Manuale di scrittura haikai di Antonio Sacco

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Pensato per chi desidera avvicinarsi alla composizione, in lingua italiana, di quelle brevi, ma intense poesie di origine giapponese, il “Manuale di scrittura haikai. Vademecum pratico per comporre poesie haiku e altre forme poetiche di origine giapponese” si propone anzitutto di essere una guida pratica per redigere non soltanto poesie haiku, ma anche altre forme poetiche quali la tanka, il senryū, lo haibun e lo haiga.

Tale manuale è costituito da circa settantasette cartelle giornalistiche, corredato da numerosi esempi pratici e da esercizi didattici pensati per coinvolgere attivamente il lettore. Vengono presi in esame e spiegati con chiarezza tutti gli aspetti, dapprima formali poi contenutistici, che contraddistinguono il genere letterario noto come poesia haiku. L’ipotetico fruitore dell’opera potrà, già dalle prime pagine, farsi un’idea precisa e rigorosa di che cosa significhi comporre una buona poesia haiku in lingua italiana, rispettando tutti i crismi che questa poetica così peculiare adotta.

Alla trattazione delle tecniche compositive è lasciato ampio spazio di approfondimento, in quanto questo argomento riveste un ruolo di grande importanza per la riuscita di una buona poesia.

Inoltre, l’autore ha voluto non solo fornire delle risposte alla domanda, in positivo, “come si scrive uno haiku?”, ma è stata sua intenzione proporre anche un approccio in negativo, ovverosia cercando di rispondere anche al quesito: “come non si scrive uno haiku?”. Proprio nel quarto capitolo viene preso in esame anche quest’aspetto, oltre che nel decimo capitolo dove vengono commentati sia dapprima meri scritti in 5/7/5 sillabe sia, successivamente, poesie haiku ben redatte e strutturate.

Tuttavia è bene specificare che nella presente opera non si approfondisce solo e soltanto il genere poetico dello haiku, bensì trova posto anche la trattazione di altre forme poetiche di origine giapponese: ne è testimonianza il capitolo in cui si analizza come si redige una tanka, un senryū, uno haibun e uno haiga.

Questo manuale è rivolto soprattutto ai neofiti che desiderino imparare l’antica arte compositiva di forme poetiche brevissime, ma dense di significato e di suggestione. Inoltre, gli esempi forniti sono sempre funzionali a quanto esposto nel testo, facendo sì che il lettore possa toccare praticamente ciò che viene appena spiegato.

È opinione di chi scrive che un manuale così strutturato non è ancora presente sul mercato nazionale. Certamente esistono molti trattati, parecchie raccolte poetiche e diverse monografie su questa poetica, tuttavia manca un’opera pensata ad hoc per chi voglia imparare l’arte di comporre tali poesie, la quale accompagni il lettore passo dopo passo, capitolo dopo capitolo. Tutto questo è ancor più degno di nota se si tiene in conto, come di fatto già accade, che il genere poetico dello haiku, insieme agli altri generi letterari oggetto di approfondimento in questa opera, sta riscuotendo un crescente numero di appassionati e di scrittori desiderosi di imparare e di approfondire tale poetica.

Dall’introduzione di Antonio Sacco

In sede introduttiva, voglio focalizzare l’attenzione su alcune questioni
preliminari, a mio avviso di grande importanza, in merito alla poesia haiku e alle altre forme letterarie di origine giapponese. Oggigiorno ha senso scegliere questi generi poetici nati così lontano nello spazio e nel tempo? E quali motivazioni spingono a comporre tali poesie in Occidente e, quindi, anche in Italia?
La poesia haiku, assieme alle altre forme compositive prese in esame in questo manuale, rappresenta certamente un genere letterario “esotico”, ossia importato da una cultura estranea a quella occidentale. Tuttavia, questa, a mio parere, non è condizione necessaria e sufficiente per bollare ed etichettare l’intera poetica haikai come aliena al tessuto culturale, linguistico e poetico dal contesto di destinazione (in questo caso parliamo di poesia haiku in italiano). Quanto appena detto trova la sua motivazione nel fatto che ciò che realmente conta è la sensibilità poetica insita in ogni buon componimento haikai sia esso haiku, tanka, senryū, haibun o haiga. Emerge qui un principio di grande importanza: una volta assorbiti e fatti propri gli elementi formali e contenutistici che caratterizzano i generi letterari di origine giapponese e, cosa ancora più importante, i crismi dello “spirito” di tali componimenti poetici, il poeta capirà da sé che esiste una sensibilità tipica del genere haikai, la quale è universale, poiché trascende lo spazio e il tempo. [...]

