Luna bugiarda (?)

Visioni lunari

Visioni lunari (6 novembre 2022)

SILVANO GREGOLI

Quando la Luna sembra una C, Cresce o Diminuisce? Diminuisce.
Quando la Luna sembra una D, Cresce o Diminuisce? Cresce.
La Luna è bugiarda.

Qualche tempo fa, mi sono accaduti due fatti insoliti. Insoliti perché, pur essendo casuali, erano misteriosamente connessi.

Il primo è accaduto nella sala d’aspetto di un barbiere. Su un tavolino basso, un gran numero di giornali locali: una bella carrellata di vita, molto pittoresca. Sfogliando a caso, la mia attenzione è stata attratta da un trafiletto pubblicato nella rubrica La voce dei lettori del giornale La Piazzetta. Dico subito che la stranezza che mi è subito balzata agli occhi è stata la firma: Anonimo. Incuriosito, leggo il testo che riporto qua sotto.

Ah luna, sapessi: non ti credo più. Non credo più che per via di qualche strano influsso sconosciuto tu possa far montare l’insalata o camolare il legno di faggio. Non credo più che dal tuo faccione più o meno illuminato dipenda il destino delle bottiglie di vino poste a invecchiare in profonde cantine dove non entra né luna né sole, né vento né polvere, né estate né inverno. E non credo nemmeno più nella “saggezza popolare” da cui generazioni di brava gente attinsero, e tuttora attingono, relazioni causali tra le tue fasi, luna, e il tempo che farà. Non riesco più a credere che la tua lontana presenza trasmetta fin quaggiù vibrazioni misteriose, benigne o maligne; e anche a costo di offendere secoli di onesta dabbenaggine sono ormai costretto, luna, a considerarti solo per ciò che sei: un gran pietrone più o meno illuminato e nient’altro.

Anonimo

Tutto era strano in quel testo. Lo stile ricercato; l’anticonformismo dei pensieri; la scelta della firma. Ma l’elemento che più mi aveva colpito era la sincerità quasi dolorosa dei ripetuti “Non credo” professati dall’anonimo opinionista. Quale mai poteva essere il movente che spingeva l’Anonimo a sfidare tutto un pacchetto di credenze popolari a cui si affidano, ciecamente, milioni di uomini e donne di buona volontà?

Il secondo fatto, talmente inusitato da sembrarmi agghiacciante, mi è accaduto diversi mesi dopo nella sala d’aspetto di un veterinario di piccoli animali. Sul solito tavolino basso, oltre al solito quotidiano regionale, fresco di stampa, c’era solo una vecchia copia de La Piazzetta. Vedi caso: in bella vista, in prima pagina, un piccolo inserto avvisava i lettori che:

Stasera, su TeleCollina, un giornalista specializzato intervisterà l’anonimo autore del testo pubblicato nel nostro numero 17 che ha suscitato grande scalpore e un gran numero di commenti da parte dei lettori. Avvertiamo gli spettatori che l’intervistato ha chiesto e ottenuto di rispondere alle domande a viso coperto.

Me l’ero persa. Per fortuna TeleCollina, da me contattata, mi aveva informato dell’esistenza di un podcast consultabile gratuitamente. Ottenuto il podcast, l’ho trascritto e ne riporto qua sotto il verbatim.

***

Intervistatore. Perché insiste a volersi esprimere nell’anonimato? Non ha forse il coraggio delle sue opinioni?
 
Anonimo. Conosco bene il “Popolo della Luna”. In Italia sono decine di milioni: diciamo pure la stragrande maggioranza. Tra di loro non ci sono solo casalinghe e pensionati. Ci sono anche fior di professori, intellettuali di sinistra, lettori di Repubblica, banchieri, sindacalisti, artigiani, ingegneri, avvocati, notai, pacifisti, cardinali, premi Nobel, cantautori, usurai, alpinisti, guardiaparco, redattori di riviste di montagna e di mare… Vecchi e giovani, maschi e femmine, ricchi e poveri. Le credenze lunari sono il legante trasversale della società italiana. Chi sostenesse apertamente le idee che sostengo io – in realtà siamo un gruppetto che vive nella clandestinità – si alienerebbe la società italiana tutt’intera. Ma c’è di peggio. Tra i ranghi del Popolo della Luna si nascondono degli integralisti – veri e propri talebani – che pensano sia loro dovere castigare con fermezza chi non condivide la loro fede negli effetti delle fasi lunari. Hanno certi bastoni di nocciolo! E io non ho nessuna intenzione di provarli sulla mia schiena. Sono un opinionista, non un martire.

