Trenta nomi per amarti

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AURORA CASTRO

Agli amori mancati, per sempre…

“Quella dolce morte il tuo bellissimo amore
mi ha condotto sulla riva”
Oscar Hahn, Mal d’amore

1 giugno
Sei tornato con la pioggia delle cinque
ti ho dato un nome d’acqua, di nostra Vergine delle Acque disperse

il sole si è rotto in una luce di fiori, di costa, di prima fonte, di vele

2 giugno
prima onda: sangue

seconda onda: cuore

terza onda: nostro cuore di sangue

3 giugno
Le ore del non amore:
salici, case e ortiche
arazzo di mare
il mattino e il dio padre che mi ha dato la tua costola d’acqua

4 giugno
Isole nere e gli eterniamati che ci chiamano
di là dalle porte del mare

5 giugno
cielo superiore:

notte del tuo nome

cielo inferiore:

noi
la pioggia del pomeriggio che si è macchiata di malva spalancandoti nel verde

6 giugno
Quello che abbiamo vissuto non è più niente:
ti sei ferito e sanguini
odori di mare dentro l’amore

7 giugno
Erba lucente

8 giugno
Ruggine di mare, nostra carne felice

9 giugno
Tu, un punto che ascende verso l’alto dei pesci
nello spirito superiore dei gabbiani

10 giugno
Meridiano delle tue braccia
tre farfalle nere
terra secca
silenzio dell’est
sotto alla costellazione dell’Orsa

11 giugno
Pomeriggio
ronda di gabbiani
Sera
tua carne di anemone

12 giugno
Coste di fuoco, alberi di sale e vento, nostre dita eremite soffiate via dal mare

13 giugno
Piccola rosa, piccolo regno del cedro, piccola ortica, piccola colomba alla tua porta

14 giugno
Guardo fuori, una donna stende la biancheria al sole e canta Amore mio, nun te pià pena. Il sole segue il metallo lacrimoso dei fili, i vasi grigi con le piante secche sui davanzali, il cedro fiorito fra il muro e il legno della rosa. L’altro movimento è il vento che attraversa le vertebre dei frangipani, un uomo che passa con una valigia in mano percorrendo la strada che porta alla chiesa della Santissima Addolorata e il lungo frangente di nuvole che da lontano attraversa i fiori

15 giugno
I nostri corpi
solitudini d’oleandro, frangenti di palme, luci marine
riflessi in quel vetro nero

16 giugno
L’immenso meridiano di una nuvola cade ed è sera.
Mi siedo in terrazza aspettando i tuoi doni-steli d’erba marina, lillà spifferi d’aria, archi d’aranci, detonazioni blu di germogli

17 giugno
La luna che è cresciuta spargendo la sua cenere fra le isole

18 giugno
Mattino

contee di vento, reti da pesca, auree di mare

nuvole sparse fra campi di grano

tuo equatore di cristallo

19 giugno
Ho camminato tutta la sera fra rovine di torri color oceano, seguendo le tracce di una luna anamnestica.
Il tuo primo bacio sa di libellule, il secondo di immensa pioggia, il terzo di coralli appena fa buio

20 giugno
Prima luce
amami
Seconda luce
mio corpo riflesso allo specchio che non vedi
Terza luce
alba delle nostre due ferite unite

21 giugno
sole che oscilla
nel tuo fragile sangue di colomba

22 giugno
Pollini, raggi – delle tue dita chiuse –

23 giugno
Spalle al muro, vorrei chiamarti.
Il disco suona sopra un centrino di raso rosso. Ho acceso una candela per i nostri tre addii: ieri, oggi, domani

24 giugno
Oscurità di corrente, Nettuno, allodola d’acqua
che ci separa
in un arcangelo dell’aria

25 giugno
I segni si richiudono, anche le ferite.
Il giorno scema in una metafora di mare. Presto la notte cancellerà i gabbiani del pomeriggio e i miei occhi che ti cercavano nel vuoto

26 giugno
Acque alte
spirate dal verde

27 giugno
Lo spavento del nostro amore rotto
nell’ala di una farfalla d’agosto

28 giugno
Paesaggio smaltato di luce: un ponte contro il sole, fiori spontanei, buganvillee viola con qualche segno di lillà sui primi petali in alto, cielo mite e barche ormeggiate; crateri di rocce, conchiglie rotte sulla luce del mattino fra gli alberi del mondo

29 giugno

La disperazione della tua assenza mi ha spinta a cercarti.
Sono andata alla finestra
poi verso la porta
poi di nuovo alla finestra.

All’alba il vento mi ha portato un segno del tuo corpo
il tuo costato di viola appannato contro il vetro

30 giugno
Tu, io e il nulla
la parola fine

Aurora Castro

Aurora Castro è nata a Milano nel 1985 e vive a Grottaglie, in provincia di Taranto. Si è laureata nel 2008 in Storia delle idee filosofiche e scientifiche presso la Facoltà di Filosofia di Bologna. Ha lavorato per l’editore Raffaelli di Rimini in qualità di redattrice editoriale e come copywriter per varie testate giornalistiche, fra cui Donna Moderna. Attualmente lavora come copywriter per un’agenzia pubblicitaria di Torino.
Pubblica, per i tipi Raffaelli, il suo primo libro di poesie: “La rosa del piacere” (2012) e nel 2019 la raccolta di racconti “Una lingua di mare”, Tracce Edizioni.
Suoi versi sono stati pubblicati online dalle riviste: Cartesensibili, Una Specie e Atelier. Nel 2022 pubblica per Ensemble Edizioni la sua terza raccolta di poesie, dal titolo “Settanta giorni di coprifuoco”.

Questi versi sono inediti

Foto di Bruna Bonino

(A cura di Silvia Pio)