.

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Ogni canzone nasconde storie e collaborazioni e, tra i presenti in sala, vi é più di un musicista che conosce i Lizziweil e ha condiviso il palco con loro. Nonostante i ricordi siano a portata di mano, questa sera lo spettacolo sembra intenzionato a procedere in un’unica direzione e senza rimpianti. Come dice Laura stessa, si tratta di un album maturo, canzoni scritte nel corso degli anni, meditate, vissute in prima persona, quasi una raccolta di successi. Alcune canzoni sono ispirate da letture inattese (“Nero di Magia” rimanda al tenebroso racconto “Il mulino dei dodici corvi” di Otfried Preussler), altre da importanti esperienze personali, riscattate e chiarite nel cuore e nella testa (“Il tiranno”), con un attenzione ad altri mondi e culture (“Tabacco al terreno”, il modo in cui i nativi americani ringraziavano la terra per i suoi doni), e ad altre poetiche con cui confrontarsi (la splendida “Si muore d’argento” scritta in collaborazione con il già ospite marguttiano Enrico Gallo).

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Una chitarra, una voce e un violoncello in perfetta sintonia, ci hanno accompagnano per un’ora abbondante di sogni ad occhi aperti, di poesia senza manierismi, in volo costante tra la polvere e le stelle.

Tutte le foto di Ugo Blengini.