Riportando tutto dalla notte di Mariaester Graziano

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In foto Mariaester Graziano: a cura di FotoCrì – Giorgia Asprini

Poesie inedite 

Anatema da polaroid

Il viaggio te lo ricordi:
l’aspetto pretigno dei lampioni, la convalescenza pallida del neon,
la paranoica fontana.
Per consolarci dire “Guarda il panorama”
agli alberi come stuzzicadenti sul dente d’oro dell’alba.
Reidratare le domeniche,
assumerne due ad ogni pasto.
Ordinare cocktail alla mela,
sapore da Eden spremuto o da Biancaneve incosciente.
Chilometri, pietre, monasteri, acqua benedetta, padrefigliospiritosanto,
souvenir, ascoltiamo la guida, ci fa la foto?
Scarpe scomode per cena, cis, ancora un’altra,
amen. Quante domeniche per oggi?
Nelle foto: gli occhi chiusi, non ridevi, c’è il dito,
è tagliata, sfocata, senza flash.

Il ritorno

Le finestre ingiallite dal catarro meteorologico,
le pantofole per cena, le mele guaste,
disfo le valigie domani.
Ti ricordi i cis?
Parlami almeno dell’amen.

Miele e Gospel

Sì, puoi essere nel gospel vegetale,
nel MI SOL degli implumi,
nello squarciagola dei girasoli.
Sì, puoi mettere radici e ali
mentre batti un tempo al cielo.
La risurrezione è il talento dei morti.
Così ora sai la breve mortalità del petalo foglia piuma.
La placida leggerezza del distacco.
Ora sai la narrazione concava dell’estate di nido e corolla.
Sai scegliere il verso della terra, la direzione del mezzogiorno.
Ti è stata raccontata l’ Altezza,
l’origine subliminale della pioggia,
la restituzione del fango alla poesia eburnea delle galassie.
Tu sai il sopra e il sotto delle cose,
la costanza dell’ascendenza a testa in giù.
Tu sai che mettere le mani a coppa è farsi fiore
e prima o poi dovrai raccontare ai petali il m’ama non m’ama,
il ritornello per non credere ai mai più.
Rimane l’oro del poi da leccarsi le dita
nella pancia dell’ape. Ora tu sai a cosa servono
le gole, le mani, le pance.

A metterle a disposizione di miele

Riportando tutto dalla notte

Guadagnarsi un’alba dalle persiane
a monetine di fuoco,
come un jukebox per fluorescente jazz.
Recuperare una gamba, l’altra
un piede, l’altro
un cuore, l’altro.
Spostare cose, allineare i pensieri, recuperare i capelli dal pettine
e dirsi addio così
o arrivederci.
La gestione tricologica dei distacchi.
Abbiamo riportato tutto
dalla notte o quasi.
Possiamo ritenerci soddisfatti.

Mariaester Graziano è nata a L’Aquila, in Abruzzo, dove vive. Laureata in Scienze dell’educazione e in Scienze Psicologiche, è docente nella scuola primaria. Tra le sue pubblicazioni: Camminava sull’acqua e In nome del rosa pubbblicati per edizioni Arkhé, La mistica della marmellata e Ex O.P. pubblicati con Tabula Fati (2019), È sempre domenica (2021), Solo alla morte non c’è rimedio (2022), cinque libri nati da un esperimento di mappatura dei ricordi condotto sui social, poi rilegati insieme in un racconto unitario: L’arroganza del prezzemolo, Comme facett nonneta, La bellezza effimera dei fiori di cactus, Matrimoni e altri imprevisti, Cuordiecilacrime. Ha scritto alcuni racconti contenuti in diverse antologie edite da Tabula Fati: L’Ammidia, Cronache di un tempo senza tempo, Il cielo in uno schermo, Le magare. Ha collaborato con la rivista letteraria “Novanta9”. Da tempo è conduttrice radiofonica per Radiò con rubriche di approfondimento su letteratura e cultura.

(A cura di Silvia Rosa)