Intervistatore. E va bene; come vede abbiamo accettato le sue condizioni. Per venire subito al dunque, e se ho ben capito, lei nega in blocco che le diverse fasi della luna possano influenzare numerosi processi naturali, come quelli attinenti alla fisiologia vegetale: semine, crescite, trapianti, germinazione…; quelli attinenti alla fisiologia umana: crescita dei capelli e delle unghie, cicli ovarici, sesso dei nascituri, fertilità, cicatrizzazione delle ferite…; e altri svariati processi atmosferici e industriali: il tempo che farà, la “presa” del cemento, il bianco del bucato, l’arricchimento dell’uranio naturale… È così?

Anonimo. Sì.
 
Intervistatore. Su quali argomenti appoggia la sua “non credenza”? Possiede delle prove scientifiche che le fasi lunari non abbiano alcun effetto, per esempio, sulla crescita della lattuga, tra l’altro da tutti provata e comprovata?

Anonimo. E lei, possiede le prove scientifiche che ce l’abbiano?

Intervistatore. Numerosissime. Da una recente inchiesta si evince che lo crede il 98,83 % dei sondati, tirati a sorte. E in più lo sostengono fior di ortolani, lo sostengono i nostri vecchi, lo sostiene Frate Indovino, ma soprattutto lo sostiene in blocco la “saggezza popolare”, che è difficile che sbagli. Convinto adesso?

Anonimo. La saggezza popolare sostiene che per tener lontano il raffreddore basta avere in tasca una castagna d’India; che per guarire gli orzaioli bisogna guardare nel bottiglione dell’olio d’oliva extra vergine spremuto a freddo; che per far sparire le verruche occorre gettare una foglia d’alloro da un ponte e che per debellare l’influenza non c’è niente di meglio che una zampetta di coniglio portata sotto la canottiera.

(Intervistatore e opinionista rimanevano sulle loro rispettive posizioni. La discussione avrebbe potuto protrarsi per delle ore. Ma il tempo d’antenna era di soli venti minuti, per cui l’intervistatore, invece di indugiare su aspetti collaterali, decise di sferrare subito l’attacco supremo e imparabile.)

Intervistatore. Vedo che lei si rifugia nella caricatura per evitare il confronto. Bene. Mi dica allora: lei, che non crede nella luna, crede o non crede nelle maree?  Crede o non crede che la luna sia in grado di sollevare di diversi metri un oceano tutto intero? O avrà forse il coraggio di dire che la luna con le maree non c’entra niente?
Perché se ne sta zitto adesso? Si sente in trappola, vero? Lei che sembra avere una risposta a tutto, risponda un po’ sulle maree… (lunga pausa). E allora?… Le maree?… eh?… eh?… Lei sa bene che non può rispondere di no. E quindi, se la luna è capace di sollevare di diversi metri un oceano tutt’intero, potrà benissimo tirar su la linfa della cicoria, dei rapanelli e del prezzemolo.
Perché non risponde?

Anonimo. Oh, povero me! Le maree! Anche lei, anche lei come tutti gli altri! Ma cosa avete tutti con ‘ste maree? Cos’è? La parola d’ordine del Popolo della Luna? E va bene… sì… sì: la luna interviene nel fenomeno delle maree.

Intervistatore. Vede che non ci voleva tanto? Ammetterà che basta poco, adesso, per concludere che la stessa forza lunare che provoca le maree può anche facilitare la crescita degli ortaggi!

Anonimo. Purtroppo non basta poco.

Intervistatore. Come ha detto? Vuole ancora discutere?
 
Anonimo. Il problema è che la forza lunare che provoca le maree è la forza di gravitazione.

Intervistatore. Grazie per l’informazione. Non vedo dove sia il problema. La stessa forza di gravitazione che attira verso l’alto l’intero oceano può attirare verso l’alto la linfa vitale delle foglie della lattuga, o della cicoria. O forse lei ha ancora in serbo altri sofismi?

Anonimo. Il problema è che la forza di gravitazione lunare è dovuta alla “massa” della luna. È la massa della luna che esercita un’attrazione gravitazionale sulle masse oceaniche, facendole così innalzare.

Intervistatore. Trenta e lode in fisica: bravo! Ma continuo a non vedere dov’è il problema: la massa della luna che solleva gli oceani può dunque sollevare la massa dell’acquetta della lattuga!

