NORA ATALLA
Montréal, 2 febbraio 2014
Poesia o pamphlet contestatore, per averlo pubblicato in occasione della “Primavera araba”, il poeta Mohamed Al-Ajami, alias Ibn Al-Dhib, è stato condannato dapprima all’ergastolo, poi a 15 anni di carcere duro. Dal novembre 2011 è rinchiuso nelle prigioni del Qatar.
«Dittatura di un regime oppressore e tirannico» contro la quale si è «sollevata la Tunisia» , provocando una «rivoluzione popolare…con il sangue del popolo»; ecco brevemente i temi della poesia d’Al-Ajami, intitolata “Poesia del gelsomino”, che denuncia un Paese il cui «capo è ignorante», persuaso che «la dignità arrivi grazie alle forze americane» mentre «il popolo è affamato». Il poeta del Qatar incoraggia quest’ultimo a disfarsi d’un «regime oppressore ereditario» e dell’«élite oppressiva», a liberarsi «dal narcisismo» e a cercare «un governante che lo liberi dal potere arbitrario». La traduzione della poesia in francese è ad opera del poeta Tahar Bekri.
Nel 1981 è nata la Giornata mondiale degli scrittori detenuti in prigione al fine di attirare l’attenzione mondiale sugli scrittori e giornalisti che hanno subito delle rappresaglie per aver espresso le proprie opinioni (fonte: http:/journee-mondiale.com/52/journee-mondiale-des-ecrivains-en-prison.htm).
Perciò il 15 novembre di ogni anno una decina di migliaia di membri del P.E.N. International organizzano delle manifestazioni per ricordare a tutti la sorte degli scrittori vittime di intolleranza, incarcerati, perseguitati per avere denunciato le ingiustizie esistenti nel loro Paese. P.E.N. International «conduce un’azione di solidarietà e di difesa del diritto d’espressione ovunque questo venga minacciato». La stessa cosa vale per il Centro P.E.N. del Québec che «riunisce circa un centinaio di aderenti, autori di tutti i generi letterari, traduttori, membri delle diverse professioni legate al libro che hanno a cuore la difesa della Carta costitutiva del P.E.N. il cui obiettivo principale è il sostegno a scrittori perseguitati o esiliati, grazie a delle campagne contro l’impunità dei crimini contro degli scrittori, contro le leggi che limitano il diritto d’espressione, per la difesa dei diritti linguistici».
Aderenti o non aderenti al P.E.N., sono numerosi gli scrittori e i poeti del Québec che condividono questa convinzione e si impegnano nella difesa del diritto d’espressione.
Così, con la collaborazione del Centro P.E.N. International del Québec, di Amnesty International e dell’Unione delle scrittrici e degli scrittori del Québec, le Edizioni Beroaf, fondate da Salah Beddiari, d’accordo con Kamal Benkirane dell’Associazione Passerelle, hanno invitato molti poeti e scrittori, di Montréal e da città non del Québec, a proporre i loro testi in vista della pubblicazione di un lavoro collettivo. Si tratta di una raccolta che testimonierà il loro sostegno e la loro solidarietà al poeta del Qatar Mohamed Al- Ajami.
Alla domanda posta a Salah Beddiari, poeta ed editore di Beroaf, «Cosa vi ha spinto a dimostrare la vostra solidarietà a Al-Ajami?» quest’ultimo ha risposto:
«Come di certo sapete, nei Paesi arabi il despotismo è sempre attivo sia nelle repubbliche che nelle monarchie. È questa la ragione che mi spinge a reagire, è un sentimento di indignazione nei confronti dell’ingiustizia e dell’arroganza dei potenti. Dei regnanti e degli emiri che si pongono al di sopra di tutte le leggi umane. Hanno diritto di vita e di morte sui loro sudditi come nel Medioevo».
Quanto a «Cosa provate in generale nei confronti della situazione di Mohamed Al-Ajami e degli scrittori ridotti al silenzio nelle prigioni ?», Salah Beddiari ha risposto:
«In Occidente il Qatar si è forgiato l’immagine di un Paese liberale, partigiano delle rivoluzioni arabe, che lotta in favore dell’instaurazione della democrazia nei Paesi arabi. Il Qatar è l’unico Paese arabo che abbia inviato degli aerei da caccia affianco delle forze della NATO in occasione della destituzione di Gheddafi in Libia. Questo ricchissimo Emirato, proprietario dell’emittente televisiva Al Jazira che appoggia “le rivolte arabe”, è una monarchia assoluta in cui non esiste alcun pluralismo, né di partito politico né parlamentare. Amnesty International, nel suo rapporto del 2013, aveva denunciato le condizioni dei lavoratori stranieri che sono sfruttati come schiavi. Questo Paese, amico e alleato degli Occidentali, non ha esitato un istante a condannare all’ergastolo un poeta per aver scritto un testo contestatario nel quale auspicava l’avvento della democrazia e dei diritti umani nelle monarchie del Golfo».
