Un concerto di grande fascino

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GABRIELLA MONGARDI

Sabato 1° luglio, nel Chiostro del Santuario di Vicoforte, si è inaugurata alla grande, con il concerto dell’Orchestra Tiepolo Barocca Quadri barocchi: incanti e maestrie, la 56. edizione del Festival dei Saraceni, la prestigiosa rassegna di musica barocca nata nel 1968 a Pamparato da un’idea del prof. Mario Uberti e attualmente organizzata dalla Fondazione Academia Montis Regalis di Mondovì in collaborazione con il Comune di Pamparato.

L’Orchestra Tiepolo Barocca, una formazione con sede in Friuli Venezia-Giulia, ma composta da musicisti provenienti da varie regioni italiane che suonano su strumenti originali per fa rivivere il suono “antico” della musica barocca, come fa la nostra Academia Montis Regalis, ha proposto al pubblico una serie di “quadri” dalle tinte soffuse e delicate – le opere di compositori gravitanti intorno alla corte austriaca oggi dimenticati – incorniciati da brani di autori celebri quali Händel e Albinoni. Il programma inoltre alternava sapientemente pezzi per orchestra d’archi (la Partita in do maggiore di Fux, il Lamento sopra la morte di Ferdinando III di Schmelzer, la Battalia a 10 di Biber) ad altri arricchiti dai colori pastosi degli strumenti a fiato: la Sonata per tromba e due oboi e il Concerto Grosso per due oboi in fa maggiore di Händel, la Sonata n.1 per due trombe di Weichlein e la Sinfonia da La Statira di Albinoni.

Certo, Albinoni e Händel fanno scintille: il primo con il contrasto tra la pienezza trionfale degli allegri e la dolcezza cullante dell’atmosfera veneziana ricreata dall’andante; il secondo con la sapienza strutturale della composizione, come quella di un orafo che incastona diamanti e perle nell’oro e vuole sperimentare tutte le combinazioni possibili per intensificarne lo splendore.
Ma Fux anticipa Bach con la sua Partita elegante ed equilibrata, che sembra una suite di danze; il Lamento di Schmelzer è articolato e vario, pieno di dignità e compostezza;  Biber nella sua Battalia a 10 spinge il suo sperimentalismo fino agli “effetti speciali” (il contrabbasso usato come percussione, ad esempio), fino a dare l’impressione che ogni strumento vada per suo conto suo, fino alla dissonanza totale. Il suo allievo Weichlein, uno dei più talentuosi – e paradossalmente dei meno conosciuti – è considerato “il più austriaco tra i compositori attivi nell’ultimo scorcio del XVII secolo, anche grazie all’inserimento in parecchie sue opere di melodie tradizionali del suo paese” (dal programma di sala). Le sue Sonate erano adatte alle cerimonie sia sacre sia profane: quella per due trombe qui eseguita ricorda il celeberrimo Canone di Pachelbel.

Il concerto ha dato un avvincente spaccato di un secolo di produzione strumentale nei domini asburgici, conducendoci tra “incanti e maestrie” della musica barocca.
Il prossimo appuntamento sarà a Pamparato, giovedì 6 luglio alle 21, nel Salone Consiliare del Castello Stanislao Cordero di Pamparato; l’ensemble Instrumentum Vocale proporrà: RUGGIER, QUAL SEMPRE FUI, TAL ESSER VOGLIO – LO STILE CAVALLERESCO IN MUSICA TRA AMORI E BATTAGLIE (opere di Tarquinio Merula, Girolamo Frescobaldi, Sigismondo D’India, Claudio Monteverdi e Barbara Strozzi).