Anonimo. Sì, sembra logico, devo ammetterlo; ma c’è un secondo problema. La massa della luna rimane sempre la stessa: che sia tutta illuminata (come nel plenilunio), che sia illuminata a metà (da una parte o dall’altra, come nei due quarti di luna), o che non sia illuminata per niente (come in luna nuova). E così, continuando sul filo logico, se la massa della luna attirasse verso l’alto la linfa della lattuga, dovrebbe attirarla tanto in luna piena quanto in luna nuova, tanto in luna calante quanto in luna crescente. Cioè indipendentemente dalle fasi lunari. Il contrario di ciò che sostiene il Popolo della Luna a cui lei sembra deciso a prestar man forte.

(Il ragionamento sembrava filare. L’attrazione lunare esercitata su un qualunque oggetto terrestre non poteva dipendere dal fatto che la superficie lunare fosse più o meno illuminata. Bisognava per forza ammetterlo. Ma l’anonimo sembrava deciso a continuare la sua lezione.)

L’argomento precedente basterebbe per concludere che i pretesi effetti delle fasi lunari non hanno niente a che vedere con il fenomeno delle maree. Ma andiamo avanti, c’è di meglio. Lei sa che il fenomeno delle maree è un fenomeno periodico: alta marea, bassa marea, alta marea, bassa marea… Durante l’alta marea la superficie dell’oceano si innalza, durante la bassa marea si abbassa, e così via. Senza entrare nei dettagli del perché di questo fenomeno, vorrei attirare l’attenzione sulla sua “durata”. Lei sa bene, infatti, che il tempo che intercorre tra due alte maree, come pure tra due basse, è di circa dodici ore. In altre parole, se a una certa ora di un dato giorno c’è alta marea, sei ore dopo ci sarà bassa marea, sei ore dopo alta, sei ore dopo bassa… e così di seguito. In conclusione: se l’effetto della luna sulla crescita dell’insalata, dei capelli o delle unghie, dipendesse dallo stesso tipo di forza lunare che provoca le maree, l’insalata, i capelli e le unghie dovrebbero crescere rapidamente per sei ore, decrescere per altre sei, crescere nuovamente per sei ore, decrescere per altre sei e così via. Niente a che vedere dunque con le fasi lunari che, come lei ben sa, si susseguono con un periodo di 29,5 o 27,3 giorni secondo che si prenda come sistema di riferimento quello geocentrico o quello siderale. Mi segue? Insomma: se è vero che la luna c’entra con le maree, le fasi lunari – tanto care al Popolo della Luna – c’entrano con le maree come c’entra un fico secco.

(Una collera sorda stava visibilmente montando agli occhi dell’Intervistatore. L’Anonimo faceva il sapientone, lo prendeva per un grullo, e con lui tutto il Popolo della Luna. Secondo il suo ragionamento, non poteva esserci una relazione tra le maree e gli effetti biologici delle fasi lunari. Un negazionista, dunque; sicuramente un complottista, forse perfino un terrapiattista. L’Intervistatore aveva capito che per non perdere la faccia doveva interrompere l’intervista e documentarsi meglio. Il problema era che bisognava riuscire ad interromperlo…)

Si potrebbe ancora abbondare in proposito. Lei sa che in certi luoghi – come per esempio sulle coste della Bretagna francese – l’alta marea solleva l’oceano di parecchi metri, anche più di quindici, mentre in altri – come per esempio sulle coste mediterranee – il dislivello tra alta e bassa marea è di pochi centimetri. Strano, vero?
E c’è un fenomeno ancora più strano. Sulle stesse coste della stessa Bretagna francese, là dove le acque dell’oceano subiscono in modo così paradossale la potenza dell’attrazione lunare, il livello dei laghi, degli stagni e delle piscine, imperturbabile, non si muove di un millesimo di millimetro. Perché?
Mi ascolti: lasci perdere le maree. Sono un fenomeno perfettamente spiegabile dal punto di vista fisico, ma molto complesso; e non vorrei tediarla con spiegazioni tecniche dove, oltre alla forza di gravitazione universale, bisognerebbe far entrare in gioco altre forze, come la cosiddetta “Forza di Coriolis” che lei probabilmente non conosce, la rotazione della Terra, la forza centrifuga, l’effetto dei continenti, la profondità degli oceani e, più in generale, la geometria degli oceani e dei continenti. Comunque sia, se il principio che determina la crescita degli ortaggi fosse lo stesso che determina le maree, come dice lei, in Bretagna dovrebbero crescere delle insalate alte come una casa di tre piani! Hahaha! Non se la prenda: sto scherzando…

Intervistatore. La smetta di essere insolente e ammetta una buona volta che esistono dei fenomeni ancora sconosciuti, e che ciò è condiviso da fior di scienziati, di levatura ben superiore alla sua. O vorrà forse dirmi che tutto è noto, che tutto è spiegabile, che non esistono più sacche di mistero?