Con un unanime slancio emotivo, i poeti del Québec hanno risposto all’appello di Beroaf e Passerelle e unito le loro forze e la loro ispirazione per presentare dei testi attinenti al tema della «libertà d’espressione e di tutto ciò che riguarda questa nozione, tra cui la promozione dei diritti democratici, dei diritti umani e dei diritti politici, senza dimenticare la lotta contro il despotismo e la criminalizzazione delle opere artistiche»”.
Per chiudere questa collaborazione solidale, è stata organizzata una serata di lettura di poesie – Parole libere – alla quale è stato invitato il publico. La serata si è svolta giovedì 23 gennaio 2014 alle ore 18 al Café Aléatoire, a Montréal.
Quasi 50 persone si sono ritrovate nell’atmosfera intima del Café Aléatoire per leggere le loro poesie e dimostrare la loro solidarietà a Mohamed Al-Ajami. Salah Beddiari ha fatto un discorso introduttivo e Nora Atalla ha moderato e animato la serata. Tra i poeti presenti c’erano José Acquelin, Jean-Marc Desgent, Maëlle Dupon, Dominique Gaucher, Jean-Pierre Pelletier, Nassira Belloula, Norman Nawroscki, Nancy R.Lange, Kamal Benkirane.
(traduzione di Doretta Del Fabbro)
http://www.nora-atalla.com/
http://fr.wikipedia.org/wiki/Nora_Atalla
http://www.ecritsdesforges.com/catalogue/105-livres/2013/1377-hommes-de-sable.html
http://www.ecritsdesforges.com/catalogue/1294-la-gestation-de-la-peur
La poesia della rivoluzione di gelsomino
di Mohamed al-Ajami Ibn al-Dhib
Signor Primo Ministro, Mohamed al-Ghannouchi:
se misurassimo il tuo potere,
non sarebbe all’altezza
di una Costituzione.
Non versiamo lacrime per Ben Ali,
né per il suo regno.
Non era altro che un attimo
sulla linea del tempo per noi,
storicamente
e dittatorialmente,
un sistema di oppressione,
un’era di autocrazia.
La Tunisia ha annunciato la sua rivolta popolare:
Quando critichiamo
è solo ciò che è meschino e infimo;
quando lodiamo
lo facciamo con tutto il cuore.
La rivoluzione è avvampata con il sangue del popolo, la sua gloria ha logorato
la gloria di ogni anima vivente.
Allora, ribelle, di’ loro,
di’ loro con voce velata, voce dalla tomba:
di’ loro che le tragedie precedono tutte le vittorie.
Un avvertimento al paese che ha un capo ignorante,
un capo che crede che il potere
deriva dall’esercito americano.
Un avvertimento al paese
che ha gente affamata
mentre il regime si vanta della sua prosperità.
Un avvertimento al paese che ha cittadini dormienti:
ora avete i vostri diritti,
poco dopo ve li prendono.
Un avvertimento al sistema – ereditato – dell’oppressione.
Da quanto tempo siete tutti schiavi?
Quanto tempo il popolo rimarrà
ignorante della sua stessa forza,
mentre un despota vara un decreto e una nomina,
ignorando del tutto la volontà del popolo?
Com’è che vengono messe in atto le decisioni di un capo?
Il popolo tornerà a tormentarlo
in un paese che vuole
liberarsi dalla coercizione.
Fategli sapere, a lui
che soddisfa solo se stesso, e non fa altro
che vessare il suo popolo; fategli sapere
che domani
qualcun altro si siederà sul suo trono,
qualcuno che sa che la nazione non è di suo possesso,
né di proprietà dei suoi figli.
Appartiene al popolo, e le sue glorie
sono le glorie del popolo.
Il popolo ha risposto, con una sola voce,
ed anche il suo destino è uno.
Noi tutti siamo Tunisia
al cospetto di questi oppressori.
I regimi arabi e coloro che li governano
sono tutti, senza eccezione,
senza una singola eccezione,
infami, ladri.
Questa domanda che ti tiene sveglio la notte –
la sua risposta non si troverà
in nessuno dei canali ufficiali…
Perché, perché questi regimi
importano tutto dall’Occidente –
tutto esclusa la forza della legge,
tutto esclusa la libertà?
(traduzione in italiano di Silvia Pio dalla traduzione in inglese di Kareem James Abu-Zeid)