Dalla prefazione di Antonio Nazzaro
[...] Un canto religiosamente laico che evoca la parola dolorosa e speranzosa di Pier Paolo Pasolini, lontano dal concetto di fede, ma forte e con un alto senso dell’umanità. Una scrittura sospesa tra un desiderio e una sensualità che diventano evocazione non di un tempo passato o perduto, ma di una purezza e di una libertà che è un desiderio costante. [...]
[...] Un canto religiosamente laico que evoca la palabra dolorida y esperanzada de Pier Paolo Pasolini, lejana al concepto de la fe, pero fuerte y con un alto sentido de humanidad. Un escribir suspendido entre un deseo y una sensualidad que se hacen una evocación no de un tiempo pasado o perdido, sino de una pureza y de una libertad
que es un anhelo constante. [...]
Da Volver a escribir la vida / Riscrivere vita (Abisinia Editoral 2023), versione bilingue spagnolo/italiano, traduzione e cura di Antonio Nazzaro
si fermano i vortici della notte si compie il tempo
l’humus prende forma imita materia d’alba
la morbida piega dei petali
sul petto approda l’arca il bosco oscilla
e uno stormire basso quasi un silenzio
permette all’utero l’ultima spinta
dev’essere pace intorno per il primo grido
così difficile e pure così gioioso
dire di un movimento che prima non c’era
e pure si predisponeva
con l’impercettibile forza del germoglio
un tendere misterioso del seme
verso un cielo che approva che chiama
il piccolo corpo a muoversi sul ventre
inesorabile verso la tepida scia bianca
pianeta d’aria e luce e fango
dalla notte arcaica risvegliate
memorie d’oceano alghe azzurre
e sulla terra l’alba degli incontri
brusio di passi
scavano i fianchi ai monti
una rete di valichi e sentieri
come una profezia
se detienen los vórtices de la noche se cumple el tiempo
el humus toma forma imita la materia del alba
el suave pliegue de los pétalos
sobre el pecho recala el arca el bosque oscila
y un crujir bajo casi un silencio
permite al útero el último empujón
debe haber paz alrededor para el primer grito
tan difícil y además tan alegre
decir de un movimiento que antes no existía
e incluso se predisponía
con la imperceptible fuerza del vástago
un extender misterioso de la semilla
hacia un cielo que aprueba que llama
al pequeño cuerpo a moverse sobre el vientre
inexorable hacia la tibia estela blanca
planeta de aire y luz y fango
por la noche arcaica despiertas
memorias del océano algas azules
y en la tierra el alba de los encuentros
murmullo de pasos
cavan los costados de los montes
una red de cruces y senderos
como una profecía
***
avessi avuto figlie
le avrei chiamate con nomi di fiori
Amarilli Artemisia Ninfea risvegliate dal mito
Salvia Veronica Eufrasia benedictae
nel giardino dei giorni, un fiore quotidiano
con cui ridere del mondo e cantare riordinando la casa
– ragnatele smagliate dall’urto dolce del canto –
mi sarebbe bastato anche se
i fiori mai rivelano il loro breve segreto
solo a sera raccontano
aromistupori del giorno
e il più giovane in boccio può interrogarti
sul senso ambiguo del fuoco
e tu non puoi che rispondere
serve alla civiltà
petali fuori posto avrei sistemato
aerei ikebana avrei insegnato
ceduto a nuove geometrie-autonomie
sofferto pure dello sconfinare
di profumi ribelli
fior di progetti avremmo ideato
perché i fiori sanno di simmetrie e fantasticano
di volatile rugiada e foreste imbattibili
le nostre asimmetrie e dismisure
trasferite sui rami ingoiate dai venti
i fiori accettano
la brevità del colore lo spegnersi
del fruscio vitale al tramonto
lasciarmi sfiorire
appoggiata a uno stelo filiale
attendere
sull’orlo dei calici la fioritura
si hubiera tenido hijas
las habría llamado con nombre de flores
Amarilli Artemisia Ninfea despiertas por el mito
Salvia Veronica Eufrasia que sean benedictae
en el jardín de los días, una flor cotidiana
con la que reír del mundo y cantar reordenando la casa
―telarañas enredadas por el golpe dulce del canto―
me habría bastado aún si
