I gatti esenti da difetti di Giancarlo Baroni

In copertina, disegno di Alberto Zannoni

In copertina, disegno di Alberto Zannoni

GIANCARLO BARONI

Il gatto che cammina sulle stelle

Il gatto camminava sulle stelle
saltava dall’una all’altra
a volte fingeva di cadere
aggrappandosi con una zampa

le stelle applaudivano entusiaste
il gatto miagolava contento
ai bambini e ai gatti
le avventure non fanno spavento.

Il nostro gatto

Vede nel buio
cammina nel silenzio
risuonano i suoi ronf
nell’universo

la coda batte
sul gong dei veri affetti
il nostro gatto esente
da difetti.

Illustrazione di Vania Bellosi

Illustrazione di Vania Bellosi

Colori naturali

Un gatto soriano
occhi gialli
nell’erba verde

osserva
un merlo nero
becco arancio

il felino si slancia
il merlo si alza
baruffa celeste.

Cleopatra

Di pelo arancio e bianco
l’avevamo battezzata Cleopatra
regina del palazzo

antico dove abitavamo
poveri fra poveri
a due passi dal Duomo. Si aggirava

con passo felpato
nel cortile interno ciottolato; tiravo
un sospiro di sollievo al suo rientro.

Mia nonna raccontava
che qualcuno di nascosto li rapiva
per mangiarli. Gatti

come conigli ricordava
chi in tempo di guerra affamato…
Poi traslocammo, metà anni Sessanta,

condominio nuovo di periferia
uno dei tanti, si sconsigliavano
cani animali gatti.

Il gatto di Palazzeschi *

Cesare Cesare grido
quando scappa dalla finestra
per bighellonare
all’aperto libero dalle carezze,
poi all’improvviso torna

ricoperto di graffi
sta sul bordo entra
soltanto se lo chiamo
per cognome Blanc
Blanc vieni tesoro entra.

(* Il nome dell’editore e curatore dei primi libri di Palazzeschi è in realtà quello del suo gatto: Cesare Blanc)

Illustrazione di Elena Bertoncini

Illustrazione di Elena Bertoncini

Giancarlo Baroni, poliedrico collaboratore di Margutte, pubblica un libretto illustrato numerato di poesie che riguardano i gatti, del quale i lettori hanno appena avuto un assaggio. Riportiamo la prefazione di Fabrizio Azzali.

I Gatti che stanno in questo libretto sono davvero speciali. Ma tutti i Gatti lo sono. Chi ha convissuto con uno di loro e ne è stato adottato per segreta affinità elettiva lo sa. Gli altri animali sono animali e basta, il Gatto no, lui è un’altra cosa, è un po’ parente della Sfinge e ci propone da sempre gli stessi enigmi. È però più antico della Sfinge e forse rammenta cose che essa ha dimenticato. Perché, già gli Egizi lo sapevano, è della stirpe degli dèi e forse per questo sa vedere nel buio, là dove gli occhi umani sono inutili. Il Gatto è imprevedibile e misterioso, affine alle cose inconoscibili, e ci insegna così la variegata imprevedibilità della vita e il mistero che ci avvolge. Cosa osserva quando si siede così, immobile, all’apparenza perso nei suoi “pensieri”, o forse “a sognare ad occhi aperti”? Credo stia guardando dentro, guarda la trama dell’esistenza che fluisce attraverso di lui; sta osservando segrete relazioni, lo svolgersi di vite dentro alle vite, di mondi dentro ai mondi; ascolta la dolce canzone della trama dell’essere, che lo rassicura del ruolo che svolge ogni forma animata e della bellezza senza fine. Ma il Gatto sa pure essere ironico e sottile, quasi alla stregua di Groucho Marx, come dimostra la gatta un po’ sovrappeso che abita da me e che, al posto dei topi forse ormai irraggiungibili, continua a posare sullo zerbino di casa le pigne: tanto la differenza è trascurabile e io fingo di non notarla…
Superfluo tentare di fare del Gatto un nostro possesso, imporgli un nome e illudersi che risponda al richiamo: lui non conosce la servitù e risponde solo al nome che si è scelto e che nessuno conosce. Solo quelli che, leggeri e indecifrabili, si muovono a passi felpati tra le pagine della letteratura (e di questo gioioso volumetto) tollerano un nome e diventano, sontuosamente, Murr, Behemot, Pluto, Zorba…Max.
Davvero, senza alcun dubbio i Gatti sono creature eccezionali, sono proprio esenti da difetti.

(A cura di Silvia Pio)