Anonimo. Ah! Il mistero! L’enigma! L’arcano! Le vibrazioni soprannaturali! Se il Popolo della Luna si esprimesse sempre in questi termini tutto sarebbe più facile. Il guaio è che ogni membro di questo “popolo”, prima o dopo, mi tira fuori le maree. È successo anche a lei. È una cosa estremamente irritante. Ecco perché ho voluto dilungarmi un po’ sul fenomeno fisico delle maree: per convincerla che questo fenomeno non c’entra per niente con i pretesi effetti delle fasi lunari. Spero di essere riuscito a convincerla.

Intervistatore. E va bene, ritiro l’argomento delle maree. Ma resta il mistero. E allora perché negare in blocco, come fa lei, che le fasi lunari, grazie a qualche influsso misterioso, influenzino i processi naturali? Conosco persone, degne della massima fiducia, in grado di fornire dei dati inconfutabili su tali effetti. Esistono anche libri interi che parlano degli effetti della luna sulle culture. Se lei è d’accordo, mi documenterò in modo più esauriente e ci incontreremo in un secondo tempo in questo stesso luogo. Accetta dunque una seconda intervista? Un secondo scambio di vedute? Un secondo battibecco?

influssi-misteriosi

Anonimo. Con piacere; alla condizione, però, che non si parli mai più di maree. Va bene? Prima, però, la pregherei di leggere la seguente poesia, che ho trovato nell’edizione 1997 del Calendrier du Jardinier Provençal. L’autore si chiama M. Dulard, dell’Accademia delle Belle Lettere di Marsiglia, La poesia è stata scritta nel 1761. Siamo dunque in Francia, due secoli e mezzo fa. È il momento magico dell’Illuminismo.

C’est du fond du terrain plus ou moins consulté,
que dépend l’abondance ou la stérilité;
c’est là leur origine et leur cause certaine,
non la forme inégale et l’influence vaine
du globe lumineux qui préside à la nuit
et règle les travaux du laboureur séduit.
Préjugé ridicule, erreur héréditaire
dont le peuple niais est encore tributaire;
que la saine physique apprend à dédaigner
et des esprits pourtant, ne peut déraciner.
 

[traduzione]
 
È dal fondo del suolo, più o men lavorato,
che dipende l’abbondanza o la sterilità del risultato;
quella sola è l’origine e la causa sicura,
non la forma mutevole e l’influenza oscura
del globo luminoso che presiede alle notti
e regola i lavori dei contadini sedotti.
Pregiudizio ridicolo, errore ereditario
di cui il popolino è ancora tributario;
che la sana fisica insegna a disdegnare
ma dalle menti, ahimè, non riesce a sradicare.

Belli soprattutto i due ultimi versi, non le pare? Come vede, i due “popoli” si affrontavano già nel passato e non penso sia possibile trovare un’intesa proprio ora. Purtroppo si tratta solo di scegliere il proprio campo: quello del razionalismo o quello della superstizione.

Intervistatore. Non si preoccupi. So dove andare a trovare gli argomenti che costringeranno anche uno scettico come lei a cambiare idea. Me ne andrò su per le montagne a intervistare dei vecchi occitani che vedono delle cose che noi non vediamo, che sentono delle cose che noi non sentiamo e che suonano degli organetti che convincono anche gli scettici. Mi permette di godermi la vittoria già fin da adesso?

Anonimo. Ma certamente! E lei mi permette di raccontarle ancora un aneddoto che mi è stato riportato come vero?

Intervistatore. Sentiamo.