las flores nunca revelan su breve secreto
solo en la noche cuentan
aromasasombros del día
y el más joven en capullo puede interrogarte
sobre el sentido ambiguo del fuego
y tú no puedes más que responder
sirve a la civilización
pétalos fuera de lugar habría arreglado
aéreos ikebanas habría enseñado
cedido a nuevas geometrías-autonomías
sufrido también por el invadir
de perfumes rebeldes
flor de proyectos habríamos ideado
porque las flores saben de simetrías y fantasean
con volátil rocío y florestas imbatibles
nuestras asimetrías y desmesuras
transferidas en las ramas engullidas por los vientos
las flores aceptan
la brevedad del color el extinguirse
del susurro vital al ocaso
déjame marchitar
apoyada en un tallo filial
esperar
al borde de los cálices la floración
***
sorveglio l’acqua
sorveglio l’acqua imparo
come si evapora
come si abbandona l’esuvie
in un angolo il mucchio
il sale della vita – l’acqua è ironica –
il dio dell’acqua saggio
ondulava in serpente
allevando le spighe
e insieme i pesci
e ignaro in petto anche l’uomo
tecnica che solo un dio padroneggia
ma che esclude
perversioni di plastica
la sapienza dell’acqua
quando imperla
la fronte per timore
prima di commettere
prima di parlare
vigilo el agua
vigilo el agua aprendo
cómo se evapora
cómo se abandona la exuvia
en una esquina el montón
la sal de la vida ―el agua es irónica―
el dios del agua sabio
ondulaba en serpiente
criando las espigas
y también los peces
e ignaro en el pecho también el hombre
técnica que solo un dios domina
pero que excluye
perversiones de plástico
la sabiduría del agua
cuando perla
la frente por temor
antes de cometer
antes de hablar
Annamaria Ferramosca è nata a Tricase, in Salento e vive a Roma.
Ha pubblicato: Il versante vero (Fermenti 1999, Premio Opera Prima Aldo Contini Bonacossi), Porte di terra dormo (DialogoLibri 2001), Porte/Doors (Edizioni del Leone 2002, prefazione di Paolo Ruffilli, Premio Internazionale Forum-Den Haag), Curve di livello (Marsilio 2006, Premio Astrolabio), Paso Doble – Dual poems (coautrice Anamaria Crowe Serrano, Empiria 2006, traduzione di Riccardo Duranti), La Poesia Anima Mundi (monografia a cura di Gianmario Lucini, con la silloge Canti della prossimità, Puntoacapo 2011), Other Signs, Other Circles-A Selection of Poems 1990-2009 (traduzione e introduzione di Anamaría Crowe Serrano, Series Contemporary Italian Poets in Translation, Chelsea Editions 2009, Premio Città di Cattolica), Ciclica (La Vita Felice 2014, introduzione di Manuel Cohen), Trittici – Il segno e la parola (Dot.comPress 2016), Andare per salti (Arcipelago Itaca 2017, introduzione di Caterina Davinio, Premio Arcipelago Itaca); Per segni accesi (Ladolfi editore 2021); Luoghi sospesi (Puntoacapo 2023); Volver a escribir la vida (Abisinia Editorial 2023, traduzione di Antonio Nazzaro) e Va veni Oceanul (Editura Cosmopoli 2023, traduzione in romeno di Eliza Macadan). È presente in varie antologie e su riviste italiane e straniere.Nel 2022 ha ricevuto il Premio alla Carriera conferitole dalla giuria del Premio di poesia Paesaggio Interiore.
Antonio Nazzaro, nato a Torino nel 1963, è giornalista, poeta, traduttore, video artista e mediatore culturale, fondatore e coordinatore del Centro Cultural Tina Modotti. È direttore di diverse collezioni di poesia italiana e latinoamericana per differenti case editrici. Ha pubblicato le sillogi: Amore migrante e l’ultima sigaretta (RiL Editores, Chile; Arcoiris 2018), Corpi Fumanti (Uniediciones 2019) e Diario amoroso senza date, Fotoromanzo poetico (Edizioni Carpa Koi 2021), La dittatura dell’amore (Delta 3 Edzioni 2022). Un libro di racconti brevi: Odore a (Edizioni Arcoiris 2014) e il libro di cronaca e poesia: Appunti dal Venezuela, 2017, Vivere nelle proteste (Edizioni Arcoiris 2017). Suoi testi sono stati pubblicati in differenti lingue su riviste e antologie nazionali e internazionali.
(A cura di Silvia Rosa)