Dalla Postfazione di Niccolò Tucci

[...] Ciò che contraddistingue l’opera di Sacco, [...] è in prima istanza la centralità dell’elemento critico-didattico, sia nell’accezione etimologica di analisi rigorosa della materia, abilmente vivisezionata in ogni suo singolo aspetto significativo, ma sempre in modo tale che, grazie alla cornucopia di esempi poetici addotti, sia preservata l’anima dell’intero (non si ha mai l’impressione di trovarsi di fronte a un ricettacolo astratto di nozioni), sia nell’accezione comune di giudizio sfavorevole. Ed è questo, a mio avviso, uno dei suoi principali pregi: per educare un novello haijin alla brevitas giapponese, non basta dedicarsi solamente alla pars construens, fornendogli una pletora di esempi positivi per indurlo a una feconda mimesis (cosa senz’altro indispensabile), ma è altrettanto necessario estirpare anzi tempo la gramigna dei vizi, più o meno innocenti che siano, che infestano il campo della creazione poetica, allorché uno ci si accosti in modo naif, senza una buona conoscenza della tradizione e dei suoi canoni estetici (lo “historical sense” di Eliot). In effetti, come Sacco ci mostra, è necessario accantonare molti dei “pregiudizi” poetici occidentali per penetrare davvero nel cuore dello spirito haiku, il quale, come si sa, affonda le radici in quello specifico retroterra culturale e spirituale che è il buddhismo zen, di cui tutte le arti nipponiche sono impregnate. [...]

Da Manuale di scrittura haikai – Vademecum pratico per comporre poesie haiku e altre forme poetiche di origine giapponese (Nulla Die Edizioni 2024)

Piccola raccolta di citazioni sulla poesia haiku

“Il vero haiku è l’anima della poesia. Tutto ciò che non è realmente presente nel proprio cuore non è haiku. La luna brilla, i fiori sbocciano, gli insetti piangono, l’acqua scorre. Non c’è posto in cui non possiamo trovare fiori o pensare alla luna. Questa è l’essenza dello haiku. Vai oltre le restrizioni della tua era, dimentica lo scopo o il significato, separati dalle limitazioni storiche – lì troverai l’essenza della vera arte, religione e scienza”.
(Santōka Taneda)

“Tu eri quasi come un buon haiku: dicevi così poco, ma significavi molto.”
(Abraham Algahanem)

“Haiku: persistente singhiozzo davanti alla bellezza del cosmo.”
(Marco Rossari)

“Cos’è uno haiku? È attimo di vita che si fa verso.”
(Fabrizio Virgili)

“Gli haiku sono spiragli da cui filtra qualcosa di accecante e insieme di carezzevole, sono cuspidi elastiche di qualcosa che deve restare sommerso ma che pure sentiamo necessariamente nostro.”
(Andrea Zanzotto)

“Nessuno può essere arrabbiato e scrivere uno haiku allo stesso tempo. Se stai piangendo, esprimi le tue lacrime in diciassette sillabe e ti sentirai felice. Non appena i tuoi pensieri sono scritti sulla carta, tutte le connessioni tra te e il dolore che ti hanno fatto piangere sono recise, e la tua unica sensazione è quella della felicità che sei un uomo capace di versare lacrime.”
(Natsume Sōseki)

“Scrivi i tuoi migliori haiku sulle foglie d’autunno e lasciale portare via dal vento.”
(Proverbio giapponese)

Antonio Sacco è nato ad Agropoli nel 1984, vive e compone versi nel cuore del Parco Nazionale del Cilento (Vallo della Lucania). È uno studioso e ricercatore della poesia estremo-orientale (soprattutto della poesia haiku), ha pubblicato su molte riviste internazionali dedicate al genere haiku (The Mamba, Chrisantemum, The Mainichi, Ashai Shimbun, Harusame), oltre a essere l’autore di numerosi articoli tecnici e divulgativi sulla poesia haiku. Cura la rubrica chiamata “Echi da Shikishima” in seno alla rivista letteraria “Poesia del Nostro Tempo”. Ha pubblicato due raccolte poetiche l’ultima delle quali è intitolata Eppure ancora i nespoli – Dissertazioni sullo haiku (Nulla Die Edizioni, 2020).

(A cura di Silvia Rosa)

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