Anonimo. Un cacciatore di pellicce si sta preparando ad affrontare il grande inverno canadese in una capanna di tronchi nel Nord del paese. Su un lato della capanna una catasta di legna pronta a essere utilizzata.
Passa un vecchio indiano avvolto di pelli. «Ehi, Capo! Sarà duro l’inverno?» gli chiede il cacciatore.
Il vecchio indiano guarda a destra, guarda a sinistra, scuote il capo pensoso poi risponde: «Inverno rigoroso!»
Qui sarà meglio tagliare ancora un po’ di legna, pensa il nostro cacciatore. E la catasta s’innalza e s’allarga di un buon metro.
Trascorrono alcuni giorni poi, una mattina, ecco nuovamente il vecchio indiano avvolto di pelli. «Ehi, Capo! Sarà duro l’inverno?» gli chiede il cacciatore.
Il vecchio indiano guarda a destra, guarda a sinistra, scuote diverse volte il capo, pensoso, poi risponde: «Inverno molto rigoroso!»
Qui sarà meglio tagliare altra legna, pensa il nostro cacciatore. E la catasta s’innalza e s’allarga di altri due buoni metri. Così dovrebbe bastare, si dice il cacciatore. Non è il primo inverno che passo in questo luogo e non ho mai avuto una catasta di legna così grande.
Ma ecco, un’altra mattina, giungere dal sentiero di neve il solito vecchio indiano. «Ehi, Capo! Sarà duro l’inverno?» non può impedirsi di chiedergli il cacciatore di pellicce.
Il vecchio indiano guarda a destra, guarda a sinistra, scuote fieramente il capo, preoccupatissimo, poi risponde: «Inverno molto, ma molto, ma molto rigoroso!»
Il cacciatore stupito si avvicina allora al vecchio e gli chiede: «Voi sicuramente vedete cose che noi non vediamo e sentite cose che noi non sentiamo. Mi dica allora, Capo: quali sono i misteriosi segni della natura che le fanno prevedere un inverno eccezionalmente rigoroso?»
Il Capo è vecchio e curvo, ma il viso è nobile e la parlata solenne: «Quando Uomo Bianco tagliare molta legna, inverno molto rigoroso!»

Intervistatore. Riderà bene chi riderà ultimo, non se ne dimentichi! Avanti, Popolo della Luna! La Luna trionferà! Al nostro prossimo incontro, dunque?

Anonimo. Con piacere. Ah, dimenticavo: le dispiacerebbe se la prossima intervista avvenisse l’ottavo giorno di luna calante, ascendente Sagittario? Mi è stato detto che quello è il periodo più propizio alle discussioni oneste e senza pregiudizi.

***

Mi sono ovviamente procurato tutti i numeri di La Piazzetta seguenti all’intervista. Nulla. Silenzio stampa. Una pietra sopra. Una pietra tombale. Come se la redazione del settimanale avesse deciso di oscurare i commenti che sicuramente aveva ricevuto. Ci sono argomenti che, per il bene comune, è meglio lasciare al chiuso. Lo sapeva bene Pandora. Parola d’ordine: “Sia prestamente dimenticato l’increscioso episodio di scetticismo lunare”, “Si ritorni alla beata serenità del prima”, “Ribadiamo tutti in coro, senza esitare, che le fasi lunari hanno un effetto marcato sul mondo in cui viviamo”.
Detto, fatto. Il pensiero dominante dell’Intervistatore aveva sgominato il pensiero, complottista e terrapiattista, dell’Anonimo opinionista.

E io? Devo ammettere che durante tutto lo svolgimento della contesa la mia mente si era sempre schierata dalla parte della bella mente, volterriana, dell’Anonimo opinionista mascherato, del negazionista lunare matricolato.
Però… Ricordo di aver letto tempo fa sulle colonne di Margutte che due signore, Maddalena e Gabriella, avevano personalmente comunicato con la Luna, penetrata nelle loro rispettive camere da letto. Maddalena aveva perfino ascoltato di nascosto i dialoghi intimi tra la Luna e la Montagna. Li aveva dipinti con sensibilità ma non li aveva trascritti per rispetto alla parola data. Non sapremo mai che cosa si erano dette.
Per non parlare poi dei numerosi dialoganti minori, mai approdati sulle colonne di Margutte: San Francesco, Dante, Petrarca, Ariosto, Leopardi…
Ma allora… ci sarà veramente “qualcosa” sotto?

A volte, nei sempre più frequenti momenti di debolezza, vorrei potermi nascondere anch’io, al caldo, tra le pieghe del Popolo della Luna! Ma non ce la faccio… non ce la faccio ancora…

Per il momento mi sono limitato ad aggiungere nel titolo, fra parentesi, quel punto interrogativo che, spero, ne addolcisca un pochino l’amarezza.

*

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