Il concerto dell’ensemble Musica Elegentia tenutosi a Mondovì sabato 30 aprile scorso è stato rigorosamente monografico, interamente dedicato a un autore viennese del Settecento molto famoso all’epoca, Georg Christoph Wagenseil, e a un genere musicale da camera, il “divertimento”, da lui particolarmente coltivato. Il divertimento oppone al contrappunto molto elaborato, tipico del tardo Barocco, la cantabilità, la semplicità, la chiarezza, la melodiosità, la leggerezza dello stile galante che prelude al Classicismo viennese.
Musica Elegentia si occupa dell’esecuzione di musica antica su strumenti d’epoca o su copie fedeli di questi. Il complesso, fondato a Lanciano (CH) nel 2012 dal musicista abruzzese Matteo Cicchitti, che ne è anche il direttore, ha partecipato a rassegne concertistiche di notevole importanza calcando teatri e sale prestigiose quali la Società Bolognese per la Musica Antica a Bologna, Musica a Marfisa d’Este a Ferrara, Early Music Day 2019, Università “G. D’Annunzio” di Chieti, Musica Antiqua ed. VIII a Vasto, Premio Letterario Internazionale Indipendente “Marguerite Yourcenar 2013” in binomio con il Festival Musicale delle Nazioni, Teatro Marcello di Roma, Teatro Keiros a Roma, offrendo al pubblico concerti monografici con repertorio che abbraccia buona parte della musica sacra e profana dei periodi XVI-XVII-XVIII sec., sia strumentale che vocale.
I “divertimenti viennesi” eseguiti da Paola Nervi al violino, Antonio Coloccia al violoncello e Matteo Cicchitti al violone e direzione sono di fatto sonate con un organico inconsueto: Wagenseil amava sperimentare forme nuove, in questo caso l’alchimia tra la voce acuta del violino e due strumenti gravi.
Di questi divertimenti, quello in Si bemolle Maggiore è il più emblematico, quello in cui è più evidente il chiaroscuro affettivo che li caratterizza tutti: nettamente fugato il primo allegro, dolce il larghetto, a scatti l’allegro molto finale; il divertimento in Re minore è il trionfo della regolarità e della simmetria: purissima armonia matematica in cui il violino schiarisce con i suoi interventi l’atmosfera un po’ cupa della tonalità minore. Nel divertimento di Fa maggiore il violone sviluppa l’itinerario armonico dei bassi con voce imperturbabile, mentre violino e violoncello intrecciano un elegante dialogo; leggero e aggraziato il divertimento in Sol maggiore, delicato quello in Re maggiore; nel divertimento in Do maggiore i bassi creano il tessuto melodico in cui il violino incastona la sua voce cristallina. Siamo a cavallo tra il tardo barocco e il Classicismo viennese: Mozart con i suoi sfavillanti “Divertimenti” salisburghesi (K136-137-138) è dietro l’angolo.